-
“Corteccia” di Alia
Ci vuole coraggio, per appoggiare i coglioni sul tavolo e mettersi a nudo senza pose e senza trucchetti.
Alia, nel suo nuovo video, ha saputo farlo con una delicatezza assoluta. E ne è uscito qualcosa di spiazzante e profondo intitolato “Corteccia”.
Il video è in anteprima esclusiva questa settimana su Impatto Sonoro. Merita almeno una visione e un ascolto attento. -
tutto passa(va) invano
Qualche giorno fa mi hanno comunicato che l’Editrice Uni Service -la piccola realtà che sette anni fa aveva dato alle stampe la mia primissima raccota di racconti- sta chiudendo i battenti. Il che significa, sostanzialmente, che da ora in avanti “Tutto passa invano” non sarà più in commercio e, considerato che anche io stesso ne ho solo una copia ormai sgualcita, non lo si troverà più da nessuna parte.
Certo, quelle pagine racchiudono, a loro modo, l’ossatura su cui continua tutt’ora a fondarsi buona parte del mio immaginario, per cui sicuramente il vero percorso di quelle storie è ben lontano dall’esaurirsi e, come è sempre stato, le si ritroverà ancora, in altre forme o con altre sfumature, lungo il mio cammino. Però, tutto sommato, mi piace l’idea che quel libricino, almeno nella forma in cui è uscito sette anni fa, resti una piccola chicca per chi c’era.
Poi, chissà, magari, in un futuro che ancora non immagino, cambierò idea e mi verrà la voglia di ripubblicarlo integralmente in un altro formato o in un altro modo. Non lo so. Di certo, se succederà, non sarà ora né nel breve periodo. -
intervista su radio studio uno abruzzo
Domani (giovedì 12 giugno), alle ore 17.00, sarò in diretta su Radio Studio Uno Abruzzo per una breve intervista all’interno del programma “Il mondo visto da un oblò”.
La radio è ascoltabile in streaming sul sito: www.studiounoabruzzo.it. -
e chiudo il cerchio dei desideri
“…e chiudo il cerchio dei desideri che ho capovolto per raggiungerti altrove” (l.m.)
-
“Nicovid”: le foto di Giordana Parizzi
Ecco un po’ di belle foto scattate da Giordana Parizzi (Missofa) inseguendo “Nicovid” in giro per l’Italia:
-
di sorprese, di aeroplanini e di torte fritte
Mi mancava, l’emozione di raccontare le mie storie, improvvisare le mie poesiole e lanciare i miei aeroplanini di carta.
Certo, l’inverno passato in giro per l’Italia con la combriccola di Neverlab a dare voce a “Nicovid” di Miky Marocco è stata un’esperienza molto significativa che mi ha lasciato tantissimo, ma una piccolissima parentesi dedicata alle mie ombre iniziava a essere (per me) necessaria e di certo non poteva capitare in un’occasione migliore della serata di ieri a Fidenza.
Bel posto. Bella accoglienza. Bellissime sorprese. Bella alchimia fra tutte le componenti che hanno accompagnato questi miei ultimi mesi. Non posso che essere contento. -
guarderò le stelle
“guarderò le stelle
la tua e la mia metà del mondo
che sono le due scelte in fondo:
o andare via, o rimanere via.”
(r.vecchioni) -
reading a Fidenza
Sabato (7 giugno), alle 18.30, sarò al caffè letterario Vetr’aria di Fidenza (PR).
Sarà un appuntamento piuttosto particolare: in apertura, con le sonorizzazioni di Alia, leggerò e presenterò “Filo alto”, dopodiché, insieme al resto della truppa di Neverlab, rimetteremo in scena, con una formazione leggermente ridotta rispetto alle ultime uscite, il reading-concerto ispirato a “Nicovid” di Miky Marrocco. Il tutto accompagnato dalle canzoni di Alia e dalle fotografie di Giordana Parizzi (autrice della copertina di “Nicovid”). -
33 anni senza Rino
“…con l’alba le prime luci, s’andò al Policlinico, ma lo respinsero perché mancava il vicecapo…” (r.g.)
Mi fanno notare che esattamente 33 anni fa se ne andava Rino Gaetano. Fa sempre uno strano effetto, in questo giorno, riascoltare la sua canzone più tragicamente profetica. -
i miei ascolti di maggio 2014
I dischi più ascoltati a casa mia nel mese di maggio:
1. Flor – “Flor”
2. Maria Antonietta – “Sassi”
3. Riccardo Sinigallia – “Per tutti” -
Filo alto
Da oggi è possibile scaricare gratis “Filo alto“: un mio racconto breve che Neverlab ha scelto di rendere disponibile in formato pdf accompagnato da due fotografie inedite opera di Paola Benedetti (già autrice della copertina di “Suonando pezzi di vetro”).
“Filo alto” è la storia di un funambolo inquieto. O, più probabilmente, la metafora di qualcos’altro. -
intervista su Vivicentro
Sul portale Vivicentro è uscita oggi una mia intervista a cura di Ilaria Grasso.
C’è qualche riflessione sul mio mondo e sul mio approccio alla scrittura, un piccolo pensiero sui cinque anni de “L’uomo a pedali”, ma anche uno sguardo al futuro. -
riesumando vecchi racconti
La prossima settimana butterò on line, con il supporto di Neverlab, un mio brevissimo raccontino.
Si tratta di un racconto che ha già avuto, qualche anno fa, una propria vita, ma che ormai da parecchio tempo non si trova più da nessuna parte e che mi fa piacere resuscitare in questi mesi di relativo silenzio.
Uscirà, ovviamente in download gratuito, impreziosito da due fotografie inedite opera di una bravissima artista che ha saputo splendidamente tradurre in immagini le suggestioni delle mie parole. -
aspettando il disco di Alia
Il disco di Alia è, fra le uscite discografiche dei prossimi mesi, una delle cose che aspetto con maggiore curiosità. Ho ascoltato diverse volte le nuove canzoni dal vivo, sia nei suoi concerti che negli spettacoli fatti insieme, e credo che pochi, oggi, sappiano scrivere con la sua delicatezza e la sua profondità.
-
gli asterischi
Quelli che scrivono “tutt*”, invece di “tutti”, per sottintendere “tutti e tutte”, sono i primi che sopprimerei. E’ l’ipocrisia del politicamente corretto che pretende di prevaricare anche le basi della lingua italiana.
-
Printania Dust
Una cosa molto suggestiva: “Printania Dust” di Enrico Ruggeri remixata da Mattia Pappalardo. Praticamente un piccolo viaggio sonoro.
-
-
cinque anni a pedali
Esattamente cinque anni fa usciva “L’uomo a pedali”: il mio primo romanzo completo, dopo i racconti di “Tutto passa invano”, e la prima esperienza con un vero editore e con una grandissima distribuzione, ma soprattutto, per quanto mi riguarda, il mio lavoro a cui continuo a essere più legato e in cui sento di essere riuscito a condensare tutta una serie di cose che avevo dentro da una vita.
Ogni volta che mi capita di riparlare di quel libro mi rendo conto che c’è ancora molto di me, del mio mondo e del mio immaginario, nella storia di Sergio, nella sua lunga pedalata notturna, nei suoi tentativi di fuga da se stesso o dal mondo intero, nei suoi sogni, nelle sue disillusioni, nei suoi ricordi, nelle sue malinconie e nei suoi amori eternamente incompiuti.
Mi piacerebbe, prima o poi, una volta scaduti i vari vincoli contrattuali che lo legano, riprendere in mano quella storia e dargli, in qualche modo, una nuova vita. Anche se per poterlo fare davvero bisognerà aspettare ancora qualche anno. -
Nicovid in video
Come ho già avuto modo di dire, è stato davvero un piacere, dare il mio piccolo contributo, insieme al resto della combriccola di Neverlab, al reading-concerto ispirato a “Nicovid” di Miky Marrocco. Il tour si è rivelato un insieme di esperienze umane davvero interessanti, e credo che lo spettacolo sia stato qualcosa di suggestivo e fuori dagli schemi, anche grazie alla partecipazione di ospiti musicali sempre diversi.
Il bravo Andrea Bonfanti ha realizzato un video con alcuni estratti della data del 27 marzo al Bloom di Mezzago. E’ possibile vederlo qui sotto (oltre a me, ci sono un Luca Barachetti in gran forma, Alexandra Lagorio e ovviamente l’autore Miky Marrocco). -
1 maggio 1994
E’ difficile non pensarci, al primo maggio di vent’anni fa.
Credo sia una delle poche giornate di cui ho scolpito nella memoria ogni singolo istante.
Facevo la terza media, quell’anno, e in quei tempi, nella mia scuola, ciò che identificava davvero quello che eri, più che la fede calcistica o la musica che ascoltavi, era una semplice scelta: o ti mischiavi alla massa dei ferraristi, oppure tifavi Ayrton. Era lì che nascevano le vere discussioni e, col senno di poi, scegliere di stare da una parte o dall’altra non era per nulla un fatto casuale, specie per me che all’epoca avevo due punti di riferimento abbastanza emblematici: Senna e Gianni Bugno.
Ricordo davvero tutto di quella domanica, e ricordo in modo incredibilmente nitido anche l’ingresso a scuola il giorno dopo, con tanti occhi increduli che non osavano nemmeno guardarsi e tutto l’istituto avvolto in un silenzio assoluto e straziante.
Da quel giorno non ho più guardato una gara di Formula 1, fedele già allora alla mia particolare “monogamia emotiva”. Ma non è questo il punto. E’ che ci sono delle date che, in un modo o nell’altro, segnano dei momenti di svolta fondamentali nella vita di una persona e per me il primo maggio di vent’anni fa è stato uno di quei momenti: il primo brusco impatto con una realtà in cui anche gli eroi possono morire. Una sorta di prima perdita dell’innocenza e dell’illusione, se vogliamo fare gli psicologi della mutua.