Categoria: diario

  • Nicovid in video

    Come ho già avuto modo di dire, è stato davvero un piacere, dare il mio piccolo contributo, insieme al resto della combriccola di Neverlab, al reading-concerto ispirato a “Nicovid” di Miky Marrocco. Il tour si è rivelato un insieme di esperienze umane davvero interessanti, e credo che lo spettacolo sia stato qualcosa di suggestivo e fuori dagli schemi, anche grazie alla partecipazione di ospiti musicali sempre diversi.
    Il bravo Andrea Bonfanti ha realizzato un video con alcuni estratti della data del 27 marzo al Bloom di Mezzago. E’ possibile vederlo qui sotto (oltre a me, ci sono un Luca Barachetti in gran forma, Alexandra Lagorio e ovviamente l’autore Miky Marrocco).

  • 1 maggio 1994

    E’ difficile non pensarci, al primo maggio di vent’anni fa.
    Credo sia una delle poche giornate di cui ho scolpito nella memoria ogni singolo istante.
    Facevo la terza media, quell’anno, e in quei tempi, nella mia scuola, ciò che identificava davvero quello che eri, più che la fede calcistica o la musica che ascoltavi, era una semplice scelta: o ti mischiavi alla massa dei ferraristi, oppure tifavi Ayrton. Era lì che nascevano le vere discussioni e, col senno di poi, scegliere di stare da una parte o dall’altra non era per nulla un fatto casuale, specie per me che all’epoca avevo due punti di riferimento abbastanza emblematici: Senna e Gianni Bugno.
    Ricordo davvero tutto di quella domanica, e ricordo in modo incredibilmente nitido anche l’ingresso a scuola il giorno dopo, con tanti occhi increduli che non osavano nemmeno guardarsi e tutto l’istituto avvolto in un silenzio assoluto e straziante.
    Da quel giorno non ho più guardato una gara di Formula 1, fedele già allora alla mia particolare “monogamia emotiva”. Ma non è questo il punto. E’ che ci sono delle date che, in un modo o nell’altro, segnano dei momenti di svolta fondamentali nella vita di una persona e per me il primo maggio di vent’anni fa è stato uno di quei momenti: il primo brusco impatto con una realtà in cui anche gli eroi possono morire. Una sorta di prima perdita dell’innocenza e dell’illusione, se vogliamo fare gli psicologi della mutua.

    1 maggio 1994
  • fra un Nicovid e l’altro

    Partecipare al tour di “Nicovid” di Miky Marrocco in compagnia di tutta Neverlab si sta rivelando un’esperienza interessante.
    Già il fatto di leggere testi non miei e ritrovarmi, dopo anni di reading giocati molto sull’improvvisazione, a far parte di uno spettacolo così strutturato e ricco di elementi, è un bel modo per provare a rimettermi in gioco. In più la triade di date fra Rimini, Genova e Villa di Serio (BG) ha dato origine a giorni convulsi e decisamente vivi, fra nuove occasioni di confronto, amici ritrovati lungo la via, accavallarsi di eventi, pretesti per provare a chiudere qualche vecchio cerchio ed esperienze surreali come il cerbiatto suicida che si è buttato sotto la mia macchina tornando da Rimini.
    Nel frattempo alle date già fissate si è aggiunto un appuntamento importante, il 27 marzo al Bloom di Mezzago (MB).

    fra un Nicovid e l’altro
  • Nicovid tour

    Nei prossimi mesi tornerò a girovagare un po’ per l’Italia. Questa volta però non sarà per far prendere aria alle mie storie -quelle, per ora, è bene lasciarle un po’ tranquille- ma per prestare la mia voce e la mia presenza al reading concerto ispirato a “Nicovid” di Miky Marrocco, la nuova produzione della collana editoriale Neverlab Libri. Sarà uno spettacolo in costante mutanzione in cui, oltre a Miky, alle visioni di Giordana Parizzi, a me e al resto della combriccola di Neverlab, ci farà sempre compagnia anche qualche altro ospite che recluteremo di volta in volta lungo la strada.
    Queste le date finora confermate:

    14 febbraio – Genova, Alma Art Cafè
    16 febbraio – Rimini, Orso Marino
    7 marzo – Villa di Serio (BG), Biblioteca Comunale
    6 aprile – Verderio Inferiore (LC), Circolo Arci Pintupi
    12 aprile – Varano (PR), Castello

    Nicovid tour
  • la prima dose di Nicovid

    Un bel nuovo inizio. Sotto tanti punti di vista.
    In questi anni credo di essere riuscito, in qualche modo, dopo tanti reading, a sviluppare una sorta di mio stile, nel far rivivere le mie storie leggendole su un palco. Non mi era però mai capitato di dover portare in scena le parole di qualcun altro. E, sinceramente, mai avrei pensato di farlo, fino al momento in cui Miky Marrocco mi ha chiesto di aiutarlo, insieme al resto della truppa di Neverlab, a portare in scena il suo “Nicovid” con un reading-concerto a più voci.
    E’ stata una bella serata, quella del Marelli 79 per la presentazione del nuovo libro di Miky. Un intreccio particolare e affascinante di voci, di suoni e di stili, con le magnifiche visioni di Giordana Parizzi -Missofa: una vera rivelazione- a fare da cornice alle storie scure e psicotiche di Miky Marrocco sporcate o reinterpretate attraverso i suoni stranianti di Enrico Ruggeri, la delicatezza di Alia, le inquietudini di Barachetti, la genuina follia dell’ospite speciale Yuri Beretta e la mia (poca, causa malanni di stagione) voce.
    Una bella serata. Una bella esperienza, quella di lasciarmi attraversare, in questo periodo di pausa dalla scrittura, dalle storie di qualcun altro provando a filtrarle attraverso il mio stile e il mio vissuto. Ma soprattutto una splendida conferma del fatto che Neverlab -l’entità che da ormai due anni accompagna le mie vicissitudini artistiche- sembra avere trovato in questi ultimi mesi la sua vera natura, trasformandosi a tutti gli effetti in un collettivo di menti, di esperienze e di sensibilità diverse capaci di contaminarsi e interagire fra loro.

  • “Nicovid” di Miky Marrocco

    In questi giorni sta uscendo “Nicovid“, il nuovo libro del mio amico Miky Marrocco.
    E’ qualcosa a cui tengo particolarmente: non solo perché è la seconda uscita della collana Neverlab Libri, inaugurata una quindicina di mesi fa dal mio “Suonando pezzi di vetro”; e nemmeno soltanto perché Miky è una persona che, sia sul piano umano che su quello artistico, nell’ultimo periodo mi ha sorpreso; né solamente perché negli ultimi mesi ho seguito passo a passo l’avvicinamento a questa uscita quasi come se fosse un mio lavoro.
    E’ un libro particolare, difficile da gestire e impregnato da un’inquietudine profonda che si riversa in un universo estremamente sfaccettato e cupo. Molto denso. Decisamente psicotico. Non anticipo nulla sulla trama, anche perché la sinossi la si può trovare un po’ ovunque, però ribadisco che merita davvero una lettura attenta.
    Per tutti i motivi sopra citati, nei prossimi mesi continuerò a seguire da vicino la promozione di “Nicovid” e spesso sarò ospite di Miky durante le sue presentazioni, prestando la mia voce ai suoi racconti. Il primo appuntamento è domenica (19 gennaio), alle 19.00, al Marelli 79 di Sesto San Giovanni per la presentazione ufficiale in cui, oltre a me, accanto a Miky ci saranno anche diversi altri ospiti, fra letture, musica e visioni.

    “Nicovid” di Miky Marrocco
  • 2014

    …e così è passato un altro anno.
    So che in questi momenti bisognerebbe cercare di tracciare un bilancio dei dodici mesi appena trascorsi, ma io non sono mai riuscito a farne quadrare uno, di bilancio, nemmeno quando studiavo ragioneria, per cui tanto vale risparmiarsi la fatica.
    I buoni propositi per l’anno nuovo preferisco saltarli a piè pari perché so che prima dell’epifania li avrei già disattesi tutti. Ed evito anche le previsioni e le aspettative per il 2014 perché davvero non ho la più pallida idea di ciò che potrà accadere nel prossimo futuro: non c’è niente di definito e nemmeno un’idea vaga né un’attesa lontana.
    Resterebbero solo i desideri. Ecco, sì, un desiderio voglio concedermelo: uno solo e forse piccolo piccolo. Ma ovviamente non posso scriverlo qui perché è una cosa mia e perché si dice che, una volta rivelati, i desideri non si realizzino più. Per cui va bene così.
    Come cantava Lindo: “Buon anno, ragazzi e ragazze. Buon anno“.

    2014
  • leggendo fiabe a Natale

    E’ che, sotto Natale, bisogna sedersi ai piedi dell’albero e leggere qualche fiaba. E’ giusto così, no? E le fiabe spesso ti sorprendono.
    Per esempio, in questi giorni mi sono ritrovato a leggere “La pastorella e lo spazzacamino” (di Andersen). E mi ha lasciato esattamente quel tipo di sensazione agrodolce, difficile da definire ma, a suo modo, forse, necessaria. Spiazzante. Bella.
    Buone Feste!

    leggendo fiabe a Natale
  • ma tu esisti davvero?

    Dall’uscita di “Tutto passa invano” a oggi, sono stato presente a sei delle ultime sette edizioni di “Più libri più liberi“. Il caos della fiera romana mi è dunque ormai familiare: è un caos sempre vivo. Sempre piacevole. Un caos che ti frulla in un’infinità di spunti, stimoli e incontri in un lasso brevissimo di tempo e ti risputa poi fuori frastornato ma con la sensazione che qualcosa hai lasciato e qualcosa hai colto. E anche quest’anno non ha fatto eccezione.
    Anche quest’anno ne avevo davvero bisogno, del caos della fiera, dell’aria di Roma, del mercatino di piazza Navona e di tutto ciò che mi ha aspettava nella lunga notte romana con le sue sorprese e i suoi incontri inaspettati. Ne avevo bisogno per cambiare aria e staccare la spina da me stesso per un po’. O forse, nel bel mezzo di questi mesi interlocutori, ne avevo bisogno per provare a riattaccarla, questa benedetta spina con me stesso, e vedere l’effetto che fa.

    p.s. Volevo scrivere anche due parole su “Nicovid” di Miky Marrocco, che uscirà il 16 gennaio e sarà il secondo passo della collana Neverlab Libri (avviata proprio con il mio “Suonando pezzi di vetro“), ma preferisco farlo più avanti con tutta la calma e l’attenzione che merita. Tanto c’è tempo.

    ma tu esisti davvero?
  • tornando a Roma

    Respirare l’aria di Roma nel periodo dell’anno in cui si inizia a pensare al Natale è ormai diventata una necessità, per quanto mi riguarda: pochi altri luoghi hanno quell’atmosfera e riescono a trasmettermi quel tipo di strana serenità. I libri, la fiera, gli eventi e tutto il resto sono, come quasi sempre, solo un alibi.
    Così anche quest’anno un passaggio alla fiera di Roma per l’ormai tradizionale incontro informale con i lettori non posso farmelo mancare. Anzi, quest’anno forse ne sento ancora di più il bisogno. E anche il passaggio in sé ha un valore un po’ diverso dal solito visto che sul banchetto, oltre alle copie di “Suonando pezzi di vetro”, avrò anche dei volantini che annunciano in anteprima assoluta il titolo e la data d’uscita della prossima pubblicazione marchiata Neverlab Libri (il nuovo libro del bravo Miky Marrocco, su cui avrò modo di dire molte più cose nelle prossime settimane), per cui sarà una sorta di ideale passaggio di testimone fra il mio lavoro e quello di Miky.
    L’appuntamento è sabato (7 dicembre), dalle 14.00 alle 16.00, allo stand di Edizioni Del Faro (stand B20) presso la fiera “Più libri più liberi” (Roma – Palazzo dei Congressi – Zona EUR)

    Per ulteriori informazioni vedi l’articolo sul sito di Neverlab.

    tornando a Roma
  • la prima neve

    La prima neve quest’anno non porta niente di nuovo:
    qualche goccia fugace di anestetica pace
    e altre ondate insensate di nostalgie fuori tempo.
    Nulla di più.

    Questa cosa l’ho ritrovata qualche mese fa, facendo pulizia fra i miei vecchi appunti, su un’agenda di qualche anno fa. Mi è tornata prepotentemente in mente ieri, guardando cadere i primi timidissimi fiocchi di neve affacciato alla mia finestra. La data era dell’inverno 2004.

    la prima neve
  • vent’anni senza vento

    Mi ritrovo per caso, dopo un oceano di tempo, a riascoltare “Viaggio senza vento” dei Timoria, e mi rendo conto che sono passati esattamente vent’anni dall’uscita di quel disco (era l’ottobre del ’93).
    Ricordo che, la prima volta che mi imbattei in quelle canzoni, l’album era uscito da circa un anno e mezzo e io di anni ne avevo una quindicina. E fu una vera folgorazione. Fu come ritrovarsi sbattute in faccia, in modo tremendamente nitido e diretto, mille sensazioni e mille pensieri che avevano iniziato a ronzarmi in testa già da un po’ ma che io non ero mai riuscito a mettere a fuoco. Fu come ritrovarsi spalancate le porte di un nuovo universo (musicale e non) di cui avevo assoluto bisogno.
    Chissà se, senza quell’incontro musicale, io oggi sarei ciò che sono e tutta la mia vita sarebbe poi andata esattamente come è andata. Forse sì. Però quel cd è stato sicuramente una delle cose che, in quegli anni e a quell’età, mi ha segnato maggiormente e, di conseguenza, ha influenzato tutto il mio percorso da lì in avanti.
    A distanza di tanto tempo mi rendo conto che le canzoni le ricordo ancora tutte a memoria. E fa un certo effetto pensare che fra oggi e quei giorni c’è esattamente la stessa differenza di tempo che può esserci, per esempio, fra quell’album e “Storia di un impiegato” di De André (che ai tempi sembrava qualcosa proveniente da un’epoca lontanissima). Soprattutto considerando che, in tutto questo tempo, il mondo non mi sembra essere cambiato poi molto, in fondo. E, a dire il vero, io ancora meno.

  • facendo pulizia col napalm

    Alla fine l’estate è arrivata nonostante tutto e, proseguendo dritta per la propria strada, come è ovvio, è anche finita, portandosi via ciò che era naturale che dovesse portare via. Tutto nella norma, dunque, a suo modo.
    Se è tanto che non scrivo qualcosa qui è perché negli ultimi mesi mi sono dedicato soprattutto a cercare di fare un po’ di pulizia nei miei pensieri e attorno a me. Anche se, non riuscendo a trovare il prodotto giusto, ho preferito usare il Napalm.
    Ora attendo solo che la polvere finisca di posarsi, per capire cosa è rimasto e cosa potrà esserci nel prossimo futuro.

    facendo pulizia col napalm
  • intervista su Rete Oro

    In occasione del reading dello scorso 15 maggio a Roma, la tv capitolina Rete Oro mi ha fatto qualche domanda su “Suonando pezi di vetro”.
    L’intervista, andata poi in onda all’interno della trasmissione ZTL, è ora disponibile anche su Youtube e visibile qui:

  • “Suonando pezzi di vetro” su EMagazine

    Parla dell’irrisolutezza di una generazione nel guado fra la riva dell’infanzia e quella dell’età adulta, con la corrente che spinge verso quest’ultima e la nostalgia che ti tiene legato alla prima. Parla di amori che non riescono. Parla del palco di una rock band come il posto in cui ballare con i propri demoni per riuscire ad allontanarli almeno per un pò.
    La rivista digitale Emagazine ha dedicato ben tre pagine a una lunga recensione di “Suonando pezzi di vetro” firmata da Gianluca Comuniello.
    Clicca qui
     per sfogliare il magazine on line e leggere la recensione (a pagina 18).

    “Suonando pezzi di vetro” su EMagazine
  • oppure ci si traveste da messicani

    Fra i vicoli del centro di Roma, a metà maggio di questo strano 2013, vendono le caldarroste (giuro!). Mi piace pensare che sia colpa mia. Mi piace credere che questo inverno abbia voluto continuare resistere, come l’ultimo eroe di Alamo, ignorando il fatto che non può certo bastare qualche settimana in più di pioggia a far sfumare l’inevitabile arrivo dell’estate, anche per tenermi un po’ di compagnia. Perché questa sua disperata cocciutaggine si accompagna bene alle storie che ho letto in questi ultimi reading, che forse vivono anche loro, ostinatamente e ottusamente, in una sorta di Fort Alamo emotiva.
    Insieme ai venditori di caldarroste, di questi giorni passati fra Roma e Torino mi restano una serie confusa di immagini: una corsa in taxi, appena sceso dal treno, per arrivare puntuale a un’intervista per una tv locale; un reading calato in un clima fra l’ultimo giorno di scuola e l’ultima giornata di campionato; qualche incomprensione inutile ed evitabile; la pioggia fine sulla mia testa; altra pioggia, grossa, sul parabrezza; le bottiglie di vino aperte allo stand di Edizioni Del Faro; i discorsi spesso surreali con i visitatori della fiera di Torino e le tante mani strette.
    Un ringraziamento di cuore a questo inverno ostinato che almeno ha provato a farmi compagnia ed illudersi di poterci credere, anche se poi sappiamo che l’estate arriverà comunque. E un ‘fanculo speciale al generale Santana (che sarà stato pure messicano, ma io me lo immagino sempre come il Custer di De André: “occhi turchini e giacca uguale”).

    oppure ci si traveste da messicani
  • sei mesi dopo

    Sei mesi fa usciva “Suonando pezzi di vetro”. Solo sei mesi. E’ strano: a me sembra sia passato molto più tempo. Sarà che sono stati mesi intensi e instabili. Sarà che è stato un periodo in cui mi sono ritrovato a fare i conti con me stesso, a chiudere cerchi importanti e imparare cose nuove su di me. O sarà che, già prima della pubblicazione, il percorso questo libro è stato condizionato da parecchie vicissitudini, tanto proprio all’ultimo ha rischiato anche di essere “sostituito” da un altro lavoro. Non lo so. Però penso di poter essere contento e soddisfatto.

    Prima di chiudere questo capitolo promozionale restano ancora un paio di impegni:
    Mercoledì 15 maggio, alle 21.00, sarò a Roma, alla libreria Il Mattone (via Bresadola 12/14) per un reading particolare in cui le mie storie si mischieranno con quelle di Giovanna Astori e Vincenzo Di Pietro (entrambi già parte di “Schegge di vetro”) e con la musica dei giovanissimi Acquavite.
    Sabato 18 maggio invece, dalle 18.00 alle 20.00, festeggeremo in compagnia dello staff di Edizioni Del Faro con un piccolo aperitivo-incontro al loro stand al Salone del Libro di Torino (stand J01).

    sei mesi dopo
  • verranno a chiederti di R|Zero

    A Cremona, per R|Zero, ci ha accolto un’atmosfera incredibilmente solare: molto giovane, densa di entusiasmo e sana ingenuità. Spiazzante, per molti versi, vista la carica di disillusione della scaletta che avevo preparato per il reading, eppure tremendamente genuina e piacevole. Fa piacere, ogni tanto, respirare un’aria così positiva e vedere un insieme di ragazzi giovanissimi con tanta voglia di fare, di confrontarsi e di comunicare in mille modi diversi.
    Il reading credo sia stato uno dei miei più “estremi” e diretti, con anche una reinterpretazione di De André inserita in chiusura del mio brano più denso (spero che Fabrizio, ovunque si trovi ora, non mi abbia odiato troppo). E devo dire che anche il connubio con Àlia ha funzionato molto bene: le sue canzoni affascinano sempre di più ascolto dopo ascolto, con la loro delicatezza di fondo e quel tocco di malinconia che ti si insinua sotto pelle.

    verranno a chiederti di R|Zero
  • intervista su SuccoAcido

    La sensazione che ho in questo momento è quella di avere, con i romanzi scritti finora, espresso tutto ciò che avevo da dire per cui, quando tornerò a posare la penna sul foglio, sarà per forza di cose per comunicare qualcosa di completamente diverso e nuovo. Ma ovviamente non so quando e come sarà. Vedremo…“: si chiude così una lunga intervista al sottoscritto che il magazine SuccoAcido ha da poco pubblicato.

    Clicca qui per leggere l’intervista on-line

    intervista su SuccoAcido
  • Errezero

    Quando, nel 2007, ho iniziato a frugare fra i miei vecchi appunti per mettere insieme “Tutto passa invano”, non avrei mai pensato di salire poi su un palco a leggere e raccontare direttamente le mie storie a un pubblico. Se ho iniziato a farlo è stato solo per via di una lettera, ricevuta proprio all’indomani dell’uscita di quel libro, che mi ha illuminato su quanta vita ci fosse in quelle storie e quanto prezioso (per me) potesse essere ridargli corpo e respiro rileggendole e raccontandole di nuovo. E così, dopo cinque anni e mezzo contornati da altri tre libri e una cinquantina fra reading e presentazioni varie, sono ancora qui, con lo stesso spirito, a dispetto di un filo di stanchezza emotiva e del mondo che cambia velocissimo attorno a me. Almeno per ora.

    Sabato (13 aprile) sarò a Cremona, al circolo Luogocomune (via Speciano 4), dove i ragazzi dell’associazione Winter Beach organizzano un festival chiamato ErreZero: si tratta di una lunga giornata che, fin dal primo pomeriggio, sarà piena di incontri, reading, workshop, concerti ed eventi artistici di ogni genere. Con me ci sarà Àlia, cantautore raffinato fresco d’esordio (il suo ep, “Ària”, si può scaricare gratuitamente su Bandcamp) che ha già accompagnato la presentazione di “Schegge di vetro”, ed insieme, verso le ore 16:30, metteremo in scena un piccolo reading-concerto mischiando le mie storie e la sua musica. Subito dopo di noi, in rappresentanza di Neverlab, suonerà anche l’ex Hogwash Enrico Ruggeri con il progetto “Musteri Hinna Föllnu Steina”.

    Errezero

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