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“La prima ultima volta” secondo Paolo Pelizza
Paolo Pelizza è un caro amico che collabora come me con Rock Targato Italia e con cui ho condiviso diverse cose: questo è giusto e doveroso dirlo. Però è anche una persona dotata di un’onestà intellettuale che non fa sconti a nessuno e che ama dire sempre ciò che pensa.
Tutto questo per segnalare che, proprio sul sito di Rock Targato Italia, all’interno della rubrica “Le visioni di Paolo”, è uscita un’attenta e più che lusinghiera riflessione di Paolo Pelizza su “La prima ultima volta“.
“Non so se la vita del Vecchio sia come recita il testo «una vita come tante». Supposto che esista una vita che sia come tante. Questo racconto a ritroso non è come tanti. E’ vivo e suggestivo. Così come sono vivi e tridimensionali i tre personaggi e quelli evocati nel racconto.” dice fra le altre cose l’articolo. -
gli ascolti di giugno 2023
Ci avviciniamo al giro di boa di questo instabile e sempre meno decifrabile 2023. Dunque, prima che i tormentoni estivi inizino a giocare a racchettoni con i consigli pomposi a reti unificate su come sopravvivere alle ondate di calore, sul sito di Rock Targato Italia torno a consigliare sei bei dischi usciti in queste ultime settimane. Questa volta parlo di Ettore Giuradei, Galoni, Talèa, Paolo Benvegnù, L’Avvocato Dei Santi e Il Ciclo Di Bethe.
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“La prima ultima volta” sul Giornale di Erba
Sul numero di oggi (3 giugno) del Giornale di Erba si parla anche de “La prima ultima volta” con un articolo che lo presenta giustamente come “un’opera introspettiva”. Ovviamente, considerato anche che non sono mai stato particolarmente “profeta in patria”, non può che farmi piacere il fatto che il primo articolo sul nuovo romanzo arrivi da un giornale della mia terra.
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l’origine de “La prima ultima volta”
Ho conosciuto Vanna Mazzei nella primavera del 2018 e fin da subito ci è capitato di condividere qualche progetto e diverse chiacchierate. L’idea di provare a scrivere qualcosa insieme è partita da lei, che in precedenza aveva già sperimentato alcune esperienze di scrittura collettiva e continua a farlo tuttora, e ammetto che, per svariate ragioni, ci ha messo parecchio a convincermi.
La stesura de “La prima ultima volta” è iniziata così, senza obbiettivi precisi o scadenze prefissate, solo per il gusto di rimescolare le carte e vedere cosa poteva uscire dal confronto fra due menti particolari provenienti da percorsi diversissimi fra loro, ed è andata avanti per un paio di anni prima di arrivare alla versione che ci è sembrato giusto considerare definitiva.
Siamo partiti dall’immagine di un uomo anziano che decide di riassaporare tutta la propria esistenza ripensando alle sue “ultime volte”. Tutto il resto è venuto da sé, rimasticando di continuo l’uno le idee dell’altra facendole costantemente diventare qualcos’altro. Sicuramente non è un romanzo facile e non è una lettura che fa sconti, anche perché sia io che Vanna abbiamo la naturale propensione a scavare oltre la superficie e il confronto fra di noi è diventato spesso un ulteriore incentivo a spingerci sempre oltre, però credo sia un romanzo che prova a lanciare interrogativi che mi sembrano importanti. E ora, da qualche giorno, grazie a Edizioni del Faro, è disponibile davvero ovunque sia in versione ebook che in formato cartaceo tradizionale. -
due chiacchiere con Max Zanotti
Ho conosciuto Max Zanotti quando, nei primi mesi del 2000, mi capitò per puro caso fra le mani un demo dei suoi Deasonika. A quel tempo mi alimentavo costantemente di musica mentre lui suonava spesso nei localini della provincia e stava preparando quello che sarebbe stato l’album d’esordio della band. Il suo talento, insieme a quello dei suoi compagni d’avventura dell’epoca, mi ha folgorato allora e non ho mai smesso di ammirarlo continuando a seguire con grande attenzione tutto il suo percorso.
Ogni volta che, nel corso di tutti questi anni, mi è capitato di incrociarlo per un’intervista, un concerto o qualche altro evento, mi ha sempre fatto piacere respirare la sensazione di ritrovare una persona genuina e talentuosissima che è partita dal mio stesso luogo e ha saputo muoversi con estrema coerenza in un mondo difficilissimo. È stato così anche un paio di giorni fa, quando ci siamo incontrati virtualmente per un’intervista pubblicata oggi sui canali video di Rock Targato Italia. Abbiamo parlato di The Elephant Man, il suo nuovo progetto rivolto al mercato internazionale, ma anche delle nostre comuni origini e di molte cose successe in tutti questi anni.
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