Dall’emergenza permanente alla guerra “imminente”

Sono ormai diversi mesi che i media e la politica stanno facendo di tutto per “normalizzare” il concetto di guerra da parte del nostro Paese e convincerci della necessità di prepararci a “difenderci” da chissà quale minaccia. Ormai siamo arrivati a livelli di propaganda grotteschi e la cosa dovrebbe preoccuparci parecchio, non tanto per li rischio concreto che possano da un giorno all’altro spedirci tutti quanti al fronte quanto semplicemente per il fatto che evidentemente si sta ripetendo il giochetto dell’instaurare un clima di tensione per poter manipolare più agevolmente i nostri comportamenti e dirottare importanti somme di denaro dove più fa comodo al potere. D’altra parte dovremmo avere imparato già da tempo come funziona questa triste era dell’emergenza permanente.
Opporsi ai ridicoli “piani di riarmo”, agli “incrementi della spesa bellica” e ai tentativi di alzare le tensioni dovrebbe essere, al giorno d’oggi, la priorità oggi per chiunque. Invece ciò che accade sotto il nostro sedere è proprio ciò che stiamo ignorando tutti quanti con la maggior determinazione.