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  • “La prima ultima volta” secondo Paolo Pelizza

    Paolo Pelizza è un caro amico che collabora come me con Rock Targato Italia e con cui ho condiviso diverse cose: questo è giusto e doveroso dirlo. Però è anche una persona dotata di un’onestà intellettuale che non fa sconti a nessuno e che ama dire sempre ciò che pensa.
    Tutto questo per segnalare che, proprio sul sito di Rock Targato Italia, all’interno della rubrica “Le visioni di Paolo”, è uscita un’attenta e più che lusinghiera riflessione di Paolo Pelizza su “La prima ultima volta“.
    “Non so se la vita del Vecchio sia come recita il testo «una vita come tante». Supposto che esista una vita che sia come tante. Questo racconto a ritroso non è come tanti. E’ vivo e suggestivo. Così come sono vivi e tridimensionali i tre personaggi e quelli evocati nel racconto.” dice fra le altre cose l’articolo.

    “La prima ultima volta” secondo Paolo Pelizza
  • “La prima ultima volta” sul Giornale di Erba

    Sul numero di oggi (3 giugno) del Giornale di Erba si parla anche de “La prima ultima volta” con un articolo che lo presenta giustamente come “un’opera introspettiva”. Ovviamente, considerato anche che non sono mai stato particolarmente “profeta in patria”, non può che farmi piacere il fatto che il primo articolo sul nuovo romanzo arrivi da un giornale della mia terra.

    “La prima ultima volta” sul Giornale di Erba
  • l’origine de “La prima ultima volta”

    Ho conosciuto Vanna Mazzei nella primavera del 2018 e fin da subito ci è capitato di condividere qualche progetto e diverse chiacchierate. L’idea di provare a scrivere qualcosa insieme è partita da lei, che in precedenza aveva già sperimentato alcune esperienze di scrittura collettiva e continua a farlo tuttora, e ammetto che, per svariate ragioni, ci ha messo parecchio a convincermi.
    La stesura de “La prima ultima volta” è iniziata così, senza obbiettivi precisi o scadenze prefissate, solo per il gusto di rimescolare le carte e vedere cosa poteva uscire dal confronto fra due menti particolari provenienti da percorsi diversissimi fra loro, ed è andata avanti per un paio di anni prima di arrivare alla versione che ci è sembrato giusto considerare definitiva.
    Siamo partiti dall’immagine di un uomo anziano che decide di riassaporare tutta la propria esistenza ripensando alle sue “ultime volte”. Tutto il resto è venuto da sé, rimasticando di continuo l’uno le idee dell’altra facendole costantemente diventare qualcos’altro. Sicuramente non è un romanzo facile e non è una lettura che fa sconti, anche perché sia io che Vanna abbiamo la naturale propensione a scavare oltre la superficie e il confronto fra di noi è diventato spesso un ulteriore incentivo a spingerci sempre oltre, però credo sia un romanzo che prova a lanciare interrogativi che mi sembrano importanti. E ora, da qualche giorno, grazie a Edizioni del Faro, è disponibile davvero ovunque sia in versione ebook che in formato cartaceo tradizionale.

    l’origine de “La prima ultima volta”
  • il primo passo de “La prima ultima volta”

    E’ stato un primo passo più impegnativo del previsto, per “La prima ultima volta“, la breve partecipazione al Salone del Libro di Torino. Il maltempo e un afflusso massiccio di pubblico hanno messo totalmente a nudo i limiti organizzativi della città e dello spazio in cui si svolge la fiera trasformando il Salone in un’esperienza molto poco vivibile.
    Nonostante tutto però, per me e Vanna Mazzei è stato importante esserci e compierlo, questo primo passo, lasciandoci abbracciare dalle cose positive come l’accoglienza sempre perfetta degli amici di Edizioni del Faro. Ci sarà modo di parlarne ampiamente, da qui in avanti, di questo strano e affascinante romanzo scritto a quattro mani. Sono convinto che lo meriti.

    il primo passo de “La prima ultima volta”
  • “La prima ultima volta” al Salone Del Libro di Torino

    Ci vuole ancora qualche giorno di pazienza prima che “La prima ultima volta” possa essere disponibile ovunque sia in formato cartaceo che in ebook, ma ormai ci siamo quasi. Nell’attesa, chi passerà dal Salone Del Libro di Torino potrà trovare il romanzo direttamente allo stand di Edizione Del Faro (padiglione 2, stand F47) e sabato (20 maggio), dalle ore 14 alle 16, saremo lì anche io e Vanna Mazzei per iniziare a raccontare il libro a chi vorrà fermarsi a salutarci.

    “La prima ultima volta” al Salone Del Libro di Torino
  • È in arrivo “La prima ultima volta”

    Io e Vanna Mazzei abbiamo scritto un romanzo a quattro mani. S’intitola “La prima ultima volta” e, grazie a Edizioni del Faro, è ormai prossimo alla pubblicazione. Fra pochissime settimane sarà disponibile ovunque ma in questo momento è già ordinabile in anteprima sul sito dell’editore. Credo sia un lavoro molto particolare. La sinossi recita così:

    Il vecchio sa di essere ormai giunto alle battute finali della propria vita. È troppo stanco per potersi muovere dalla poltrona su cui siede e la sua mente alterna frangenti di lucidità a lunghi momenti di totale confusione. Prima di abbandonare questa terra vuole però fare un’ultima cosa: rivivere tutta la sua esistenza a ritroso riassaporandone ogni istante e lasciando che le asole lungo cui far scorrere il filo dei ricordi sia rappresentato dalle sue “ultime volte” (l’ultima volta che ha fatto una certa cosa o provato un determinata sensazione).
    Nasce così una sorta di inusuale dialogo teatrale in tre atti in cui il vecchio mette completamente a nudo la propria storia, le proprie debolezze e i propri pensieri partendo dai giorni della vecchiaia per attraversare quelli della maturità e della gioventù prima di finire inevitabilmente immerso nel mistero sconfinato della nascita.
    Un romanzo dalla forma insolita e dal contenuto introspettivo che accompagna il lettore in un percorso ombroso di profonda riflessione sul senso delle cose della vita, sulle ragioni delle scelte che ognuno di noi compie e sulle fragilità più o meno nascoste con cui ogni essere umano è chiamato prima o poi a fare i conti.

    È in arrivo “La prima ultima volta”
  • celebrazioni mancate

    Da pochissimi giorni la nuova pubblicazione de “L’uomo a pedali” ha compiuto due anni. Avevo programmato già da tempo di festeggiare la ricorrenza in modo particolare durante il fine settimana appena concluso ma qualche intoppo burocratico imprevisto mi ha poi costretto a cambiare programma. Peccato ma evidentemente doveva andare così. Dopotutto anche il protagonista del libro ha sempre avuto un rapporto tumultuoso con le celebrazioni.
    Nel frattempo si avvicina il momento in cui iniziare a parlare dei nuovi progetti, questa volta lontano dalla bicicletta. Una decina di giorni fa abbiamo scattato le nuove foto promozionali (che ovviamente non c’entrano con quella che si vede accanto a queste parole) che accompagneranno ciò che accadrà in primavera e si sa che, quando arriva il momento delle fotografie, la nuova partenza è ormai prossima. Tempo poche settimane e tutto ciò che c’è da comunicare sarà comunicato.
    Penso che il nuovo progetto segnerà un’affascinante rottura di tutti gli schemi creativi che ho seguito finora e rappresenterà una bella sfida, ma resto comunque convinto che anche il percorso de “L’uomo a pedali” abbia ancora qualcosa da dare e non si esaurirà qui, dunque credo che le due cose procederanno parallele e sarà come sempre ciò che accadrà lungo la strada a segnare la direzione e a mettere insieme i pezzi del mosaico fra presente e futuro. Vedremo…

    celebrazioni mancate

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