Categoria: diario

  • questi anni da fast food

    Una piccola inutile riflessione primaverile:
    Viviamo un’epoca in cui tutto deve essere spettacolare e veloce. Viviamo un’epoca in cui tutto ciò a cui assistiamo deve essere “il migliore di tutti i tempi”. Viviamo un’epoca in cui ogni proposta deve essere coinvolgente e immediatamente accessibile a chiunque senza sforzo.
    Sono considerazioni banali, lo so, ed è già da parecchio tempo che si la direzione imboccata è questa, ma non si può non prendere atto che questa ricerca del sensazionalismo a tutti i costi si sta allargando a macchia d’olio anche agli ambiti più insospettabili. Penso alla musica, dove la ricerca ossessiva di un certo “giovanilismo” forzato sembra contagiare sempre di più anche gli ambienti meno nazionalpopolari. Penso allo sport, dove si spinge sempre di più per avere competizioni che tengano costantemente alto il pathos o dove si alimentano continuamente discorsi infantili per fomentare l’esaltazione più becera dei tifosi. Penso alla letteratura, dove… vabbè… non c’è neanche bisogno di dirlo.
    Sembra si stia dimenticando che alcune situazioni si possono apprezzare realmente solo dopo avere imparato con pazienza a leggerne fra le righe il linguaggio e le sfumature. Sembra si faccia sempre più fatica a ricordare che il fascino di molte cose è proprio nella complessità, nell’attesa o nei piccoli dettagli. Sembra che troppi, in diversi ambiti, abbiano ormai rinunciato a portare avanti una propria identità per rassegnarsi a rincorrere la mentalità che domina quest’epoca da fast-food. Ed è un vero peccato perché, con questa smania di sensazionalismo, si stanno perdendo molte cose preziose.

    questi anni da fast food
  • gli ascolti di aprile 2024

    È una primavera che sembra volersi concedere qualche momento di esitazione prima di decidersi a entrare nel vivo. Anche in questo aprile instabile torna comunque la mia abituale rubrica dedicata ai consigli musicali sul sito di Rock Targato Italia. Questa volta racconto i nuovi album di Luca Urbani, La Crus, Paolo Zangara, Silvia Conti, Pindhar e Shajara Ensemble.

    gli ascolti di aprile 2024
  • Pasqua, il Fiandre e “L’uomo a pedali”

    “Era il giorno di Pasqua e a casa dei nonni si mangiava, si beveva, si rideva e si chiacchierava con tutta la famiglia riunita attorno al tavolo del salotto.
    «Restate qui oggi pomeriggio, così guardiamo il Fiandre tutti insieme.» aveva detto il nonno mentre aspettavano il caffè.
    «Cos’è il Fiandre?» s’intromise il piccolo Sergio con la curiosità tipica dei bambini.
    «È una corsa in bicicletta. La corsa più bella del mondo.» rispose uno zio […]
    Fu amore. Non avrebbe potuto essere altrimenti. Ancora non sapeva leggere ma quelle immagini gli entrarono nel profondo e non lo lasciarono più, tanto che da quel giorno non ci fu mai più un Giro delle Fiandre senza Sergio incollato alla televisione, rapito da quelle strade e completamente isolato da tutto il resto del mondo.
    A distanza di anni ci si potrebbe chiedere se l’avere amato tanto quella corsa così imprevedibilmente romantica e immersa in quei paesaggi pregni di malinconia non possa avere in qualche modo influenzato il suo destino oppure se amò quella corsa proprio perché, in quel susseguirsi infinito di strappi e in quell’eterno autunno in cui il verde non è mai troppo brillante, vide in qualche modo riflessa la propria anima. Ma sono domande per le quali non esiste una risposta.”
    (da “L’uomo a pedali“)

    Una piccola autocitazione per augurare una Pasqua serena a tutti e in modo particolare a chi la passerà con la mente lassù fra le pietre del Giro delle Fiandre.

    Pasqua, il Fiandre e “L’uomo a pedali”
  • “L’uomo a pedali” alla Granfondo del Po

    “Per lui, abituato a tenere gli occhi costantemente fissi verso una vetta, era strano non vedere una montagna nemmeno all’orizzonte e perdersi con lo sguardo in quel verde e ocra sconfinato che si vedeva distintamente baciare il cielo in un punto lontanissimo che le sue pupille riuscivano solo ad accarezzare” (da “L’uomo a pedali“).
    Domenica, pedalando alla Granfondo del Po, mi è tornato inevitabilmente in mente questo passaggio del mio romanzo. La manifestazione che parte da Ferrara è senza dubbio qualcosa di atipico, con un percorso senza nemmeno un metro di salita che si snoda fra i paesaggi dal fascino inusuale che accompagnano le sponde del Po verso il delta, creando un contrasto particolare fra l’alta velocità a cui l’andamento della gara invita costantemente e i ritmi sincopati della vita che sembra scorrere tutt’attorno.
    Dopo un inverno un po’ complicato, per quanto mi riguarda è stato un eccellente primo passo di una stagione in cui ho ancora molta voglia di continuare a portare lo spirito de “L’uomo a pedali” a respirare aria nuova lungo le strade.

    “L’uomo a pedali” alla Granfondo del Po
  • un inaspettato sorso di whisky

    La serata al Wine Bar La Rocca di Sala Baganza (PR) è stata una piccola grande magia. Fatico a trovare altri termini per descriverla, data l’atmosfera stracolma di attenzione e di affetto verso le mie storie che ho potuto respirare. Davvero, dopo quasi sette anni che non mi capitava di salire su un palco, non avrei saputo immaginare un contesto migliore per tornare a farlo.
    È stato uno spettacolo bello denso, costellato dalle storie che hanno maggiormente caratterizzato il mio percorso e arricchito da qualche piccola improvvisazione. Ma a rendere tutto realmente unico è stata sicuramente l’accoglienza commovente che ho ricevuto sia dai vecchi amici passati apposta a trovarmi che da quanti mi ascoltavano per la prima volta, dunque non posso che ringraziare di cuore coloro che sono intervenuti e soprattutto lo staff del bar che ha fortemente voluto che questa magia si realizzasse e che ha saputo incastrare ogni tassello in modo impeccabile. Grazie davvero di cuore.

    un inaspettato sorso di whisky
  • il 12 marzo a Sala Baganza (PR)

    Martedì 12 marzo sarò a Sala Baganza (PR), al Wine Bar La Rocca, per riabbracciare qualche amico e tornare a dare voce a qualche vecchia storia.
    È passato qualche anno dall’ultima volta in cui mi è capitato di raccontare le mie storie su un palco e, se devo essere sincero, in tutto questo tempo sono stato convinto, per svariate ragioni, di avere ormai chiuso quel capitolo. Nonostante questo però, quando gli amici del Wine Bar La Rocca mi hanno contattato per propormi di passare a trovarli e di preparare apposta per loro un piccolo spettacolo, il pensiero di dire di no non mi ha proprio sfiorato. D’altra parte agli amici non si dice mai di no e quando le coincidenze dell’universo ti sorprendono offrendoti certe opportunità non è mai bello sottrarsi. Così, in modo del tutto estemporaneo, per una sera si torna in scena. E credo che sarà una bella botta di vita.
    Lo spettacolo inizierà alle 21 ma consiglio di venire prima, così c’è tempo per stare insieme e godersi la serata. In fondo sarà più una festa che uno spettacolo.

    il 12 marzo a Sala Baganza (PR)
  • gli ascolti di marzo 2024

    Sono tempi tremendamente mutevoli, proprio come il mese di marzo: gli argomenti tabù diventano da un giorno all’altro vessilli agitati da chiunque; gli eroi nazionali si ritrovano in un lampo nella polvere; i “buoni” diventano in un istante “cattivi” e viceversa. Più che discutere di ognuno di questi mutamenti credo però che sarebbe interessante provare ad annusare l’aria e cercare di intuirne le ragioni profonde e la direzione in cui ci vogliono portare. In attesa di riuscirci, comunque, sul sito di Rock Targato Italia è uscito il mio consueto articolo dedicato ai consigli musicali del mese. Questa volta parlo dei nuovi lavori di Sara Parigi, Stefano Attuario, Roberto Cicogna, The Howling Orchestra, Varanasi, Al Vox e Oslo Tapes.

    gli ascolti di marzo 2024
  • “L’uomo a pedali” e la Randolario

    L’uomo a pedali” sarà partner della Randolario, la manifestazione ciclistica del lago di Como organizzata dal Bike Team Malgrate che si svolgerà domenica 10 marzo con partenza da Lecco. Sarà un bellissimo appuntamento che accoglierà centinaia di amanti della bicicletta che potranno scegliere di cimentarsi su uno dei tre percorsi proposti (il principale di 195 km che seguirà per intero le sponde del Lario e visiterà anche le due principali valli che lo sfiorano, più altri due di 100 km e di 52 km). Fra i premi che verranno assegnati a sorteggio fra tutti i partecipanti ci saranno anche tre copie del mio romanzo.
    Per gli amici ciclisti che volessero lanciarsi nell’avventura, le iscrizioni sono aperte fino a giovedì 7 marzo sul sito della manifestazione.

    “L’uomo a pedali” e la Randolario
  • Erba e il tritacarne mediatico

    Nei prossimi giorni il tribunale discuterà la possibilità di revisione del processo per la strage di Erba del 2006 e credo che questa vicenda, al pari di quella di Brembate del 2010 e di altre, meriti una riflessione che riguarda tutti noi.
    Il fatto che la condanna di Rosa Bazzi e Olindo Romano sia stata frutto esclusivamente di scandalose manipolazioni mediatiche e giudiziarie penso sia ormai evidente a chiunque abbia provato a informarsi seriamente sulla vicenda. Volendo però ampliare il discorso credo che, allo stato attuale delle cose, tutti quanti dovremmo provare almeno un minimo di preoccupazione di fronte a un sistema che, come accaduto per esempio in questo caso o in quello di Massimo Bossetti, porta delle persone totalmente estranee ai fatti a venire ingiustamente private della libertà e sottoposte a una vergognosa gogna mediatica in modo artefatto e indegno di un Paese civile, fra animi aizzati dai polveroni giornalistici e verità spudoratamente falsate per l’esigenza di trovare rapidamente un “mostro” da dare in pasto all’opinione pubblica. Tutti dovremmo avere paura di un circo mediatico e giudiziario che troppo spesso si trasforma in un tritacarne da cui chiunque, in modo assolutamente casuale, può venire travolto. Perché purtroppo, alla luce dei fatti, ciò che è accaduto a queste persone può accadere in qualunque momento a chiunque di noi.

    Erba e il tritacarne mediatico
  • rileggendo “Filo Alto”

    “Ho troppo poco tempo per pensare a tutto ciò a cui vorrei pensare. Non ho nemmeno il tempo per ricordare tutto ciò che vorrei ricordare. Ero ancora un bambino quando mi hanno insegnato che lasciarsi sfiorare dalla paura di cadere ti porta inevitabilmente a cadere. Ma passare la vita ad evitare la paura solo per evitare di cadere non è forse un altro modo di avere paura?” (da “Filo Alto“)

    In queste settimane mi è capitato di rileggere il mio racconto “Filo alto” e, a distanza di ormai diversi anni, l’ho trovato ancora parecchio denso. Il racconto è ovviamente sempre disponibile gratis su queste stesse pagine.

    rileggendo “Filo Alto”
  • guardando “Kissing Gorbaciov”

    Qualcuno ricorderà che qualche mese fa ho intervistato i registi del documentario “Kissing Gorbaciov“, che all’epoca era ancora in fase di montaggio. Ora il film è uscito e, dopo averlo visto, posso confermare che è molto interessante.
    Il progetto, come è noto, racconta lo scambio culturale avvenuto alla fine degli anni ’80 fra Italia e Unione Sovietica, con un festival in un paesino del Salento che vide sul palco anche alcune band provenienti da oltre la cortina di ferro a cui fece seguito un mini tour di CCCP, Litfiba, Rats e Misti & Missis a Mosca e Leningrado. Un racconto particolarissimo fatto dalla viva voce di chi l’ha vissuto in prima persona (con i CCCP ovviamente protagonista assoluti) e arricchito da diverse riprese dell’epoca che ritraggono sia momenti live che frammenti dell’organizzazione e del viaggio.
    Un film che rappresenta una testimonianza davvero densa che porta a gettare lo sguardo su un’Italia diversissima da quella attuale, sul mondo sovietico a un passo dal crollo del muro di Berlino, su un’esperienza decisamente fuori dagli schemi e su un momento di passaggio cruciale sia sul piano storico che su quello artistico, ma forse anche una fonte di spunti di riflessione sul nostro presente.
    Ne ho parlato in modo più approfondito sul sito di Rock Targato Italia.

    guardando “Kissing Gorbaciov”
  • due chiacchiere con Lorenzo Del Pero

    Le interviste che faccio periodicamente per i canali di Rock Targato Italia sono una bella occasione per fare due chiacchiere con persone che stimo. Con Lorenzo Del Pero non abbiamo mai avuto occasione di incontrarci di persona ma da tempo ammiro la sua voce potentissima e soprattutto la sua scrittura spigolosa piena di immagini evocative ma capace di esprimere uno sguardo caustico sul mondo. La chiacchierata con lui, oltre a confermarmi di avere a che fare con un artista purissimo, mi ha fatto scoprire anche una persona dotata di un’umiltà spiazzante.

    due chiacchiere con Lorenzo Del Pero
  • gli ascolti di febbraio 2024

    Anche il mese più corto dell’anno non può iniziare senza rispettare il tradizionale appuntamento con la mia rubrica dedicata ai consigli musicali sul sito di Rock Targato Italia. Questa volta racconto i nuovi lavori di Paolo Benvegnù, En Roco, Emiliano Mazzoni, I Pixel, Marco Cantini, Zero.55 e Inside The Hole.

    gli ascolti di febbraio 2024
  • “Felicitazioni!”, la mostra sui CCCP

    Ci sono diverse similitudini fra il tempo presente e gli anni ’80, a partire dalle costanti tensioni mondiali fino al clima di smobilitazione intellettuale e la sensazione di stare ballando incessantemente aspettando la fine di qualcosa. Forse anche per questo molte canzoni dei CCCP suonano più attuali che mai e la mostra a loro dedicata a Reggio Emilia sta avendo un successo enorme.
    Da grande estimatore di Giovanni Lindo Ferretti in ogni sua incarnazione, non potevo non visitare l’esposizione e devo dire che è qualcosa di davvero affascinante che porta a immergersi totalmente nell’immaginario della band in ogni sua sfaccettatura. Merita assolutamente di essere assaporata e ne ho parlato anche in modo più dettagliato sul sito di Rock Targato Italia.

    “Felicitazioni!”, la mostra sui CCCP
  • la triste fine degli artisti

    C’è una strana anomalia che in questi tempi mi è capitato di notare con una certa frequenza: sembra che la maggioranza degli artisti, che come diceva De André dovrebbero essere una sorta di anticorpo che difende la società dagli eccessi del potere, abbia scelto di invertire il proprio ruolo ed ergersi a difensore dello status quo o al massimo unirsi a qualche coro fumoso perfettamente in linea con l’andamento generale delle cose. Pare che la critica verso i potenti e la capacità di sviluppare pensieri indipendenti vengano sempre più spesso soppiantate da una sorta di sarcasmo rancido verso il nemico pubblico mediatico del momento o verso le voci non allineate, finendo con l’alimentare quell’infantile gioco di infinite divisioni fra poveri che ormai è una vera piaga sociale.
    Certo, per fortuna c’è ancora qualche eccezione, anche se si tratta per lo più dei soliti vecchi noti e qualche sporadica bella sorpresa, ma la cosa mi sembra parecchio triste. Anche perché, per quanto non si tratti certo una tendenza nuova, ho la sensazione che in quest’ultimo periodo la deriva si stia acuendo sempre di più. “E pensare che c’era il pensiero”, diceva Gaber.

    la triste fine degli artisti
  • LeggendoInsieme segnala “La prima ultima volta”

    Non ho ancora idea di cosa potrà riservare il 2024. In attesa di scoprirlo, però, i miei libri continuano a girare per il mondo con le proprie gambe e ieri il blog letterario LeggendoInsieme, che tempo fa aveva recensito con entusiasmo anche “L’uomo a pedali“, ha segnalato sulle proprie pagine “La prima ultima volta“.

    LeggendoInsieme segnala “La prima ultima volta”
  • gli ascolti di gennaio 2024

    Gennaio ha sempre un’aria stranamente transitoria. I buoni propositi sono già dimenticati, le luminarie spente in attesa di essere rimosse vegliano malinconicamente sul grigio delle strade e ognuno cerca di muovere i primi passi incerti sul terreno instabile del nuovo anno. In mezzo a tutto questo, sul sito di Rock Targato Italia torno a parlare di musica raccontando i nuovi album di Narratore Urbano, Carver, Tommaso Imperiali, Marco Ancona, Rebis e Autune.

    gli ascolti di gennaio 2024
  • …aspettando il 2024

    “…e l’anno che è passato è solo un anno che se n’è andato via”, cantava il professor Vecchioni in un suo brano minore.
    Del 2023, a livello personale, potrò sicuramente ricordare la pubblicazione de “La prima ultima volta” insieme a Vanna Mazzei: un’esperienza totalmente diversa rispetto a tutti i miei lavori precedenti che però credo esprima riflessioni importanti e soprattutto è servita a lasciare una traccia concreta di una collaborazione preziosa tanto sul piano letterario quanto su quello umano. Oltre a questo ci sono stati tanti chilometri percorsi, con il cammino de “L’uomo a pedali” che ha continuato ad andare avanti facendomi vivere diversi bei momenti.
    Dunque, senza promesse e senza propositi ma con gli occhi sempre bene aperti sull’incessante declino del mondo, prepariamoci ad appendere al muro un nuovo calendario. E l’unica cosa che mi sento di dire a riguardo è che, tutto sommato, per quanto l’ottimismo non sia mai stato il mio forte, un anno che inizia promettendo, fra le altre cose, la reunion dei CCCP e quella degli Estra, qualcosa di buono lo dovrà pur portare con sé.
    Buon anno!

    …aspettando il 2024
  • Buon Natale!

    Buon Natale!
    Che quelli che stanno arrivando possano essere per tutti giorni colmi di calore e serenità.

    Buon Natale!
  • Più Libri Più Liberi 2023

    Quella di quest’anno è stata la mia decima partecipazione a Più Libri Più Liberi. La fiera romana è dunque un contesto che mi è familiare ormai da tempo ed era naturale che il cammino promozionale de “La prima ultima volta” dovesse passare anche di lì.
    Proprio qualche giorno fa dicevo che in questi tempi confusi c’è bisogno di certezze a cui appoggiarsi e senza dubbio anche questa volta posso confermare che fra le sicurezze a cui mi fa sempre piacere affidarmi posso annoverare anche l’atmosfera di Roma a inizio dicembre, gli incontri spesso sorprendenti che si fanno fra i corridoi variopinti della fiera e ancora di più i sorrisi degli amici di Edizioni del Faro che mi supportano con affetto e tenacia fin dai miei esordi.
    A distanza di poco più di sei mesi dalla pubblicazione de “La prima ultima volta“, credo di potermi dire soddisfatto di tutto ciò che anche questo progetto così particolare e spigoloso ha saputo portare con sé strada facendo. La scrittura di quel romanzo è stata un’esperienza umana incredibile per via del continuo confronto con Vanna Mazzei durato più di un anno, ma anche dopo la pubblicazione, come ha confermato anche l’esperienza romana, ha saputo continuare a regalare dei bei momenti e degli incontri positivi.

    Più Libri Più Liberi 2023

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