i poeti di San Vittore

Cara Elisabetta,
  Alda Merini diceva che essere un poeta non significa scrivere poesie ma saper guardare la vita con un occhio speciale, capace di cogliere le sfumature che i comuni mortali ignorano, e che, per questo, molti dei più grandi poeti che lei avesse mai incontrato erano in realtà persone semplici, lontanissime dal mondo della “cultura” e magari incapaci anche di scrivere una sola riga.
  L’incontro con i ragazzi di San Vittore non ha potuto non riportarmi alla mente questa riflessione. Quell’incontro, vissuto in un clima così disteso e inaspettatamente familiare, è stato una delle esperienze più dense e significative della mia vita: dagli sguardi, dai sorrisi e dalle parole di questi ragazzi ho sicuramente ricevuto molto più di quanto io, con un semplice romanzo, posso pensare di avergli dato in cambio. Fra quelle mura ho trovato persone fantastiche e genuine, a dispetto delle storie difficili che ognuno di loro ha alle spalle, pervase da un desiderio incredibilmente profondo di ascoltare e confrontarsi con ciò che gli raccontavo, facendo anche domande “scomode” e intervenendo di continuo per arricchire l’incontro con le loro impressioni e le loro esperienze di vita.
  Su una parete della saletta in cui si è tenuto l’incontro c’era un ritratto a matita (o a carboncino?) di Gaber che sorrideva con la sua espressione inconfondibile. Credo che anche lui sarebbe rimasto ammaliato da quell’atmosfera e da quella voglia di comunicare abbattendo qualunque barriera.
  Ora aspetto con ancora maggiore entusiasmo e curiosità martedì (2 agosto), per ritornare a San Vittore per la seconda parte dell’incontro.
    Un abbraccio
      Rob