cinque anni dopo

Esattamente cinque anni fa usciva “Tutto passa invano”: un insieme di racconti ripescati dai miei cassetti e pubblicati davvero senza nessun tipo di attesa, solo per l’esigenza di fissare definitivamente nel tempo alcuni pensieri che mi inseguivano ormai da troppo tempo. A posteriori credo sia un libro molto grezzo, estremamente personale e sincero, a tratti ingenuo eppure, per quanto mi riguarda, ancora denso di significati.
Aprendone una pagina a caso mi è caduto l’occhio su una delle poesiole conclusive:

Scavo tuttora macerie inquiete
di un mondo crollato ad un soffio di vento
e riscrivo sempre la stessa poesia
con parole diverse perché non sembri vera

Conosco un uomo che ama i fantasmi
e si crogiola all’ombra di sogni usa e getta
Non toccare la meta gli dà sicurezza
Sia mai che un approdo deluda le attese

Era il ragazzo che amava le fiabe
ma non ha saputo mai scriver la sua
Non ci crede più ma continua a cullarla
La realtà è il tempo morto fra un verso ed un altro