Tamburlan(d)o

In genere non amo raccontare troppo a caldo ciò che mi succede: ho imparato che spesso è meglio aspettare qualche giorno per assimilare meglio le sensazioni ed evitare qualche banalità di rito. La vera forza della serata a Solza è stata però proprio l’enorme spontaneità, per cui questa volta va bene così.
Il Tamburlano è decisamente il posto che mancava, da queste parti: ambiente accogliente, atmosfera familiare e distesa, personaggi caratteristici, tanta voglia di fare e gestione fuori dagli schemi. Bello davvero. E’ stato un piacere enorme aver avuto la possibilità di contribuire proprio al week-end inaugurale ed è fin troppo facile prevedere che quel posto diventerà nei prossimi mesi un punto di ritrovo fisso.
La serata di ieri è stata intrisa proprio di quell’atmosfera: divertente, informale ma tremendamente poetica, con la musica delicatissima di Àlia, l’emozione palpabile di Cristian Villa, la malinconia penetrante della mia “neo sorella di drink” Letizia Merello e la genialità sempre sorprendente di Luca Barachetti. E il mio semi-inedito “George Gray” letto in apertura per scoprire fin dall’inizio i (miei) nervi più profondi. Bello.
Ormai i primi veli a “Schegge di vetro” sono stati tolti. Ancora una manciata di ore poi tutti potranno scaricarlo gratuitamente e farlo proprio.