magie a tempo determinato

In questi ultimi anni ho imparato che il palco è un luogo magico: quando ci sali le tue parole prendono vita e puoi lasciarti travolgere da loro al punto di sentirti come se ciò che stai raccontando stia davvero accadendo in quel preciso momento. In fondo il palco è una questione tremendamente privata, anche se tutto si svolge davanti a un pubblico che si spera possa vivere la stessa magia e farla in qualche modo propria.
Probabilmente non è così per tutti ma io, come il protagonista del mio romanzo, l’ho sempre vissuto in questo modo, anche se poi a fotterci c’è il dettaglio non di poco conto che si tratta di una magia a tempo determinato: non può cambiare lo stato reale delle cose e, una volta che le luci si spengono, tutto torna esattamente come prima. Ma forse è proprio per questo che c’è continuamente bisogno di ripeterla, questa magia, ed è per questo che ogni volta è bello e ne vale sempre la pena.
Era più a meno a questo che stavo pensando sabato a Firenze, mentre salivo sul palco del teatro Borgioli dopo una giornata pienissima di incontri e di sorrisi, e credo sia per questo motivo che, a ormai dieci mesi dall’uscita del romanzo, ancora non mi sono stancato di portare in giro per l’Italia la storia di Alice e di Francesco.