quarant’anni senza Rino Gaetano
Esattamente quarant’anni fa, con uno schianto all’alba contro un camion, se ne andava Rino Gaetano.
Qualche anno fa, mentre ero di passaggio a Roma, sono stato “a trovarlo” al cimitero del Verano e ricordo di essere rimasto spiazzato da quanta vita continui a ruotare attorno alla sua tomba. Ci vorrebbe una sua canzone, per raccontare gli incontri surreali di quella breve visita.
Al di là di tutto, a distanza di quarant’anni, le sue canzoni restano ancora vivissime con la loro freschezza, la loro irriverenza verso il potere, la loro capacità di raccontare la realtà quasi prendendosene gioco e il loro sguardo attentissimo sulla società, con quella capacità di cogliere l’importanza di episodi apparentemente secondari e quei versi dalle mille sfumature che forse in alcuni casi non siamo mai nemmeno riusciti a decifrare del tutto. Ciò che per fortuna è invece volato via col vento sono le etichette che per tutta la vita hanno provato ad appiccicargli addosso, perché in questo Paese le cose sono sempre andate così: se sei una mente davvero libera, qualcuno deve per forza cercare di castrarti con qualche “ismo” buttato lì a casaccio.