Categoria: diario

  • un pensiero sulle strade

    Nell’ultimo anno, per svariati motivi, ho pedalato molto poco ma purtroppo l’esiguo numero di chilometri che ho percorso è già più che sufficiente per farmi prendere atto di quanto sulle strade del nostro Paese ci si senta drammaticamente sempre meno al sicuro. I dati che parlano di oltre 130 ciclisti morti investiti dall’inizio del 2025 in Italia (praticamente più di uno ogni due giorni) non mi stupiscono affatto, visto ciò che a cui si assiste di continuo.
    C’è sempre meno consapevolezza, da parte della gran parte degli automobilisti, di essere alla guida di qualcosa che può facilmente uccidere delle persone, sempre meno rispetto verso gli utenti più fragili, sempre più aggressività e sempre meno coscienza del fatto che la strada non appartiene solo ai veicoli a motore (perché evidentemente il problema riguarda, per esempio, anche i pedoni oltre che i ciclisti).
    Più di ogni altra cosa c’è evidentemente una totale incoscienza del fatto che il pericolo maggiore per chi pedala è l’eccessiva vicinanza delle automobili durante i sorpassi. Chi non è mai davvero salito in bicicletta sembra non riuscire proprio nemmeno a immaginare il dramma che rischia di creare sfrecciando a pochi centimetri da un ciclista credendo di avere il pieno controllo della situazione. La legge che dovrebbe garantire il metro e mezzo di distanza di sicurezza è da qualche mese finalmente una realtà ma purtroppo, finché non ci sarà una seria sensibilizzazione in tal senso, resterà solo materia per periti e tribunali dopo gli incidenti.
    Servirebbe una svolta culturale importante ma purtroppo, anche in questo, si continua ad andare nella direzione opposta a quella che si dovrebbe seguire. E la cosa triste è che, per quanto possa sembrare un luogo comune, basta mettere il naso fuori dai confini del nostro Paese per rendersi conto che si tratta di un problema tutto italiano (provate semplicemente, da pedoni, a usare le strisce pedonali in Svizzera, per capire la differenza di mentalità).

    un pensiero sulle strade
  • gli ascolti di agosto 2025

    “Pensa che bello se esistesse una specie di libreria on line dove poter ascoltare tutta la musica del mondo, scoprendo anche artisti nuovi o cose impossibili da trovare nei negozi” si diceva tanti anni fa, all’alba dell’esplosione popolare del web. Oggi questi servizi sono ormai una realtà ma, in determinati ambienti, la moda dell’estate 2025 sembra essere quella di sputarci autolesionisticamente contro. Certo, è ovvio che, anche al netto di certe informazioni chiaramente manipolate e di tutto ciò di cui si può discutere, ci sia molta strada da fare per diffondere un uso consapevole di tecnologie ancora giovani e per reinquadrare il ruolo dell’artista in un mondo che sta inesorabilmente cambiando a velocità supersonica ma, come diceva un vecchio proverbio, tagliarsi gli attributi per fare dispetto alla propria moglie non è mai una grande idea.
    Chiusa la parentesi che meriterebbe in realtà un approfondimento molto più ampio e ragionato (così come lo meriterebbe il prendere atto di trovarsi di fronte a una generazione di artisti capace di indignarsi solo a comando su tematiche spinte dal mainstream e sempre meno in grado di ampliare gli orizzonti e spostare i punti di vista), anche in questo mese di agosto torno a consigliare qualche bel disco recente sul sito di Rock Targato Italia parlando dei nuovi lavori di 66Cl, Elena Romano, La Classe Dirigente, Risorse Umane, rOMA, Compagnia Daltrocanto, Anførsyn e Pale Blue Dot.

    gli ascolti di agosto 2025
  • “La Gioconda” nel giardino

    Un piccolo video estratto dalla serata del 12 ottobre prima del concerto di GianCarlo Onorato. Un’interpretazione del finale de “La Gioconda” praticamente punk, molto istintiva, ma sempre parecchio sentita. Un bel ricordo di una serata davvero splendida.

    “La Gioconda” nel giardino
  • Intervista su Real Team TV

    Sui canali di Real Team TV è uscita questa mia breve intervista\presentazione registrata pochi giorni dopo l’uscita di “Alla deriva“.
    Si tratta di un breve riepilogo di ciò che sono, ciò che ho fatto finora e delle ragioni che hanno portato alla realizzazione del nuovo album.

    Intervista su Real Team TV
  • una riflessione di GianCarlo Onorato

    Con GianCarlo Onorato ho avuto occasione di condividere un palco solo pochi giorni fa ma in realtà si tratta di un artista che stimo da sempre. Oggi sul sito di Rock Targato Italia è stato pubblicato un articolo molto importante firmato da lui. Si tratta di una lettera aperta indirizzata a Massimo Zamboni che è in realtà una riflessione profondissima su quello che dovrebbe essere il ruolo dell’artista nel mondo contemporaneo.
    “[…] il tuo posto non dovrebbe invece essere, come il mio e come quello di tanti altri attori realmente responsabili, in prima fila per sputare in faccia a chi di dovere, ad ogni costo, a prezzo dell’esclusione, come avviene al sottoscritto e ad altri che osano dire, tutte le storture che abbiamo sopra elencato e che non si possono ignorare o peggio dichiarare false?” dice fra le altre cose l’articolo, che merita di essere letto con attenzione per intero.

    una riflessione di GianCarlo Onorato
  • nel giardino con GianCarlo Onorato

    Sabato, in un giardino privato nella Brianza lecchese, ho avuto il piacere di portare in scena un mio brano e soprattutto di dire due parole di presentazione al concerto segreto di un grandissimo artista: GanCarlo Onorato.
    Confrontarsi con un uomo dalla mente libera e profonda come GianCarlo è sempre un’esperienza preziosa e, anche al di là di questo, la serata si è rivelata davvero piacevole, immersa in un contesto pieno di fascino con un pubblico curioso e attento.
    Probabilmente è vero che il futuro dell’arte può essere solo nel ritrovarsi in piccoli contesti in cui cercare un autentico contatto umano.

    nel giardino con GianCarlo Onorato
  • “Alla deriva” su Bravo!

    Il webmagazine Bravo! ha pubblicato oggi un bellissimo articolo a firma di Paolo Tocco che analizza in modo molto personale e accurato “Alla deriva” dandone un giudizio estremamente positivo. “La rabbia e la rinascita, contro l’omologazione e contro quella necessità di resa che i suoi personaggi (chissà quanto aderenti al suo vissuto personale) spesso scelgono per il loro tempo” dice fra le altre cose l’articolo.

    “Alla deriva” su Bravo!
  • Un pensiero sul concerto dei CCCP

    “Anacronistici” ho letto in un commento all’annuncio della data legnanese di questo ultimo tour dei CCCP. Chissà cosa significa, nel 2025, essere anacronistici. In quest’epoca in cui l’Europa si “riarma” e si continuano a riesumare i peggiori fantasmi del secolo scorso, dopo cinque anni in cui abbiamo sperimentato sulla nostra pelle il coprifuoco e le tessere per poter lavorare o salire sui mezzi pubblici, cosa può esserci di più anacronistico dell’attualità? O, meglio, cosa può esserci di più attuale dell’essere anacronistici?
    In ogni caso, da eterno “ferrettiano” quale sono, non potevo resistere al richiamo di rivedere sul palco i CCCP al completo e devo dire che il concerto di giovedì 3 luglio a Legnano (MI) è stato davvero intenso: un condensato di energia, rabbia, disincanto, sacralità, ironia, provocazione, rievocazione e attualità che non tradisce minimamente lo spirito della band. Ne ho parlato sul sito di Rock Targato Italia.

    Un pensiero sul concerto dei CCCP
  • Dall’emergenza permanente alla guerra “imminente”

    Sono ormai diversi mesi che i media e la politica stanno facendo di tutto per “normalizzare” il concetto di guerra da parte del nostro Paese e convincerci della necessità di prepararci a “difenderci” da chissà quale minaccia. Ormai siamo arrivati a livelli di propaganda grotteschi e la cosa dovrebbe preoccuparci parecchio, non tanto per li rischio concreto che possano da un giorno all’altro spedirci tutti quanti al fronte quanto semplicemente per il fatto che evidentemente si sta ripetendo il giochetto dell’instaurare un clima di tensione per poter manipolare più agevolmente i nostri comportamenti e dirottare importanti somme di denaro dove più fa comodo al potere. D’altra parte dovremmo avere imparato già da tempo come funziona questa triste era dell’emergenza permanente.
    Opporsi ai ridicoli “piani di riarmo”, agli “incrementi della spesa bellica” e ai tentativi di alzare le tensioni dovrebbe essere, al giorno d’oggi, la priorità oggi per chiunque. Invece ciò che accade sotto il nostro sedere è proprio ciò che stiamo ignorando tutti quanti con la maggior determinazione.

    Dall’emergenza permanente alla guerra “imminente”
  • scoprendo “La Gioconda”

    Siamo arrivati alla fine della serie di video dedicati al racconto di “Alla deriva“. Resta da affrontare solo l’ultimo brano della scaletta: “La Gioconda”.

    scoprendo “La Gioconda”
  • gli ascolti di luglio 2025

    Prima ancora che questa calda estate nascesse, come è ormai cattiva abitudine da qualche tempo, moltissime agenzie avevano già iniziato a vendere biglietti per concerti previsti per l’estate del 2026. Nei giorni scorsi si sono letti oceani di parole sul segreto di Pulcinella dei “finti sold out”, come se la cosa non fosse nota da sempre. Chissà se qualcuno arriverà mai a farsi qualche domanda anche sul fatto (a mio avviso decisamente più impattante sia sugli interessi delle agenzie che su quelli degli appassionati, per quanto molto meno “gossippabile”) che, in questi ultimi anni, molti promoter hanno iniziato a lavorare come autentiche società finanziarie, sfruttando le ansie da grande evento del pubblico per anticipare in modo grottesco le prevendite e quindi, di fatto, incassare con un anno di anticipo capitali importanti da far fruttare per lungo tempo prima dell’effettiva erogazione del servizio. Chissà se, in mancanza di insperati interventi lungimiranti da parte di qualcuno, almeno noi banali esseri umani post-moderni impareremo mai a domare le nostre nevrosi e non prestare il fianco a questi giochetti. Nel frattempo comunque, sul sito di Rock Targato Italia, torno anche in questo mese a consigliare qualche bel disco recente raccontando i nuovi lavori di Le Schiene Di Schiele, Niccolò Fabi,  Enrico Bosio, Simona Norato, Selenia, Curù, Māyā e Nel Traffico Gli Sguardi .

    gli ascolti di luglio 2025
  • interrogandosi con “Contromano”

    Nel penultimo appuntamento della serie di video alla scoperta dei brani di “Alla deriva” parlo di “Contromano”: un racconto che negli equilibri dell’album vuole essere una sorta di esplosione che lancia un interrogativo cruciale.

    interrogandosi con “Contromano”
  • “Memorie di un sonatore di basso” di Gianni Maroccolo

    Nel corso della mia vita mi è capitato due volte di intervistare Gianni Maroccolo (la prima nel 2004 e l’ultima un paio di anni fa). In entrambe le occasioni, al di là dell’enorme spessore artistico e storico del personaggio, l’impressione è stata quella di trovarmi di fronte una persona dall’umiltà spiazzante capace di raccontarsi in modo genuino, generoso e decisamente affascinante. Leggendo “Memorie di un sonatore di basso”, il libro di pensieri e ricordi di Maroccolo uscito da poco per Libri Aparte, ho avuto la stessa identica sensazione, e probabilmente è proprio questo il punto forte del progetto. Ne ho parlato sul sito di Rock Targato Italia.

    “Memorie di un sonatore di basso” di Gianni Maroccolo
  • “Alla deriva” secondo Paolo Pelizza

    Il giudizio degli amici è sempre, per chiunque, un tasto delicato, anche quando, come me, si ha la fortuna di avere amici parecchio schietti con cui si possono avere confronti estremamente sinceri su ogni cosa. Tutto questo per dire che sul sito di Rock Targato Italia è uscito un meraviglioso articolo di Paolo Pelizza che analizza “Alla deriva” in modo dettagliato e davvero gratificante.
    «”Alla Deriva”, forse non ci racconta tutti. Probabilmente racconta solo un certo tipo di persone. Persone che non hanno rinunciato a capire e che per questo si ritrovano al centro di un vortice fatto di sconfitte e di solitudine. Qualcuno potrebbe pensare che sono deboli ma sono i migliori tra noi.”» dice fra le altre cose l’articolo.

    “Alla deriva” secondo Paolo Pelizza
  • presentando “Nei riflessi”

    Rieccoci qui con un nuovo passo del mio cammino per scoprire qualcosa in più sui brani di “Alla deriva“. “Nei riflessi” è qualcosa che per me ha segnato un punto di svolta: è stato il racconto che mi ha fatto capire la direzione da dare al progetto.

    presentando “Nei riflessi”
  • “Alla deriva” su FareMusic

    È uscita ieri sul portale FareMusic una nuova attenta e lusinghiera recensione di “Alla deriva” firmata da Roberto Manfredi. “Difficile e sbagliato non ascoltarlo tutto, da cima a fondo, anche se l’ascolto richiede una partecipazione attiva, mai distratta o casuale”, dice fra le altre cose l’articolo ricco di riflessioni interessanti e paragoni gratificanti.

    “Alla deriva” su FareMusic
  • riflettendo su “La sola cosa giusta”

    Abbiamo superato il giro di boa all’interno del cammino alla scoperta dei brani di “Alla deriva”. Arriviamo a “La sola cosa giusta”, ovvero una storia minore su un personaggio minore. Ma a volte sono proprio quelli a salvarti.

    riflettendo su “La sola cosa giusta”
  • “Alla deriva” su Mescalina

    Il webmagazine Mescalina ha pubblicato una splendida e dettagliata recensione di “Alla deriva“. “Trattasi di progetto non convenzionale, poetico e in qualche modo necessario”, dice fra le altre cose l’articolo firmato da Tonino Bisceglia.

    “Alla deriva” su Mescalina
  • due chiacchiere su Radio Libertà

    Ieri ho avuto il piacere di fare due chiacchiere con Francesco Caprini all’interno della trasmissione che conduce sulle frequenze di Radio Libertà. Abbiamo parlato di “Alla deriva“, dei brani che lo compongono, del mio percorso, ma anche di libertà e destino.
    La puntata è disponibile in streaming sul sito della radio (il mio intervento è nella seconda metà ma in realtà il programma merita di essere ascoltato per intero).

    due chiacchiere su Radio Libertà
  • ripensando a “Poi il tempo”

    Giunti a metà del cammino attraverso i brani di “Alla deriva“, torniamo a parlare di quello che è stato il singolo che ha anticipato l’album: “Poi il tempo“.

    ripensando a “Poi il tempo”

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