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“L’uomo a pedali” alla Granfondo Val Susa
In questi anni si è parlato molto della Val Susa, ma personalmente non avevo mai avuto occasione di visitarla. Ho avuto modo di farlo domenica (4 settembre) partecipando alla Granfondo Val Susa – La Pellegrina Bike Marathon, e ho scoperto un territorio aspro e affascinante, ricco di scorci suggestivi e abitato da persone tanto accoglienti quanto innamorate dalla propria terra.
L’esperienza della granfondo è stata molto positiva: si tratta di una manifestazione piccola e nata da poco che però, per la qualità dell’organizzazione e il fascino di un percorso più impegnativo di quanto ci si possa aspettare, merita assolutamente di crescere.
In questo video c’è un breve e impreciso resoconto di come è andata. -
fra una farsa e una tragedia
Francamente non riesco proprio a capire come si possa dare il minimo credito a una campagna elettorale farsesca come quella in corso in cui tutto si basa su grottesche cortine di fumo che non vanno mai a sfiorare nemmeno lontanamente i temi davvero attuali e tutto ciò che ci aspetta concretamente nel futuro.
Volendo essere realisti, la sceneggiata del 25 settembre non sposterà di una virgola gli equilibri, anche perché dovremmo avere ormai imparato che nel mondo di oggi le decisioni che contano realmente non arrivano dai palazzi della politica ma da quelli della finanza e tutti i grandi schieramenti sono estremamente allineati sul non voler pestare i piedi a questa logica. L’unica cosa positiva di questo teatrino è che ci sta regalando un piacevole prolungamento della tregua estiva dai drammi che ormai ben conosciamo, ma purtroppo prima o poi i nodi torneranno al pettine.
Sono sempre più convinto che la risposta alla situazione stagnante che ci attanaglia, oggi più che mai, non possa arrivare dai palazzi né da presunti salvatori ma solo dalle nostre scelte individuali e dal cercare di portare avanti, ognuno nel proprio piccolo, una visione delle cose realmente a misura d’uomo. Sarà un percorso complesso ma è l’unico possibile.
A margine aggiungo che mi fa molto male vedere certi atteggiamenti settari da parte dei cosiddetti “partiti antisistema” che stanno creando spaccature profonde (prima fra tutta quella fra “votanti” e “non votanti”) all’interno del già fragile popolo del dissenso. Fermo restando che io non ho fiducia nel “combattere il sistema dall’interno”, sono convinto che la direzione da seguire non sia quella e continuerò a muovermi secondo le mie idee, penso comunque che, se c’è una reale buona fede e si guarda oltre i personalismi, si possono anche perseguire obbiettivi simili attraverso strade e sensibilità diverse senza scatenare faide che non giovano a nessuno. Anche perché il nostro futuro non si deciderà certo in una singola inutile giornata di settembre ma in tutti i mesi a venire: questo credo sia bene ricordarlo. -
riordinando le foto a pedali
“Che la catena scorre regolare fra la corona e il pignone lo sanno tutti. È questo che permette alla bicicletta di muoversi […] Ma qualcuno si è mai chiesto cosa provi il singolo anello della catena?” (da “L’uomo a pedali”)
Mi è sempre piaciuto cercare di lasciare una mia piccola traccia di tutto ciò che faccio, così ho approfittato di queste giornate d’agosto in cui ho poca voglia di parole per rimettere un po’ di ordine in qualche cassetto e aggiornare la sezione “Ricordi” di questo sito con una galleria chiamata “Foto a pedali 2020-2022” in cui ho raccolto alcune fotografie degli eventi su due ruote a cui ho preso parte dall’autunno 2020, quando l’idea della riedizione de “L’uomo a pedali” ha iniziato a prendere concretamente corpo, fino a oggi.
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gli ascolti di agosto 2022
Le dinamiche del mondo della musica possono insegnare molto. Abbiamo visto spesso personaggi esplosi ostentando la propria non appartenenza al mainstream finiti alla prima occasione a confezionare tormentoni radiofonici. Abbiamo visto artisti ribelli passare in un soffio dall’invocare nomi e verità scomode al fare da megafono a qualunque pensiero accomodante. E c’è stato anche qualche signore che urlava di voler andare in certi salotti solo “per combattere il sistema dall’interno” diventato poi proprio uno dei simboli di quello stesso sistema. Purtroppo è così che vanno le cose nel nostro Paese, tanto nella musica quanto in contesti più importanti. E credo che oggi sia utile ricordarlo.
Al di là di tutto, comunque, archiviate le due belle giornate dello scorso weekend al Legend, sul sito di Rock Targato Italia torno a consigliare qualche disco uscito da poco nella mia consueta rubrica mensile. Questa volta parlo di Francesco Pelosi, Pierpaolo Capovilla, Assalti Frontali e Nancy.
Non so se sia un caso che in questo agosto caldissimo mi sia concentrato soprattutto su uscite molto militanti di personaggi dalla storia inattaccabile. -
nel turbinio rock di mezza estate
Sarà che mi sono ormai disabituato alla vita “rock’n’roll”, ma la due giorni di Rock Targato Italia al Legend di Milano mi è sembrata davvero un vortice travolgente di incontri, energie e sorrisi. Sono passati più di vent’anni dalla prima volta che ho collaborato con Rock Targato Italia ma credo che questa speciale edizione estiva sia stata una delle più intense. O quanto meno quella in cui si è respirata in modo più sfacciato la voglia da parte di tutti di partecipare e stare insieme.
Di queste due giornate mi restano diversi ricordi: l’abbraccio fraterno di Omar Pedrini, la grande disponibilità dello staff di RockerTV e di Nyva Zarbano, le chiacchierate con Paolo Pelizza, l’eleganza mai banale di GianCarlo Onorato, l’entusiasmo de I Dischi del Minollo e de I Fasti, la gentilezza di Max Zanotti e di Giovanni Succi dei Bachi Da Pietra, la simpatia di Mario Riso, i confronti con Dischi Soviet Studio e Il Peggio È Passato, le bevute con Il Pesce Parla, con gli US e con Claudio Formisano, la sana follia dei Circus Punk, il carisma di Mauro Paoluzzi, la professionalità di Graziella di Rock My Life, la passione di Mimmo Paganelli e di Carlo Lecchi, le tante persone salutate fugacemente come gli Anymara e tante altre cose che ora probabilmente si perdono nel turbinio di due giornate davvero densissime.
Una menzione a parte va ovviamente alla sensibilità lucidissima di Pieralberto Valli che è stato un piacere accompagnare nella presentazione del suo romanzo proprio nel momento in cui attorno a noi sembrava infuriare una tempesta, oltre che al meraviglioso duo formato da Francesco Caprini e Franco Sainini di Divinazione che da 35 anni continuano a portare avanti la splendida utopia di Rock Targato Italia con una tenacia commovente.
È stato più che mai necessario e vitale esserci.(© foto di Graziella Ventrone – Rock My Life)
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Rock Targato Italia estate 2022
Ci siamo quasi: venerdì e sabato (29 e 30 luglio) al Legend Club di Milano si terrà il doppio evento speciale di Rock Targato Italia per quest’estate 2022. Saranno due giornate piene di incontri, concerti e molto altro che vedranno coinvolti parecchi personaggi fra nomi storici del rock italiano, artisti emergenti interessanti, spiriti liberi e amanti della buona musica.
Io sarò lì entrambi i giorni per celebrare nel modo migliore il culmine rock di quest’estate e venerdì alle 17.40 avrò anche il piacere di accompagnare Pieralberto Valli nella presentazione del suo romanzo “Il nodo” (che verrà anche premiato con la targa come miglior libro scritto a un musicista nel 2022). Praticamente sarà la mia prima apparizione su un palco dopo più di un anno e sono molto contento che sia per presentare un’opera coraggiosa e attuale come quella di Pieralberto che trovo davvero ricca di spunti di riflessione sul significato dell’essere esseri umani, sul senso del dolore e sulla deriva imboccata dalla nostra società.
Oltre a questo, sono parecchi i concerti e gli incontri a cui sono davvero curioso di assistere nel corso di queste due giornate e gli amici che ho molta voglia di riabbracciare, per cui sono più che convinto che tutto l’evento sarà una gran bella boccata d’ossigeno.
Il programma completo di tutto ciò che accadrà in questi due giorni è disponibile sul sito di Rock Targato Italia. -
ventidue luglio
Ventidue luglio. Credo sia una data da ricordare: esattamente un anno fa veniva approvata l’istituzione del vergognoso “lasciapassare verde” che nel corso dei mesi è stato necessario per poter accedere a sempre più servizi, fino a imporne il possesso anche nei luoghi di lavoro, sui mezzi di trasporto e negli uffici pubblici più essenziali, segnando una crepa enorme nel sistema di valori umani e civili che eravamo convinti di avere ormai consolidato.
Non credo che si possa dimenticare tutto ciò che abbiamo vissuto in questi dodici mesi e purtroppo fatico a prevedere cosa potrà accadere una volta archiviata la pausa estiva che stiamo attraversando, visto che dai palazzi del potere continua a filtrare la volontà di tenere aperto quel capitolo, magari con formule, nomi e motivazioni rinnovate, e unitamente a questo continuano a delinearsi anche altre ombre. Però, volendo provare a essere positivo, nonostante la rabbia per quanto accaduto e la preoccupazione per il futuro prossimo, mi consola il fatto che, se gran parte della popolazione si è assuefatta senza quasi rendersi conto di nulla a scempi che solo poco tempo fa sarebbero stati impensabili, tutto questo caos sembra avere spinto molti a trovare, magari pur ingoiando a fatica qualche ingiustizia, una nuova e più profonda consapevolezza di sé e del mondo che ci circonda. E credo sia questa la cosa di cui dobbiamo fare davvero tesoro perché, al di là delle scelte individuali di ognuno, sarà probabilmente l’unica possibile chiave per affrontare a testa alta tutto ciò che potrà aspettarci. -
“…il profumo del catrame caldo nei giorni d’estate…”
“Quella solitudine gli suonava particolarmente dolce e lo cullava come una ninnananna, dunque amava perdercisi di continuo, dialogando con sé stesso, con la strada e con la bicicletta mentre assaporava lo scorrere dell’asfalto sotto le ruote, la brezza che gli accarezzava il viso e il profumo del catrame caldo nei giorni d’estate o bagnato nei pomeriggi piovosi.” (da “L’uomo a pedali”, Roberto Bonfanti)
Così, giusto per ricordare ogni tanto che esiste anche un romanzo intitolato “L’uomo a pedali” (Edizioni del Faro) che è sempre disponibile ovunque sia in formato cartaceo tradizionale che in ebook.
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gli ascolti di luglio 2022
Forse è un problema mio, ma personalmente conosco molte più persone che hanno avuto il “coso innominabile che ha fermato il mondo” in questi ultimi due mesi rispetto a quante ne ho viste dall’inizio del caos. E, a dire il vero, non mi era nemmeno mai capitato in tutta la mia vita di vedere così tanta gente influenzata in estate. Ma ormai i bollettini quotidiani sono passati di moda per cui non importa. Dopotutto dicono che questa sia “l’estate della rinascita”: un’estate in pieno stile anni ‘80 in cui, fra venti bellici, ricatti sociali messi provvisoriamente in pausa, presagi di crisi profonde e ombre ancora in via di definizione all’orizzonte, si lasciano sfavillare i lustrini e si balla senza porsi domande in attesa di un inverno poco rassicurante. In mezzo a tutto questo, sul sito di Rock Targato Italia è uscito il mio abituale articolo mensile dedicato ai consigli musicali. In questo luglio caldissimo parlo delle nuove uscite de L’Ultima Fila, Lukasz Mrozinski, Zio Pecos, Emanuele Colandrea e Audio Chaos.
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le targhe di Rock Targato Italia 2022
In attesa delle due giornate di fine luglio al Legend di Milano, mentre restano ancora una decina di giorni per potersi iscrivere al concorso, i ragazzi di Rock Targato Italia hanno deciso di rinnovare anche la tradizione delle targhe speciali assegnate agli artisti che si sono maggiormente distinti nell’ultimo anno nel panorama musicale italiano.
I candidati sono:
Per il miglior album Alessandro Fiori, Alia, Alteria, Diaframma, Mario Pigozzo Favero e Rancore.
Per l’artista rivelazione Barabba, Cigno, Circus Punk, Emily Breva, Il Peggio È Passato e Il vuoto Elettrico.
Per la miglior etichetta 42 Records, Dischi Soviet Studio, I Dischi Del Minollo, Fiori Rari, Trovarobato e VRec.
Sul sito di Rock Targato Italia è possibile esprimere la propria preferenza in merito.A queste targhe se ne aggiungeranno altre tre: quella per il miglior concerto che andrà a GianCarlo Onorato per lo spettacolo “Liturgie”, quella per il miglior libro scritto da un musicista che sarà assegnata a Pieralberto Valli per “Il nodo”, e un premio alla carriera intitolato a Stefano Ronzani che verrà consegnato a Omar Pedrini che proprio sul palco di Rock Targato Italia ha mosso 35 anni fa i suoi primi passi artistici.
Ho fatto parte anche quest’anno della commissione che ha scelto i candidati e credo che sia uscita una selezione varia e di grande qualità. Per quanto riguarda i tre premi già assegnati, al di là della targa a Omar Pedrini che è meritata a prescindere, sono estremamente contento che si sia deciso di dare un riconoscimento importante a due personaggi come GianCarlo Onorato e Pieralberto Valli che in questi ultimi anni complicati si sono dimostrati artisti autentici capaci di scelte coraggiose e di una profondità rara. -
“L’uomo a pedali” a La 111 2022
Ci sono giornate in cui il materiale tecnico decide di non supportarti. Succede. Fa parte del gioco. Domenica, a La 111, mi si è rotto un pedale dopo una ventina di km. Ho provato a sistemarlo in qualche modo ma, non riuscendo più a sentirmi sicuro con un pedale in condizioni precarie, dopo qualche tentativo ho preferito limitare un pochino i rischi e fare il percorso medio anziché il lungo. Mi dispiace perché La 111, con il suo sapore da Classica del Nord che piacerebbe molto anche al protagonista de “L’uomo a pedali”, i suoi dieci castelli e la bellezza dell’ambiente circostante, merita assolutamente di essere gustata nella sua interezza, ma evidentemente quest’anno doveva andare così.
Inconvenienti tecnici a parte, La 111 si è confermata una manifestazione preziosa e accogliente gestita da persone sempre gentilissime capitanate dall’entusiasmo di Valerio Tebaldi, per cui mi ha fatto molto piacere partecipare anche quest’anno. Mi piace molto il tipo di approccio al ciclismo che propone questa manifestazione e il percorso con quel sapore fiammingo mi diverte sempre parecchio. In questo video c’è un piccolo resoconto di come è andata la mia partecipazione.p.s.: il protagonista de “L’uomo a pedali” non avrebbe approvato la scelta di ripiegare sul percorso medio, lo so. Lui probabilmente avrebbe insistito sul lungo anche a costo di dover poi tornare a piedi. Per questa volta spero mi perdonerà.
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“L’uomo a pedali” alla Berghem Mola Mia 2022
Capita molto raramente di ricevere un premio prima della partenza di un evento sportivo, e ancora più raramente di avere al tempo stesso l’onore, a una granfondo con 1300 iscritti, di partire in prima fila accanto a un campione come Paolo Savoldelli (vincitore, fra le altre cose, di due Giri d’Italia).
Il bel rapporto fra me e la Berghem Mola Mia è nato due anni fa (prima ancora della ripubblicazione de “L’uomo a pedali” e di tutto ciò che ne è seguito, dunque), quando la prima edizione della granfondo coincise con la mia prima esperienza agonistica dopo vent’anni, e si è consolidato l’anno scorso con una partecipazione sportivamente avventurosa terminata come fanalino di coda e umanamente splendida grazie alla fantastica accoglienza dei ragazzi dell’organizzazione.
Tornare a includere la granfondo bergamasca nel percorso de “L’uomo a pedali” era dunque doveroso, e devo dire che questa volta l’esperienza si è confermata più che mai una grande festa, con tanta fatica sui pedali ma tantissimi volti amici e un’atmosfera preziosa.
In questo video c’è un breve resoconto di come è andata. -
gli ascolti di giugno 2022
Si avvicina l’estate e si inizia a cercare di restare a galla fra l’afa e il sudore, ma la cosa più fastidiosa continua a essere la propaganda becera dei soliti giornalistoni e influencer impegnati a reti unificate a indottrinarci come bambini poco intelligenti su quanto siano buoni i buonissimi di turno, quanto siano cattivi i cattivissimi del momento e quanto dobbiamo sempre rendere grazie ai nostri grandi leader, al loro irreprensibile operato e alle loro sante guerre. Forse l’unica soluzione, oltre a cercare fonti d’informazione più serie scavando oltre il mainsteam, è coprire queste voci con un po’ di buona musica, così anche in questo giugno inafferrabile torna la mia tradizionale rubrica sul sito di Rock Targato Italia dedicata ai consigli musicali. Questa volta parlo de Il Peggio È Passato, Alia, Leda, Tutti Fenomeni, Aliante e Diaframma.
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Rock Targato Italia 2022
Per gli amici musicisti: sono aperte le iscrizioni alla nuova edizione di Rock Targato Italia.
L’iscrizione è assolutamente gratuita e c’è tempo fino al 6 luglio per partecipare inviando un video con due vostre canzoni suonate dal vivo (va benissimo anche un semplice video registrato in sala prove). Fra le proposte ricevute verranno selezionati dieci artisti che parteciperanno alle finali live che si terranno al Legend Club di Milano il 29 e 30 luglio.
Personalmente mi sento di dire che le serate al tavolo della giuria di Rock Targato Italia mi mancano parecchio, per cui sono contento che Francesco Caprini e Franco Sainini abbiano deciso di portare avanti il concorso anche quest’anno. E sono ancora più contento della formula che permette finalmente di tornare alle finali dal vivo. -
poco altro da aggiungere
“A me sembra fuor di dubbio che, se lasciaste a tutti questi alti maestri contemporanei la piena possibilità di distruggere la vecchia società e ricostruirla di nuovo, ne verrebbe fuori una tale tenebra, un tale caos, qualcosa di talmente volgare, cieco e inumano, che tutto l’edificio crollerebbe sotto le maledizioni dell’umanità prima di essere compiuto.” (da “Diario di uno scrittore”, F.Dostoevskij)
Volevo sviscerare alcuni pensieri, in questo inizio giugno, anche perché mi rendo conto che ultimamente sto comunicando meno del solito. Poi mi sono imbattuto in questa citazione e ho pensato che possa bastare a dire già molto, per ora.
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“L’uomo a pedali” al Salone del Libro di Torino 2022
Nei prossimi giorni, dal 19 al 23 maggio, “L’uomo a pedali” sarà al Salone del Libro di Torino.
Purtroppo questa volta non riuscirò a essere presente di persona ma sarà possibile trovare il romanzo allo stand di Edizioni del Faro (stand F47, pad. 2) dove gli amici della casa editrice ne avranno come sempre grande cura. -
gli ascolti di maggio 2022
Siamo creature strane, noi esseri umani. Celebriamo a parole la libertà ma la gran parte di noi, con la solita ansia di stare sempre sul carro della maggioranza, sembra andare in visibilio quando si trova di fronte a una presunta guida che gli ordina cosa pensare, chi considerare buoni o cattivi e persino a quale temperatura regolare il termostato del proprio appartamento. Chissà se prima o poi qualcuno pretenderà di imporci anche quale musica ascoltare. Aspettando di scoprirlo, in questo maggio dall’atmosfera sospesa, con qualche giorno di ritardo rispetto alle abitudini, torno a parlare di musica sul sito di Rock Targato Italia raccontando i nuovi album di Alessandro Fiori, Rancore, Giovane Giovane, Caravane De Ville, Beatrice Campisi e Ance.
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“L’uomo a pedali” alla Granfondo Giancarlo Perini 2022
“…prezioso quanto Giancarlo Perini quando, al campionato del mondo di Benidorm, scacciò via con tre urla e due bestemmie ogni fantasma dalla mente di Bugno e si mise poi in testa al gruppo a lottare come una belva contro tutti quanti per portare il suo capitano nella posizione migliore per lanciare la volata finale”: così recita un passaggio de “L’uomo a pedali”.
Domenica (1 maggio 2022), con la mia fedele maglia marchiata con il titolo del romanzo, ho preso parte alla Granfondo Giancarlo Perini. È stata una bella giornata di ciclismo immersi in un paesaggio suggestivo fra i colli piacentini e circondati da un’atmosfera amichevole e genuina. E alla fine, una volta tagliato il traguardo, dopo aver percorso 128 km con 2200 metri di dislivello positivo, ho avuto modo di incontrare anche lo stesso Perini e “El diablo” Chiappucci e regalare a entrambi una copia del libro. In questo video c’è un piccolo resoconto di come è andata. -
non abbassiamo la guardia
Non dobbiamo abbassare la guardia. L’ho sentito dire da più parti per motivi diversi, ma questa volta mi sento di affermarlo io nei confronti di chi tira le fila di questa nazione. È vero che dalla prossima settimana, con l’ormai consueta pausa pre estiva, si potrà tornare a fare molte cose senza dover esibire tessere di partito, ma è importante non dimenticare il contesto in cui siamo ancora immersi e tenere sempre presenti, fra le altre cose, le dichiarazioni di diversi esponenti del potere che hanno confermato più volte che l’abolizione della famosa tessera non rientra nei loro progetti e che, al contrario, al di là di questo momento di calma apparente, l’obbiettivo è quello di renderla uno strumento permanente da riportare in auge quando lo riterranno necessario.
Nei mesi che ci attendono credo sia doveroso respirare a pieni polmoni ogni singola molecola d’ossigeno e godersi fino in fondo ogni spiraglio di vita vera, ma al tempo stesso continuare a osservare con grande attenzione e spirito critico ciò che ci accade attorno e non dimenticare che l’incubo distopico in cui siamo stati trascinati è ben lontano dal concludersi e che, con l’emergenza energetica aggravata sempre di più dai contraccolpi di un conflitto che i piani alti del potere stanno fomentando e prolungando in ogni modo, è facile prevedere che ben presto si arricchirà di nuovi tasselli. Già in troppi sembrano essersi già abituati al declino verso la “nuova normalità”. -
“Vincere perdendo” di Marco Ambrosi
In questi giorni ho letto “Vincere perdendo”, il romanzo d’esordio di Marco Ambrosi (che molti già conosceranno come chitarrista dei Nuju o dei La Rosta), e la cosa che più mi ha colpito è stata l’affinità istintiva che ho sentito verso la storia che lui ha raccontato e lo spirito della sua narrazione (a partire dal titolo: d’altra parte anche un personaggio di un mio libro sosteneva che “vincere o perdere è solo un dettaglio assolutamente insignificante”). Il libro racconta le vicende della squadretta di calcio giovanile di un paesino ai margini della provincia calabrese nei primi anni ’90, ma ancora di più le vite, le aspirazioni, i sogni e le delusioni dei ragazzi che ne fanno parte e il modo in cui quell’esperienza finirà con rivelarsi una preziosa scuola che segnerà in modo indelebile ognuno di loro.
È un romanzo apparentemente semplice ma pieno di spunti di riflessione interessanti sulle dinamiche dell’esistenza, sull’attaccamento alle proprie radici e sul concetto di sconfitta o di vittoria tanto nella vita quanto su un campo da gioco. E, per chi come me negli anni narrati aveva circa l’età dei protagonisti, è un vero e proprio viaggio nel tempo.
Ne ho parlato in modo un po’ più approfondito sul sito di Rock Targato Italia.