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l’8 dicembre incontro i lettori a Roma
Ormai è un’usanza a cui sono affezionato, la visita alla fiera di Roma.
Lunedì (8 dicembre), da mezzogiorno alle 14, sarò ospite dello stand di Edizioni Del Faro a “Più Libri Più Liberi” (Roma – Palazzo dei Congressi – zona Eur – stand B20) per l’ormai tradizionale incontro con i lettori.
Sarà, come ogni anno, l’occasione per incontrarsi, conoscersi e fare due chiacchiere in mezzo al caos sempre vitale della fiera. Se siete in zona, passate pure a salutarmi. -
i miei ascolti di novembre 2014
I tre dischi che ho ascoltato di più in questo novembre rapido e sfuggente:
1. Cristina Donà – “Così vicini”
2. Francesco De Gregori – “Vivavoce”
3. Fedez – “Pop-hoolista”
Mi ha fatto piacere vedere Cristina Donà, di cui ho amato molto i primi due album ma ho seguito un po’ meno le evoluzioni successive, riproporsi con un bel disco di canzoni cristalline che condensano tutte le sue anime. Su Francesco De Gregori credo ci sia ben poco da dire: anche quando si diverte semplicemente a giocare con il proprio repertorio, resta sempre lui. Fedez è stato una piacevole sorpresa: è giovane (non solo anagraficamente) ma scrive canzoni pop facili che fotografano i nostri giorni da una prospettiva diversa con le giuste dosi di lucidità e ironia. -
“La neve era sporca”
Georges Simenon per me resta un maestro assoluto nello scavare nell’animo dei personaggi più complessi in modo profondo e privo di qualunque compromesso.
“La neve era sporca” è stato il primo suo romanzo che ho letto, ormai diversi anni fa, ed è stato un’autentica folgorazione. Resta uno dei suoi lavori più crudi e controversi: scurissimo e davvero doloroso, come un viaggio allucinato senza scampo nelle contraddizioni di un protagonista scostante ma profondamente fragile. -
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gli asteroidi di Alia
Oggi è uscito “Asteroidi”, il nuovo album di Alia. Ne parlo perché è un disco che ho visto nascere, ma soprattutto perché credo lo meriti: è un insieme di canzoni pop delicatissime che mettono in mostra una sensibilità e una spontaneità che oggi hanno in pochi. Da scoprire e ascoltare con calma.
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un pensiero per gli amici liguri
Ci tengo a mandare un pensiero e un abbraccio agli amici liguri contro i quali sembra essersi accanito con particolare ferocia quello che De André chiamava “il tumulto del cielo”.
Ogni volta che sono stato nella loro regione ho passato dei bei momenti e anche quest’estate mi è capitato di trascorrere qualche giorno proprio nella zona che oggi è maggiormente colpita dalle intemperie, per cui mi mette molta tristezza vedere le immagini di questi giorni.
Coraggio! -
due anni di “Suonando pezzi di vetro”
Esattamente due anni fa usciva “Suonando pezzi di vetro”. Probabilmente dovrei scrivere un pensiero a riguardo ma, a dire il vero, in questo momento non ho molta voglia di guardarmi alle spalle. Dunque, per una volta, lascio da parte le riflessioni e mi limito a riproporre un paragrafo del romanzo. Il primo.
“Le magliette sotto alle maglie dei giocatori di calcio: quelle semplicissime t-shirt bianche con una dedica, un messaggio d’auguri o un pensiero particolare scritto a pennarello che a volte i calciatori mostrano, sollevando la maglia da gioco, dopo aver segnato un goal. Ultimamente si usano molto meno rispetto a qualche anno fa, ma a volte mi capita di riflettere sul fatto che, per ogni messaggio mostrato al pubblico e alle telecamere, ce ne saranno sicuramente decine e decine che nessuno ha mai potuto vedere e sono rimasti nascosti sotto alla divisa da gioco perché il giocatore, almeno in quella partita, non ha segnato nessun goal. E’ incredibile provare a immaginare quanti auguri, quante sbruffonate e quanti pensieri dolci, nel corso degli anni, a causa di un goal mancato, devono essere rimasti ad assorbire sudore a stretto contatto con la pelle senza poter esplodere e mostrarsi al mondo. Bisognerebbe dedicare un monumento -o magari addirittura un intero museo- a queste esultanze mancate. E, magari nella stessa piazza, bisognerebbe farne anche uno per i treni che non si è riusciti a prendere, per gli amori che si è scelto di non vivere e per le canzoni che nessuno ha mai ascoltato o che l’autore, per qualche motivo, non è riuscito a completare. Proprio come la canzone che io ho cercato di scrivere per Valeria, senza mai riuscire a trovare il ritornello giusto.”
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a proposito di Stefano Cucchi
Per poco più di due anni, fra il 2011 e il 2013, ho portato avanti un progetto che cercava di regalare qualche momento di svago e di riflessione, sotto forma di musica e parole, ai ragazzi del terzo reparto del carcere di San Vittore. E’ anche per questo che tutto ciò che riguarda la triste vicenda di Stefano Cucchi mi suona come un pugno nello stomaco: di ragazzi come lui ne ho conosciuti tanti, ho avuto la fortuna di confrontarmi molte volte con loro in modo davvero sincero e profondo, e ho avuto modo di vedere con i miei occhi cos’è davvero il carcere. E credo sia stata una delle esperienze che più mi ha arricchito umanamente nel corso della mia vita.
Vicende come la tragedia di Cucchi non dovrebbero essere nemmeno concepibili, in un Paese civile: questa è l’unica cosa che ha davvero senso affermare. Tutto il resto è solo aria malsana, comprese le sentenze e l’arroganza con cui il potere cerca per l’ennesima volta di insabbiare la verità.
Mi sentirei però di dire una cosa ai vari Giovanardi e ai troppi tuttologi che in questi giorni si riempiono la bocca di discorsi assurdi: prima di sparare altre cazzate, dovreste avere l’umiltà di andare a parlare con i ragazzi come lui, ascoltare le loro storie e scoprire chi sono realmente. Almeno sapreste di cosa state blaterando e forse imparereste qualcosa. -
i miei ascolti di ottobre 2014
I tre dischi che ho ascoltato di più in questo ottobre di fratture emotive, lunghi silenzi e idee rimesse continuamente in discussione:
1. Paolo Conte – “Snob”
2. Max Manfredi – “Dremong”
3. Paolo Benvegnù – “Earth Hotel”
L’album di Paolo Benvegnù è un condensato densissimo di malinconia irrequieta. Quello di Max Manfredi è molto ricercato e sfaccettato, da assimilare con grande calma e attenzione. Su Paolo Conte invece è impossibile dire qualcosa che non sia già stato detto, ma è bello ritrovarlo in forma. -
“Il mondo nuovo”
In queste settimane mi capita spesso di ripensare a “Il mondo nuovo” di Huxley: il suo immaginare, già più di ottant’anni fa, un futuro in cui gli esseri umani vengono concepiti in laboratorio ed educati fin da piccoli, in nome di un mito di progresso assoluto, a vivere all’interno di rigidi schemi innaturali mascherati da finta libertà ed estrema soddisfazione dei propri desideri immediati, diventa ancora più inquietante, se rapportato a certi dibattiti d’attualità e a ciò che si vede oggi attorno a noi.
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lavorando per sottrazione
Sono giorni confusi. Sto lavorando molto, forse anche troppo, ma lo sto facendo, un po’ in ogni ambito, soprattutto per sottrazione: scavando, togliendo tutto ciò che non è strettamente indispensabile, cercando di avvicinarmi all’osso e ai nervi delle cose. Ho anche ripreso un manoscritto che mi accompagna ormai da parecchio tempo e l’ho ridotto a meno di due terzi di lunghezza di ciò che era.
Sono giorni dall’atmosfera apparentemente sospesa, ma sotto la cenere le cose piano piano si muovono. Attendo solo che si posi un po’ di polvere, per capire bene che direzione sto prendendo e poterla imboccare con decisione. -
“Pasolini” di Abel Ferrara
Leggo critiche dure verso il “Pasolini” di Abel Ferrara: a me invece è piaciuta, la scelta di non fare un film “didattico” ma abbozzare semplicemente una sorta di ritratto a carboncino dall’artista. In questo senso, credo sia molto azzeccata l’idea di concentrare la narrazione solo su uno spaccato di pochissime ore della vita di Pasolini, intrecciandole con particolari flash poetici ricostruiti dall’immaginario dei suoi ultimi progetti. Certo, non è un film che dà risposte o spiegazioni, ma è un lavoro umano che lascia filtrare molti spunti attraverso un affascinante gioco di specchi.
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…andarne a cercare ancora di dispiaceri
“Avere dei dispiaceri non è tutto, bisognerebbe poter ricominciare la musica, andarne a cercare ancora di dispiaceri…” (L.F.Céline)
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lascio Neverlab
Mi sembra giusto comunicare che ho lasciato Neverlab.
Sono stati due anni e mezzo pieni di progetti, di eventi e di momenti da ricordare, per cui non posso che essere grato al collettivo per il percorso condiviso ma, anche nelle storie più belle, può capitare che a un certo punto, in tutta serenità, ci si renda conto che le singole sensibilità stanno prendendo direzioni diverse e le strade si dividano. Tutto qui. O magari è solo la mia solita indole a cercare più la fuga solitaria che il treno per la volata di gruppo.
In ogni caso auguro il meglio a chi continuerà a portare avanti quella che considero sempre, nell’idea di fondo, una magnifica utopia (nel senso migliore del termine). -
i miei ascolti di settembre 2014
Certe abitudini sono dure a morire e alla fine si torna spesso a parlare di musica, dunque, come era tradizione altrove, snocciolo i tre album che ho ascoltato di più in questo confusissimo mese di settembre:
1. Karenina – “Via Crucis”
2. Fabi Silvestri Gazzè – “Il padrone della festa”
3. Battiato \ Pinaxa – “Joe Patti’s Experimental Group”
I Karenina sono stati una piacevole sorpresa, con un approccio da fine anni ’90 che mi ha fatto ringiovanire un po’. Fabi Silvestri Gazzè hanno fatto un disco pulitissimo con tante belle canzoni, il che fa sempre bene allo spirito. Il ritorno alle origini di Franco Battiato invece è un viaggio psichedelico che non delude le attese. -
un brindisi a Piero
Oggi Piero Ciampi avrebbe compiuto ottant’anni.
Per quanto mi riguarda, resta un esempio assoluto di come si possa sbriciolare il confine fra vita e poesia, facendo scaturire un’enorme forza poetica proprio dal mettere a nudo i propri disequilibri, senza pose né falsi intellettualismi.
Tanti auguri, Piero! Un brindisi a te. -
Occhio Di Bue Festival
Lo stand di Neverlab ed Edizioni Del Faro a Manerbio (BS) per l’Occhio Di Bue Festival.
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a Manerbio (BS) con Neverlab e Del Faro
Sabato (20 settembre), a Manerbio (BS), si terrà un’intera giornata dedicata all’editoria indipendente, con stand di editori, reading e presentazioni che, dalle 10 del mattino a mezzanotte, animeranno il Cortile e il Palazzo comunale della cittadina bresciana.
Io sarò lì. Passerò la giornata a chiacchierare con i visitatori allo stand di Edizioni Del Faro & Neverlab e, alle 22, presterò la voce a Miky Marrocco leggendo un paio di suoi brani nel reading-concerto dedicato al suo “Nicovid” (dove ci saranno anche le canzoni di Alia, Luca Barachetti e Alexandra Lagorio, oltre allo stesso Miky). Ma chissà che in coda allo spettacolo non si decida di inserire anche una cosetta mia…
Per info: www.occhiodibuefestival.it -
“non è così…”
“…non è così che se ne andrà.”
E’ curioso, in questi giorni in cui mi sto interrogando su cosa fare di un mio manoscritto la cui protagonista si chiama proprio con quel nome, vedere che Francesco De Gregori sta lanciando come nuovo singolo una nuova versione della sua “Alice”. Molto bella, tra l’altro.
A volte certe coincidenze sembrano volerti indicare una strada. Anche se devo ancora capire quale… -
“Opinioni di un clown”
“Tutti sanno che un clown dev’essere malinconico per essere un buon clown, ma che per lui la malinconia sia una faccenda seria da morire, fin lì non arrivano.” (H.Böll)
Pensavo a quali sono i romanzi che mi hanno segnato maggiormente, e uno dei primi che mi è venuto in mente è “Opinioni di un clown” di Böll: un condensato enorme di malinconia che ti scava dentro con una profondità rara e riesce a guardare il mondo con una lucidità assoluta. L’ho letto un sacco di anni fa, ma lo ricordo sempre come un magnifico pugno nello stomaco.