Categoria: diario

  • “Vincere perdendo” di Marco Ambrosi

    In questi giorni ho letto “Vincere perdendo”, il romanzo d’esordio di Marco Ambrosi (che molti già conosceranno come chitarrista dei Nuju o dei La Rosta), e la cosa che più mi ha colpito è stata l’affinità istintiva che ho sentito verso la storia che lui ha raccontato e lo spirito della sua narrazione (a partire dal titolo: d’altra parte anche un personaggio di un mio libro sosteneva che “vincere o perdere è solo un dettaglio assolutamente insignificante”). Il libro racconta le vicende della squadretta di calcio giovanile di un paesino ai margini della provincia calabrese nei primi anni ’90, ma ancora di più le vite, le aspirazioni, i sogni e le delusioni dei ragazzi che ne fanno parte e il modo in cui quell’esperienza finirà con rivelarsi una preziosa scuola che segnerà in modo indelebile ognuno di loro.
    È un romanzo apparentemente semplice ma pieno di spunti di riflessione interessanti sulle dinamiche dell’esistenza, sull’attaccamento alle proprie radici e sul concetto di sconfitta o di vittoria tanto nella vita quanto su un campo da gioco. E, per chi come me negli anni narrati aveva circa l’età dei protagonisti, è un vero e proprio viaggio nel tempo.
    Ne ho parlato in modo un po’ più approfondito sul sito di Rock Targato Italia.

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    “Vincere perdendo” di Marco Ambrosi
  • il video dell’intervista su Odeon TV

    È stato pubblicato anche on line il video della mia intervista andata in onda venerdì scorso su Odeon TV, all’interno della trasmissione Eccellenze Italiane, per parlare de “L’Uomo a pedali”.
    Si è trattato di una chiacchierata molto piacevole in cui ho avuto modo di raccontare l’essenza del libro e riflettere un po’ sul protagonista, sul mio percorso e su qualche altra piccola cosa.

  • “L’uomo a pedali” su Odeon TV

    Ogni tanto è giusto parlare anche dei miei lavori, e negli ultimi mesi forse l’ho fatto troppo poco. Per rompere questa tendenza le strane vie della vita mi hanno portato in televisione: venerdì (15 aprile), alle ore 16.51 circa, su Odeon TV (canale 177 del digitale terrestre), all’interno della trasmissione “Eccelleze italiane”, andrà in onda una mia breve intervista per raccontare agli spettatori “L’uomo a pedali”.
    Ringrazio in anticipo tutto il gentilissimo staff della trasmissione.

    “L’uomo a pedali” su Odeon TV
  • le creazioni in legno di Emanuel Gavioli

    In quest’estate transitoria mi va di parlare di cose belle, dunque invito a dare un’occhiata alle pagine social di Emanuel Gavioli e alle sue creazioni in legno.
    Ho conosciuto Emanuel una quindicina d’anni fa, quando entrambi abbiamo pubblicato i rispettivi libri d’esordio, e all’epoca credo che nella scrittura avessimo alcuni bei alcuni punti di vicinanza. Da lì abbiamo avuto poi percorsi di vita diversi e negli ultimi anni lui ha avuto modo di dare spazio al suo grande talento nello scolpire e intagliare il legno realizzando opere davvero originali unendo il talento di un artigiano con l’animo di un artista. Merita davvero.

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    le creazioni in legno di Emanuel Gavioli
  • gli ascolti di aprile 2022

    Ultimamente mi pongo spesso una domanda: c’è differenza fra un artista e una reginetta di bellezza? Per esempio, parlare di pace, di questi tempi, credo sia fondamentale per chiunque. Ma mi aspetto che un artista sappia farlo in modo concreto, con la giusta profondità di pensiero e con il coraggio di puntare con fermezza il dito prima di tutto contro le responsabilità e le scelte scellerate di chi detiene il potere a casa nostra. Da qualche tempo invece vedo solo semplificazioni. Vedo il desiderio di esporsi il meno possibile o di farlo solo in modo innocuo assecondando la narrativa che va per la maggiore, chissà poi se per reale poca voglia di approfondire o se per il timore che contestando qualcosa si finisca con l’essere etichettati come “filo-questo” o “no-quello” e si rischi così di uscire dalla programmazione di qualche evento. Vedo persino artisti che si trasformano in cani da guardia del potere contestando chi lo contesta. E questo mi mette una certa tristezza.
    Con un pizzico di nostalgia per i tempi in cui l’artista aveva il preciso dovere di non essere accondiscendente verso il potere, anche in questo aprile torno a parlare di musica sul sito di Rock Targato Italia raccontando i nuovi album di Pier AdduceMarco OngaroCignoLa Rosta e Detto Ferrante Anguissola.

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    gli ascolti di aprile 2022
  • promesse non mantenute

    Il cammino de “L’uomo a pedali”, nella mia idea iniziale, avrebbe dovuto concludersi nei prossimi giorni.
    C’è un evento a pedali che si svolge in Belgio alla vigilia del Giro delle Fiandre e che ogni anno concentra decine di migliaia di ciclisti proprio sulle strade che il giorno dopo percorreranno i professionisti. Quando ho iniziato a pensare di ripubblicare il romanzo mi piaceva l’idea di portare in giro il libro su due ruote e, dopo aver toccato alcuni luoghi significativi, concludere questo viaggio proprio lì, sulle pietre che il protagonista sognava da bambino. Poi però, come sappiamo fin troppo bene, il mondo ha continuato a impazzire sempre di più, ogni logica è saltata, le mie priorità sono cambiate e già nell’autunno scorso ho capito che quella strada si era ormai interrotta precocemente e che, per quanto sabato lassù in Belgio tutto si svolgerà nella più assoluta normalità, per me era ormai venuta a mancare ogni tipo di condizione per poter restare focalizzato su un simile obbiettivo.
    Probabilmente, compatibilmente con ciò che sarà possibile fare da liberi esseri umani, questa mancata conclusione diventerà l’aggancio per portare ancora in giro il romanzo in qualche occasione saltuaria. Poi se l’appuntamento con le pietre delle Fiandre sia rimandato ad annate più propizie è impossibile dirlo. Ci sono tante condizioni che si dovrebbero allineare, sia dentro di me che nel mondo esterno, per poterci pensare. Vedremo. Magari è semplicemente giusto che al termine di questa strada resti un senso di incompiuto.

    promesse non mantenute
  • a proposito della mia tessera elettorale

    Sabato mattina ho avuto un confronto con il sindaco del paesino in cui vivo.
    Come qualcuno ricorderà, alla fine di gennaio ho restituito la mia tessera elettorale al Presidente della Repubblica. A seguito di questo fatto, all’inizio della scorsa settimana sono stato contattato dal mio comune con una lettera che diceva che la Presidenza della Repubblica aveva inoltrato a loro il documento in questione per restituirmelo ma che il sindaco era interessato anche a incontrarmi per capire le motivazioni del mio gesto.
    Siccome sono sempre più convinto che il confronto civile sia fra le cose che più mancano in questo periodo, mi è sembrata un’occasione da non trascurare, anche se poi il tutto si è svolto telefonicamente anziché di persona proprio per la mancanza da parte mia del noto lasciapassare.
    Le cose che ho detto al sindaco sono quelle che ripeto da mesi: ho fatto presente la mia preoccupazione per la violenza con cui da qualche tempo chi tira le fila del nostro Paese (e chiaramente mi riferisco all’Italia e non al mio paesino) esercita il proprio potere e per come si stiano continuamente mettendo dura prova le fondamenta del concetto stesso di stato di diritto, a partire dalle problematiche connesse al lasciapassare fino ai fatti più recenti.
    Si è trattato di una telefonata molto serena, dunque mi sento di ringraziare il sindaco di Monguzzo per l’attenzione con cui ha ascoltato il mio punto di vista. Poi ovviamente non sarà di certo questo a smuovere di un millimetro la situazione assurda che tutti quanti stiamo vivendo, ma ho trovato confortante che, in questo periodo in cui il mondo sembra funzionare per schieramenti, possano esserci ancora momenti di dialogo fra persone civili anche a livello istituzionale. E questo forse non fa altro che confermare la mia storica convinzione che bisognerebbe dare molto più peso alle piccole comunità, anziché correre follemente verso un mondo sempre più globalizzato e lontano dal contatto fra esseri umani.

    https://youtu.be/J_gaXj5PVIo
  • fra Italia e Svizzera a pedali

    Mentre dall’alto piovono violenza e divisioni, mi sono lanciato in un’avventura a due ruote fra due diverse nazioni: una pedalata di 124 km fra Svizzera e Italia, fra la sponda elvetica del lago di Lugano e il ramo comasco del Lario, che si è confermata l’occasione per riempirsi gli occhi di bellezza ma anche per abbandonarsi a qualche riflessione sul tempo presente. In questo video c’è un piccolo resoconto di come è andata.

  • non in mio nome

    Fa male vedere anche l’arte e lo sport diventare oggi megafoni di quella propaganda becera che non fa altro che alimentare odio e divisioni. Fa male vedere il mio Paese fomentare con atti concreti un conflitto e lasciare intuire di essere disposto persino a prendervi parte direttamente, nel silenzio accondiscendente anche di molti con l’arcobaleno alla finestra. Fa male vedere che, nonostante le miriadi di bugie ormai conclamate raccontate senza sosta, i pifferai magici di regime continuino ad avere tanto seguito. E più di tutto fa male vedere troppe persone non rendersi conto che il caos di oggi non è altro che il seguito naturale di quello dei mesi passati che è tutt’altro che terminato e che lo scopo è sempre lo stesso: renderci tutti sempre più manipolabili, poveri e ricattabili. Soprattutto quest’ultimo è il punto su cui dovremmo focalizzarci, se vogliamo davvero uscire dal caos o almeno limitarne i danni.

    P.S.: Giusto per essere chiari, provo a spiegarlo come si potrebbe fare con dei bambini: se due persone si azzuffano, chi vuole la pace cerca di dividerle o di evitare lo scontro a priori. Chi provoca il più forte e al contempo fomenta il più debole ha invece un evidente interesse nel portare avanti un massacro. E non ci sono popoli buoni o popoli cattivi: ci sono solo persone di potere, da ogni parte, che cercano di difendere gli interessi dei loro padroni a discapito di tutti noi.

    non in mio nome
  • gli ascolti di marzo 2022

    Poco meno di 26 miliardi (sottolineo: miliardi, non milioni) di Euro: è questa la cifra (a cui si sommeranno poi anche le erogazioni aggiuntive non preventivate, come i 174 milioni di cui si è da poco deliberato) che, a dispetto di tutte le bandierine multicolore, il nostro Paese ha stanziato anche nel 2022 per le spese militari per continuare a fare parte di un’alleanza anacronistica guidata da nazioni le cui smanie sono da settant’anni quanto meno la concausa profonda della gran parte dei conflitti, incluso quello che oggi è sulla bocca di tutti e altri comunque ancora in atto. Forse occorrerebbe riflettere su questo dato (e sul fatto che questa cifra aumenta ogni anno, a dispetto dei continui tagli a sanità e istruzione), mentre ci prepariamo alle drammatiche ricadute dell’inevitabile aggravamento di quella crisi energetica già da tempo spinta e agognata da chi tiene le redini di un potere che si regge ormai solo sul vessare le fasce deboli delle popolazioni in favore delle élite. Ma, in attesa di vedere come tutto questo si evolverà, anche in questo marzo dal sapore così anni ’80, torno a parlare di musica e, nella mia abituale rubrica dedicata agli ascolti del mese sul sito di Rock Targato Italia, racconto i nuovi album di gIANMARIAGomma Massimo Zamboni.

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    gli ascolti di marzo 2022
  • riflessioni invernali sulla libertà

    Quest’epoca ci sta costringendo a fare i conti con una serie di concetti importanti. Per esempio, in questi giorni riflettevo sul fatto che il primo passo per poter vivere sereni sia smettere di considerare la morte come il male supremo. Anche perché si tratta di qualcosa a cui nessuno di noi sfuggirà, per cui tanto vale concentrarsi sul vivere nel modo migliore il tempo che abbiamo piuttosto che avvelenare quel tempo per il terrore di qualcosa di inevitabile.
    Allo stesso modo ultimamente mi sono trovato spesso a interrogarmi su cosa sia davvero la libertà, convincendomi sempre di più del fatto che si tratti di qualcosa che ha a che vedere con la coscienza di sé e con la consapevolezza delle proprie scelte più che con la possibilità di fare o meno determinate cose. Si può essere liberi anche chiusi in una cella e si può non esserlo pur facendo tutto ciò che si desidera. “Io sono libero”, si scandiva non a caso qualche mese fa nelle piazze, e non era una rivendicazione ma un’affermazione.
    Credo che uno dei grandi problemi dell’essere umano sia la tendenza naturale ad abituarsi anche alle situazioni peggiori e a trovare sempre il modo di adattarsi e sopravvivere, il più delle volte rassegnandosi o aggrappandosi a qualche brandello di positivismo illusorio. Il che è un bene ma anche un male, perché è giusto trovare il modo per sopravvivere anche ai momenti peggiori ma a determinate cose è importante non abituarsi mai.

    riflessioni invernali sulla libertà
  • gli ascolti di febbraio 2022

    “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi” diceva uno dei personaggi de “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa. Nell’Italia di oggi sembra che si sia arrivati invece a una totale inversione di tendenza: ci si trincera dietro a una facciata di immobilismo mentre tutto corre all’impazzata verso il baratro.
    Almeno una volta al mese però è necessario per me tornare a parlare di musica così, in questo febbraio surreale, nella mia abituale rubrica sul sito di Rock Targato Italia parlo dei nuovi dischi di Mario Pigozzo FaveroMurubutuCircus Punk e Barabba.

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    gli ascolti di febbraio 2022
  • restituisco la mia tessera elettorale al Presidente della Repubblica

    Proprio nelle ultime ore in cui è possibile accedere agli uffici postali senza strane tessere, ho scelto di compiere un gesto dal valore simbolico importante: spedire una raccomandata al Presidente della Repubblica per restituirgli la mia tessera elettorale.
    I motivi della mia decisione sono facili da intuire e sono comunque sempre legati alla mia urgenza di prendere in ogni modo le distanze dal modello di società verso cui chi tira oggi le fila del potere nel nostro Paese ci sta spingendo.
    In questo video c’è una piccola testimonianza di questa scelta insieme al contenuto della lettera inviata al presidente per accompagnare il documento e spiegare anche a lui il significato del mio gesto.

  • due chiacchiere con i Circus Punk

    Qualche giorno fa ho avuto modo di intervistare i Circus Punk, vincitori dell’ultima edizione di Rock Targato Italia, e devo dire che ciò che più mi ha fatto piacere è stato riscontrare una grande coerenza fra il loro approccio musicale sfacciatamente rock’n’roll e ciò che dimostrano di essere anche fuori dal palco, con un enorme senso di libertà che traspare da ogni loro parola. Un aspetto che, a mio avviso, non è per nulla scontato e mi fa apprezzare ancora di più l’essenza della band.
    “Stiamo andando via via verso una società sempre meno a misura d’uomo, con tutte le conseguenze del caso. Potrebbe mai l’uomo perdere l’umanità? Che genere di individuo sarebbe? E che tipo di realtà si verrebbe a creare?” hanno detto fra le altre cose nella nostra chiacchierata. Un abbraccio a loro

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    due chiacchiere con i Circus Punk
  • “Il nodo” di Pieralberto Valli

    Da tempo sono convinto che Pieralberto Valli sia un artista prezioso e il suo nuovo libro intitolato “Il nodo”, che ho avuto modo di leggere in questi giorni, è una bella conferma di questo pensiero. Si tratta di un romanzo, ambientato in un futuro distopico fortemente venato di transumanesimo, che richiama gli insegnamenti di OrwellHuxleyP.K.Dick o Bradbury ma li declina in modo ancora più introspettivo e filosofico. Non è un libro facile, anche per via della narrazione profonda e lenta, ed è un lavoro che ti porta per forza di cose a farti domande importanti sul significato del dolore, sul senso della società e sulla natura stessa dell’essere umano. Merita assolutamente di essere letto con la giusta attenzione.
    Oggi è uscito anche un mio articolo sul sito di Rock Targato Italia in cui ne parlo in modo leggermente più approfondito.

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    “Il nodo” di Pieralberto Valli
  • Milano a pedali

    Negli ultimi mesi, per svariate ragioni, ho usato pochissimo la bicicletta. Con l’inizio del 2022 però avevo voglia di regalarmi un bel giro su un itinerario che avevo in mente da un po’: attraverso tutta la Brianza con destinazione Milano e successivamente fra le vie del capoluogo. Una pedalata costeggiando la statale Valassina e attraversando piazza Fontana, il Duomo, San Vittore, la stazione Centrale e altri luoghi significativi, fra qualche pensiero sparso e un paio di ricordi personali. Questo video  è il resoconto di come è andata.

  • gli ascolti di gennaio 2022

    “Consapevoli sterminatori, accorti nel distruggere, attenti nell’arricchire. […] Siccome sanno quello che fanno, non li perdono, non li perdonerò.” cantava un quarto di secolo fa il sempre lungimirante Giovanni Lindo Ferretti in una canzone intitolata “Buon anno, ragazzi” che, riascoltata oggi, suona come la colonna sonora ideale per il capodanno spettrale appena passato. Prima di gettarci a capofitto nel caos di questa notte senza fine, però, mi sembra giusto iniziare il nuovo anno parlando di cose belle. Così sul sito di Rock Targato Italia è uscito il mio abituale articolo mensile dedicato ai consigli musicali. Questa volta parlo de nuovi lavori di Andrea ChimentiCarverMax Manfredi e Babalot con Pootsie.

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    gli ascolti di gennaio 2022
  • aspettando il 2022

    Il 2021 mi sembra essere durato almeno un decennio, probabilmente anche per via del fatto che, come ampiamente previsto, il mondo che abitiamo oggi è davvero distante da quello in cui vivevamo a gennaio e molte cose che a inizio anno sarebbero parse a chiunque inaccettabili sono ormai entrate serenamente nell’uso comune della maggior parte di noi.
    È stato un anno tragico in cui le fondamenta del nostro vivere civile e del nostro poterci definire esseri umani sono state scosse nel profondo, anche se personalmente so di essere stato un privilegiato e avere vissuto una serie di colpi di fortuna che mi hanno permesso finora di galleggiare sul caos generale in modo meno ostico rispetto alla gran parte dei miei connazionali. Ma forse questa consapevolezza mi ha fatto sentire ancora di più la responsabilità di dover dire ostinatamente “no” alla deriva imboccata e, anche per questo motivo, è stato un anno di piazze, di urla a squarciagola e di lotte che sono ben lontane dal concludersi.
    Il grigio piovuto dall’alto, poi, non deve farmi dimenticare i momenti belli vissuti grazie alla ripubblicazione de “L’uomo a pedali”, anche se resterà il piccolo rimpianto di non avere potuto portare quel percorso fin dove mi ero promesso. Ma è stato giusto così: non c’erano più i presupposti per continuare serenamente quella strada.
    Cosa posso aspettarmi dal 2022? Sicuramente ancora tantissimo grigio che non smetterà di piovere dal cielo fino forse a diventare nero, ma spero anche la stessa voglia di continuare a non chinare il capo. Per questo, se devo esprimere un desiderio per il nuovo anno, voglio pensare in grande: vorrei arrivare al prossimo trentuno dicembre ancora pienamente in pace con me stesso, con la mia coscienza e con tutto ciò che sono.

    aspettando il 2022
  • buon Natale 2021!

    A Natale si ricorda la nascita di un uomo che andava senza alcun timore ad abbracciare i lebbrosi e che ha sempre difeso prima di tutto la dignità di ogni singolo essere umano indipendentemente da qualsiasi tipo di condizione. Un uomo che oltretutto diceva di volerci liberare proprio dalla nostra paura più profonda e irrazionale.
    Un Natale basato sul diffondere terrore, sul predicare divisioni o sul voler isolare chicchessia per qualsivoglia ragione, semplicemente non è Natale.
    Buon Natale a chi, nel proprio intimo, non cede alla decadenza inumana di questi tempi che vogliono toglierci anche il Natale.

    buon Natale 2021!
  • a proposito di “Nel blu”

    Qualche settimana fa qualcuno mi ha raccomandato di non dimenticarmi di essere prima di tutto uno scrittore perché, qualunque cosa possa accadermi attorno, la mia indole resterà inevitabilmente comunque sempre quella. Credo sia nata lì l’idea di pubblicare “Nel blu”: un racconto che ha avuto una genesi piuttosto lunga, tanto che già tre anni e mezzo fa ne avevo portato sul palco una versione embrionale in un paio di occasioni, e che ha faticato a trovare una forma definitiva.
    Penso sia un racconto che si può leggere in tanti modi diversi, ma a me piace pensarlo soprattutto come la fotografia di uno di quei momenti in cui, sotto una parvenza di calma assoluta, si consumano le lotte interiori più spietate, prima fra tutte quella con l’eterna tentazione di arrendersi alla vacuità delle cose del mondo.
    Il fatto che lo abbia pubblicato in pieno dicembre è un caso, però in fondo mi piace l’idea che qualcuno lo possa prendere come una sorta di regalo di Natale e soprattutto credo abbia molto più senso leggere questa storia durante i mesi più freddi piuttosto che in piena estate quando probabilmente avrebbe un sapore diverso.

    a proposito di “Nel blu”

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