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pedalando alla Granfondo Torino
A volte i fatti si intrecciano in modo particolare. Così, mentre “L’uomo a pedali” era esposto in bella vista allo stand di Edizioni del Faro al Salone del Libro di Torino, io mi sono ritrovato a pedalare proprio nella stessa città, in un incrocio di eventi che credo evidenzi bene tutte le sfumature dell’inusuale cammino di questo romanzo.
Pedalare alla Granfondo Briko Torino è stata un’esperienza affascinante e più impegnativa del previsto, con un percorso nel verde delle colline del torinese e del Monferrato destinato a concludersi, dopo un finale piuttosto provante, di fronte a un luogo suggestivo come la basilica di Superga. Ho sofferto parecchio nei chilometri conclusivi, complice anche la giornata inaspettatamente calda, ma mi sono divertito.
È stato, insomma, un altro tassello positivo per un cammino su cui, a ormai più di tre anni dalla pubblicazione del romanzo, prima o poi sarà necessario fare il punto della situazione ma che nel frattempo sta continuando a regalare dei bei momenti. -
“L’uomo a pedali” alla Granfondo del Po
“Per lui, abituato a tenere gli occhi costantemente fissi verso una vetta, era strano non vedere una montagna nemmeno all’orizzonte e perdersi con lo sguardo in quel verde e ocra sconfinato che si vedeva distintamente baciare il cielo in un punto lontanissimo che le sue pupille riuscivano solo ad accarezzare” (da “L’uomo a pedali“).
Domenica, pedalando alla Granfondo del Po, mi è tornato inevitabilmente in mente questo passaggio del mio romanzo. La manifestazione che parte da Ferrara è senza dubbio qualcosa di atipico, con un percorso senza nemmeno un metro di salita che si snoda fra i paesaggi dal fascino inusuale che accompagnano le sponde del Po verso il delta, creando un contrasto particolare fra l’alta velocità a cui l’andamento della gara invita costantemente e i ritmi sincopati della vita che sembra scorrere tutt’attorno.
Dopo un inverno un po’ complicato, per quanto mi riguarda è stato un eccellente primo passo di una stagione in cui ho ancora molta voglia di continuare a portare lo spirito de “L’uomo a pedali” a respirare aria nuova lungo le strade. -
“L’uomo a pedali” e la Randolario
“L’uomo a pedali” sarà partner della Randolario, la manifestazione ciclistica del lago di Como organizzata dal Bike Team Malgrate che si svolgerà domenica 10 marzo con partenza da Lecco. Sarà un bellissimo appuntamento che accoglierà centinaia di amanti della bicicletta che potranno scegliere di cimentarsi su uno dei tre percorsi proposti (il principale di 195 km che seguirà per intero le sponde del Lario e visiterà anche le due principali valli che lo sfiorano, più altri due di 100 km e di 52 km). Fra i premi che verranno assegnati a sorteggio fra tutti i partecipanti ci saranno anche tre copie del mio romanzo.
Per gli amici ciclisti che volessero lanciarsi nell’avventura, le iscrizioni sono aperte fino a giovedì 7 marzo sul sito della manifestazione. -
La tragica situazione delle strade italiane
Esattamente un anno fa, fra le ruote di un camion, finiva la vita di Davide Rebellin. Ci sarebbero molte cose da dire a riguardo ma forse il modo migliore per ricordarlo è provare a riflettere su quanto la drammatica pericolosità delle strade del nostro Paese sia, in quest’ultimo anno, ulteriormente peggiorata.
Purtroppo continua a esserci ben poca coscienza della responsabilità che ci si carica sulle spalle quando ci si mette alla guida di un veicolo e di quanto alcuni comportamenti siano pericolosi, inclusa la mancanza di distanza laterale quando si sorpassa, che è un aspetto che purtroppo chi non ha mai pedalato non può comprendere ma che resta in assoluto il più grande pericolo per i ciclisti. Per cambiare davvero qualcosa servirebbe una drastica inversione di rotta culturale: dovremmo darci tutti quanti una calmata rispetto alla folle frenesia imperante e imparare a tutelare i più fragili e rispettare chi compie scelte diverse dalle nostre. Il che vale poi anche per parecchi altri ambiti. Ma mi rendo benissimo conto che, allo stato attuale delle cose, sia una totale utopia. -
il Bike Team Malgrate e “L’uomo a pedali”
Qualcuno forse avrà notato che nelle foto delle ultime avventure su due ruote non uso più le mie divise marchiate “L’uomo a pedali“.
Il fatto è che sono sempre stato un pedalatore solitario proprio come il protagonista del mio romanzo ma, per questioni burocratiche, a partire da quest’estate, per poter continuare a partecipare a determinati eventi sono stato costretto a entrare in una squadra. Per questo negli ultimi mesi mi sono unito al Bike Team Malgrate capitanato dal simpaticissimo Roberto Il Maggio (titolare anche di un interessante canale video): una realtà estremamente genuina capace di vivere l’amore per la bicicletta in modo accorato ma con la dovuta leggerezza e una grandissima attenzione agli aspetti umani.
Nel fine settimana appena concluso abbiamo chiuso la stagione 2023 con una piccola sfida in famiglia nel lecchese ed è stata una mattinata davvero divertente in ottima compagnia. Ci rivedremo sicuramente sulla strada anche nella prossima stagione. -
su Icarus Ultra con La Pellegrina Bike Marathon
Come accennato, la scorsa settimana è andato in onda su Sky, all’interno della trasmissione Icarus Ultra, un servizio sulla Pellegrina Bike Marathon che ha visto anche una mia piccola partecipazione per raccontare il percorso dedicato al ciclismo su strada. Ora il servizio è disponibile anche on line sulle pagine della trasmissione e credo meriti di essere visto per assaggiare la genuinità dell’atmosfera della manifestazione e il fascino dei paesaggi della Val Susa.
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pedalando su Sky con La Pellegrina Bike Marathon
Una piccola sorpresa inusuale: nel corso della Pellegrina Bike Marathon di qualche settimana fa ho avuto la bella opportunità di essere seguito dalle telecamere di Sky durante la pedalata per raccontare dalla strada la mia visione della splendida manifestazione ciclistica della Val Susa. Alcune di queste riprese faranno parte di un servizio sulla Pellegrina Bike Marathon che andrà in onda proprio su Sky all’interno della ventiduesima puntata della trasmissione Icarus Ultra.
La puntata verrà trasmessa per la prima volta lunedì 9 ottobre (domani) alle 18.30 sul canale Sky Sport Arena e verrà poi replicata più volte nel corso di tutta la settimana, in orari diversi, sia sullo stesso canale che su Sky Sport Uno, Sky Sport Max e Cielo (per i dettagli sulle repliche conviene guardare direttamente la programmazione di Sky). -
“L’uomo a pedali” alla Granfondo Tre Valli Varesine 2023
Ciò che mi è rimasto impresso della Granfondo Tre Valli Varesine di domenica scorsa è stato il tifo a bordo strada in diversi punti del tragitto. Non mi era mai capitato, all’interno di una manifestazione dedicata al ciclismo amatoriale, di imbattermi in un simile calore da parte degli spettatori.
La pedalata varesina, per la storia che il nome della manifestazione porta con sé, per i territori che attraversa e per il suo percorso intrigante e veloce, non poteva mancare all’interno del lungo cammino de “L’uomo a pedali” ed è stato davvero un piacere affrontarla in una giornata di inizio ottobre dal clima praticamente estivo, immergendomi in un’atmosfera parecchio competitiva ma assolutamente serena e accompagnata da un’organizzazione meticolosa e attentissima soprattutto alla sicurezza dei ciclisti in gara.
Questa stagione a pedali mi ha regalato diversi bei momenti degni di essere ricordati e l’esperienza sulle strade di Varese e delle sue valli non ha certo fatto eccezione. In fondo aveva ragione il protagonista del mio romanzo: le sensazioni regalate dalle ruote che scorrono su chilometri d’asfalto sono sempre fra le pochissime certezze a cui ci si può affidare. -
“L’uomo a pedali” e la Pellegrina Bike Marathon 2023
La porterò nel cuore per parecchio tempo, la meravigliosa accoglienza ricevuta alla Pellegrina Bike Marathon 2023 sotto ogni punto di vista, sia da parte dei membri dello staff organizzativo che dalle tantissime persone incrociate al villaggio di partenza o pedalando lungo il percorso.
È stato davvero un onore poter parlare de “L’uomo e pedali” condividendo il palco con personaggi come Beppe Conti (giornalista e memoria storica del ciclismo italiano), Andrea Noé (ex ciclista professionista molto amato dal pubblico negli anni ’90 e ’00), Serena Malabrocca (nipote della mitica “maglia nera” del ciclismo anni ’40 e attenta divulgatrice culturale che mantiene viva la memoria delle imprese del nonno) e molti altri in un clima davvero rilassato. Ma ovviamente è stato bellissimo anche rituffarsi fra i paesaggi densi di fascino antico della Val Susa, pedalando su un percorso fatto di strade dal gusto “fiammingo” che sarebbero piaciute parecchio anche al protagonista del mio romanzo, respirando un’atmosfera estremamente amichevole da parte di tutti i partecipanti. Alla mia seconda partecipazione consecutiva, penso di poter dire che La Pellegrina è una delle pedalate che mi fanno sentire maggiormente a casa, sia per la bellezza dei luoghi attraversati che per il tipo di percorso e lo spirito degli organizzatori e dei partecipanti.
So che i ringraziamenti suonano sempre banali, ma in questo caso sono davvero necessari e sentiti: grazie di cuore a tutta l’organizzazione de La Pellegrina e a ogni singola persona incontrata nei due giorni ad Avigliana, e ovviamente in modo particolare al patron della manifestazione, Fulvio Tosco, che è un’autentica esplosione di entusiasmo. -
“L’uomo a pedali” in Val Susa
Alla fine di questa settimana sarò in Val Susa dove mi aspettano due appuntamenti diversi fra loro ma strettamente legati l’uno all’altro.
Sabato pomeriggio (9 settembre) avrò il piacere di fare un piccolo intervento per parlare de “L’uomo a pedali” ad Avigliana (TO), sul palco allestito all’interno del villaggio di partenza della Pellegrina Bike Marathon che si svolgerà il giorno successivo. Sarà un lungo pomeriggio che, dalle ore 15 alle 17.30, vedrà alternarsi parecchi ospiti che racconteranno diversi modi di approcciare la bicicletta, da quelli legati alla scoperta o alla valorizzazione dei territori fino al ricordo delle imprese dei campioni del passato o alle storie personali di particolari pedalatori solitari. Il tutto sarà trasmesso anche in diretta streaming sui canali della manifestazione.
Domenica (10 settembre) invece chiuderò il cerchio pedalando sulle strade affascinanti della Val Susa partecipando proprio alla Pellegrina Bike Marathon. Si tratta di una pedalata con cinque diversi percorsi, ognuno dei quali pensato per una diversa tipologia di amante delle due ruote (dalle famiglie ai ciclisti più esperti e dalla mountain bike alla bici da strada), ma tutti incastrati lungo la via francigena fra le bellezze di una valle di che merita di essere scoperta e visitata. -
“L’uomo a pedali” alla Randonée Fabio Casartelli
Della tragedia di Fabio Casartelli al Tour de France del ’95 ho un ricordo nitidissimo. In quegli anni praticamente mi alimentavo di ciclismo e quell’evento scosse parecchio il mondo delle due ruote. Oltretutto Fabio veniva dalla mia stessa terra e da queste parti è facile imbattersi ancora oggi nel suo ricordo anche solo tramite qualche foto appesa nei luoghi frequentati dai ciclisti.
Nonostante tutto questo però, per un motivo o per l’altro, prima di quest’edizione non avevo avuto ancora modo di inserire la pedalata che la sua famiglia organizza ogni anno in sua memoria all’interno del cammino de “L’uomo a pedali“. Ed era una mancanza che andava assolutamente colmata.
Quella di domenica scorsa è stata una pedalata impegnativa ma piacevole, divisa fra il fascino del lago di Como, il ricordo di Casartelli e le salite storiche del triangolo lariano che, complice anche la giornata particolarmente afosa, vanno sempre affrontate con il dovuto rispetto. Una manifestazione molto informale, dal sapore casalingo, contornata da paesaggi che meritano sempre di essere gustati. -
“L’uomo a pedali” e il Re Stelvio
La prima (e fino a ieri unica) volta in cui ho scalato il passo dello Stelvio in bicicletta avevo diciotto anni. Già da un po’ mi dicevo che sarebbe stato interessante vedere che effetto mi avrebbe fatto riaffrontarlo dopo un quarto di secolo, e la Re Stelvio organizzata da Mapei mi è parsa l’occasione ideale.
Per quanto io non sia un ciclista da salite alpine e nonostante l’ascesa mi sia sembrata più impegnativa di come la ricordassi, tornare a confrontarsi con quei quarantadue tornanti e portare “L’uomo a pedali” al culmine della strada carrabile più alta d’Europa era qualcosa di necessario. Poi anche all’interno del romanzo lo Stelvio ha un suo significato, per cui era doveroso inserirlo in questo lungo percorso. E devo dire che ritrovarsi proprio al centro di un serpentone multicolore con persone di ogni genere, ogni età e ogni livello di preparazione sportiva intente a cercare di risalire tutte insieme, ognuno con il proprio ritmo e le proprie personalissime motivazioni, quei chilometri d’asfalto, è stato qualcosa di emozionante. -
“L’uomo a pedali” al Km Verso Il Blu
Non mi era mai capitato, in tutta la mia vita, di incontrare una salita ripida come quella del Km Verso Il Blu di Predore (BG). Una cronoscalata serale che nel giro di un solo chilometro (1200 metri, per la precisione, ma con pendenze che raggiungono il 33%) toglie letteralmente il fiato tanto quanto la vista del tramonto sul Lago D’Iseo che si può ammirare una volta arrivati in cima.
Personalmente non posso che ringraziare gli Amici Del Pedale di Predore e il Team Tex per avere organizzato una manifestazione così particolare e ancora di più per la magnifica accoglienza e per l’atmosfera serena e conviviale respirata sia prima della corsa che durante la serata. Mi ha fatto piacere poter portare “L’uomo a pedali” a confrontarsi con una sfida così particolare e impegnativa. -
“L’uomo a pedali” alla Alé La Merckx 2023
È affascinante pedalare all’interno di una manifestazione intitolata a un monumento del ciclismo come Eddy Merckx, specie su un percorso che parte da un luogo iconico come la piazza antistante l’Arena di Verona e si snoda fra vitigni e colline prima di concludersi su una salita che è stata il cuore pulsante di due campionati del mondo (fra cui quello del ’99, quando Frank Vandenbroucke, proprio su quella salita, tentò inutilmente di scombinare le carte del destino nonostante un polso fratturato in una caduta a metà corsa).
Il fine settimana della Alé La Merckx è scivolato via piacevolissimo, sportivamente impegnativo al punto giusto, con molti chilometri di salita ma senza pendenze eccessivamente proibitive, baciato dal sole e dalla bellezza della città, e accompagnato da un’atmosfera estremamente rilassata anche grazie a una macchina organizzativa da fare invidia alle gare professionistiche. È stato bello inserire anche questa tappa all’interno dell’ormai lungo percorso de “L’uomo a pedali”. Ed è stato piacevole anche, dopo la pedalata, poter incrociare e salutare anche un personaggio simpatico come Sonny Colbrelli, eroe della memorabile Roubaix del 2021: una corsa che il protagonista del mio romanzo avrebbe sicuramente conservato fra i suoi ricordi. -
Bologna, Dieci Colli 2023
Fra nuovi progetti, momenti di calo di motivazione e inghippi vari, il mio esordio ciclistico di questo 2023 è stato rimandato parecchie volte. Però il desiderio di continuare a portare in giro su due ruote “L’uomo a pedali” non è mai venuto meno: c’era solo da scegliere l’occasione giusta.
Il momento è arrivato domenica (30 aprile) alla Granfondo Dieci Colli, fra le salite aspre dei colli bolognesi che sarebbero sicuramente piaciute parecchio al protagonista del romanzo, i paesaggi struggenti degli appennini sovrastati da nuvole grigie e il meteo incerto fino all’ultimo secondo a dare al tutto un sapore vagamente eroico, con in più il valore aggiunto della cena della vigilia nella Trattoria Da Vito, celebre per essere stata, negli anni d’oro della canzone d’autore italiana, il punto di ritrovo di Guccini, Dalla e il resto della scena emiliana dell’epoca.
È stata una gran bella ripartenza, significativa e affascinante, all’interno di un evento decisamente ben congegnato e contraddistinto da un’atmosfera estremamente amichevole. Sicuramente un esordio stagionale che il protagonista de “L’uomo a pedali” avrebbe approvato e vissuto con grande piacere. -
“Dio è morto” di Andy McGrath
“…o dell’unica volta in cui la stella di Vandenbroucke brillò in tutto il suo splendore prima di perdersi prematuramente nei meandri di un animo troppo fragile e puro”: così recita un passaggio de “L’uomo a pedali”.
In questi giorni ho letto “Dio è morto” di Andy McGrath, la biografia di Frank Vandenbroucke edita in Italia da AlVento. Personalmente sono sempre stato molto affascinato dall’indimenticato talento belga, dalla sua parabola umana e dalle sue enormi contraddizioni, e in qualche modo mi è spesso parso di notare anche qualche vaga similitudine fra la sua figura e quella del protagonista del mio romanzo, se non altro per il legame con la bicicletta usata spesso come ancora di salvezza, per l’amore irrazionale verso la polvere delle Fiandre, per il desiderio ricorrente di fuggire via da tutto quanto e per quella fragilità di fondo mascherata nei modi più svariati.
La cosa che più mi ha colpito del libro di McGrath è che riesce a raccontare tutta la vita di Vandenbroucke in modo estremamente crudo, spogliandola della patina di poesia con cui noi vecchi romantici delle due ruote finiamo spesso col rivestirla e tracciandone un ritratto umano estremamente autentico, direi quasi spietato, nel bene e nel male. Per chi ha seguito il ciclismo di quegli anni, sicuramente è una lettura interessante. -
primavera a pedali, Sanremo e Van Der Poel
“…così sai che, qualunque cosa accadrà, ci saranno sempre ad attenderti una Milano-Sanremo, un Fiandre, una Roubaix e una Liegi. Cambieranno i nomi dei protagonisti ma il sapore di fondo resterà quello di sempre. E ti sentirai a casa.” (da “L’uomo a pedali“)
Una foto dalla partenza della Milano-Sanremo per salutare l’inizio della stagione delle Classiche e per dire che, se Sergio (il protagonista de “L’uomo a pedali”) avesse visto pedalare Mathieu Van Der Poel, si sarebbe di certo divertito parecchio. L’olandese ha nella propria natura l’approccio romantico e la meravigliosa follia che il protagonista del mio romanzo amava, con in più una bellissima punta di divertita leggerezza. Sì, di certo gli sarebbe piaciuto parecchio vederlo correre.
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celebrazioni mancate
Da pochissimi giorni la nuova pubblicazione de “L’uomo a pedali” ha compiuto due anni. Avevo programmato già da tempo di festeggiare la ricorrenza in modo particolare durante il fine settimana appena concluso ma qualche intoppo burocratico imprevisto mi ha poi costretto a cambiare programma. Peccato ma evidentemente doveva andare così. Dopotutto anche il protagonista del libro ha sempre avuto un rapporto tumultuoso con le celebrazioni.
Nel frattempo si avvicina il momento in cui iniziare a parlare dei nuovi progetti, questa volta lontano dalla bicicletta. Una decina di giorni fa abbiamo scattato le nuove foto promozionali (che ovviamente non c’entrano con quella che si vede accanto a queste parole) che accompagneranno ciò che accadrà in primavera e si sa che, quando arriva il momento delle fotografie, la nuova partenza è ormai prossima. Tempo poche settimane e tutto ciò che c’è da comunicare sarà comunicato.
Penso che il nuovo progetto segnerà un’affascinante rottura di tutti gli schemi creativi che ho seguito finora e rappresenterà una bella sfida, ma resto comunque convinto che anche il percorso de “L’uomo a pedali” abbia ancora qualcosa da dare e non si esaurirà qui, dunque credo che le due cose procederanno parallele e sarà come sempre ciò che accadrà lungo la strada a segnare la direzione e a mettere insieme i pezzi del mosaico fra presente e futuro. Vedremo…