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intervista su Fucine Mute
Oggi il webmagazine Fucine Mute ha pubblicato questa intervista al sottoscritto a cura di Domenico Policarpo.
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domani a San Vittore
Domani mattina racconto Giorgio Gaber ai ragazzi di San Vittore.
E mi domando cosa direbbe oggi, il signor G, se fosse ancora fra noi… -
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rum e cioccolato
Cara Elisabetta,
esattamente un anno e tre giorni fa “In fondo ai suoi occhi” arrivava sugli scaffali delle librerie. Un anno. Un anno soltanto. Sembra incredibile: a me sembra tutto molto più lontano, come se in questi dodici mesi sia stato condensato un tempo decisamente più lungo. Tante cose mi sembrano diverse, oggi, rispetto alla realtà emotiva di quel romanzo. E probabilmente è giusto così.
Il reading della scorsa settimana a Roma, insieme a Vincenzo Di Pietro e Raffaella Stacciarini, è stato per me l’occasioni di provare ad esplodere uno dei microcosmi de “L’uomo a pedali” e rendere omaggio a un personaggio a cui devo molto. E’ stato molto bello e l’intreccio della mia storia con quelle di Raffaella e Vincenzo ha creato qualcosa di davvero particolare e, per quanto mi riguarda, interessante. Oltretutto ci siamo anche divertiti parecchio, fra short di rum, bicchierini di cioccolato, buon vino e tante risate.
Anche il progetto con i ragazzi di San Vittore continua a crescere. Dopo i piacevoli incontri dedicati ai testi Fabrizio De André e Roberto Vecchioni, nei prossimi appuntamenti, in cui parleremo di Francesco De Gregori (il 28 novembre) e Giorgio Gaber (a dicembre), proporrò ai ragazzi anche l’ascolto di qualche canzone.
Un abbraccio
Rob -
il cielo capovolto
Cara Elisabetta,
fra i brani più recenti di Roberto Vecchioni c’è una frase che recita: “Non lo so se è meglio vivere che scrivere. So che scrivo perché forse non so vivere”.
Quella frase mi ha folgorato mentre preparavo i brani da proporre lunedì mattina (24 ottobre) ai ragazzi detenuti a San Vittore durante l’appuntamento mensile con loro per il progetto “Nella mia ora di libertà”, che in questa occasione, dopo l’entusiasmo raccolto il mese scorso con il reading su De André, sarà dedicato proprio ai testi di Vecchioni.
Questa volta, appena uscito dal carcere, salterò su un treno per Roma dove martedì sera (25 ottobre, alle 21.00) avrò il piacere di condividere ancora il palco con Vincenzo Di Pietro e Raffalla Stacciarini. Per la data romana di presentazione di “Senza te” di Vincenzo, organizzata dall’Arci Lesbica al Cheese and Cheers Bistrot (via Paola Falconieri, 47/b), abbiamo preparato tutti insieme uno spettacolo molto particolare in cui le nostre storie si intrecceranno diventando un corpo unico. Penso che ci si divertirà, anche perché, ad accompagnare le nostre parole, ci saranno cioccolato e rum.
Mentre ti racconto queste cose però mi sta venendo un dubbio: e se fosse che invece si scrive PER vivere? Se vivere e scrivere si rincorressero a vicenda? Ci hai mai pensato? Per me, in fondo, è sempre stato così.
Un abbraccio
Rob -
la chiusura del castello di Solza
Apprendo con grande dispiacere la notizia della chiusura del castello di Solza.
Quel posto è stato davvero una seconda casa per me, come per molti altri, negli ultimi 2 anni. -
Nella mia ora di libertà
Oggi inizia una nuova grande avventura. Domani sarà a San Vittore per leggere alcuni testi di Fabrizio De André e per raccontare ai detenuti la storia, le canzoni e l’importanza del cantautore genovese.
Sarà il primo di una serie di appuntamenti, ognuno dei quali sarà dedicato a un diverso artista, intitolati “Nella mia ora di libertà” -
canzoni senza musica
Cara Elisabetta,
lunedì (26 settembre) tornerò ancora una volta a San Vittore, ma questa volta non sarà per raccontare le mie storie bensì per una sorta di incontro-reading dedicato alla figura di Fabrizio De André e alle sue parole. Racconterò De André ai detenuti, leggerò alcuni dei suoi testi e mi confronterò poi con i ragazzi sulle sensazioni e le impressioni generate da quelle parole. Insomma, non sarà una lezione né un reading canonico o un semplice tributo: sarà soprattutto una nuova importante occasione di confronto.
Questo appuntamento sarà anche l’inizio di una mini-rassegna carceraria intitolata “Nella mia ora di libertà – storie di cantautori e canzoni senza musica” che mi porterà, almeno fino a fine anno, a varcare una volta al mese i cancelli di San Vittore per leggere e raccontare ai detenuti le storie dei nostri più importanti cantautori con una serie di incontri “monografici”.
E’ un progetto nato quasi per caso dopo i due reading che ho tenuto in carcere prima dell’estate, ma credo sia qualcosa ci molto molto importante e significativo. E non ti nascondo che l’idea di leggere De André, soprattutto in un ambiente come San Vittore, mi emoziona parecchio.
Un abbraccio
Rob
p.s.: Scrivendo queste righe mi è tornato in mente che nel gennaio del 2005 organizzai, insieme a Kronic, un tributo a De André e alla canzone d’autore in un locale di Milano che si chiamava Pow Wow. Ci suonarono diversi musicisti e venne a trovarci davvero parecchia gente. Certo, si tratta di due contesti e due progetti completamente diversi, ma non posso non pensare a quante cose sono cambiate da allora… e al fatto che evidentemente è proprio vero che quelle davvero importanti sono destinate, in un modo o nell’altro, a rimanere sempre con noi. Come le parole che avrò l’onore di poter leggere lunedì, appunto. -
a proposito di donne e femministe
Una riflessione che mi sento di condividere: https://malafemmina.wordpress.com/2011/09/18/quanto-mi-fanno-male-le-donne-a-cosce-chiuse/
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lo sai che non mi va
Cara Elisabetta,
“l’estate sta finendo e un anno se ne va”, cantavano nel juke box i Righeira quando noi eravamo bambini. E, per quanto mi riguarda, questa è stata un’estate serena, girovaga, significativa e rilassante al punto giusto. Un’estate in cui c’è stato un po’ di tutto: colline, mare, incontri, chilometri d’asfalto, musica, silenzi, risate, animali, luoghi misteriosi, abbracci e parole.
Agosto è iniziato con la presentazione del romanzo a Frigento (AV), spostata all’ultimo secondo da Palazzo De Leo al campeggio di People Involvement e circondata dai sorrisi della sempre calorosa accoglienza del Sud, per poi proseguire con una settimana di “ritiro creativo” in cui ho iniziato timidamente ad abbozzare qualche schizzo su cui costruire un futuro ancora lontano, e concludersi con una piccola parentesi di relax assoluto, in un angolino di paradiso che anni fa ispirò una splendida canzone di Vecchioni, per scrollarmi definitivamente di dosso le tossine emotive del caos primaverile.
Credo che l’appuntamento di Frigento abbia chiuso il capitolo del mio percorso dedicato alla promozione di “In fondo ai suoi occhi”. Il futuro, come diceva Joe Strummer, è ancora da scrivere (nel senso più letterale della parola). Vedremo…
Un abbraccio
Rob -
ho incontrato donne…
“Ho incontrato donne che, son convinto, si sarebbero volentieri maritate a un poema, e date per un romanzo.” (J.Keats)
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Genova per noi…
Ritornato. “Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, che abbiamo noi che abbiamo visto Genova.”
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