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26 luglio a Castelmarte (CO)
“La grazia o il tedio a morte del vivere in provincia” cantava Guccini. Personalmente mi ci sono rivisto spesso in quella frase e, pur amando molto gli splendidi luoghi in cui sono nato, non ho mai smesso di avere con loro, come ogni ragazzo di provincia, un rapporto contrastante.
Martedì (26 luglio) avrò il piacere di portare qualche pezzetto delle mie storie a meno di dieci chilometri da casa: quel giorno, alle 20.30, sarò infatti a Castelmarte (CO) per tornare a raccontare “Alice” nella splendida cornice del cortile est di Villa Castelli, all’interno di un incontro letterario presentato da Angelo Quatrale che mi vedrà protagonista insieme allo scrittore ticinese Duilio Parietti.
Si tratta di un evento un pochino diverso rispetto alle mie ultime esibizioni dal sapore decisamente più teatrale, ma sarà un appuntamento molto interessante in cui tornare ad immergersi nelle atmosfere di “Alice” in un contesto davvero suggestivo. -
il pesce siluro
“Il pesce siluro” doveva essere un brano “in più”, come una specie di traccia fantasma: anche per questo Miky si è divertito a sperimentare più che mai dandogli una veste estremamente minimale e straniante.
Riascoltandolo mi rendo conto che questo brano, con questo arrangiamento, era indispensabile. In queste parole che suonano quasi sospese fra sogno e realtà mi sembra di essere finalmente riuscito a mettere realmente a fuoco in tutta la sua spiazzante delicatezza quel “qualcosa che nemmeno noi riuscivamo a capire fino in fondo, e che probabilmente non aveva nemmeno senso provare a spiegare, ma che per una miriade di ragioni, del tutto irrazionali eppure perfettamente logiche, ci sembrava enorme e preziosissimo”. -
Alice e Battiato a Milano
Venerdì sono stato a vedere il concerto di Alice e Franco Battiato ad Assago.
Lei ha il dono di mettere in ogni cosa che fa un’eleganza ammaliante. Lui, nonostante la voce che inizia a risentire dell’età, ha sempre classe, genio e personalità di livello assoluto, oltre a un repertorio che credo parli da solo. Insieme hanno fatto, come sempre, uno spettacolo notevolissimo capace di vestirsi di mille diverse sfumature.
Sento spesso elogiare artisti mediocri con l’alibi che “sanno essere popolari”. Ecco. Credo sia bene tenere sempre presente l’esempio di Battiato per ricordarsi che “essere popolari”, anche nel senso più sfacciato del termine, non significa per forza scrivere banalità o cavolate senza senso, ma si può essere popolari anche lavorando su diversi livelli di lettura e proponendo comunque contenuti altissimi ed estremamente personali. -
“e io l’ho visto”
“E io l’ho visto” prova a sgarbugliare i fili rimasti nella matassa e raccontare uno di quei rarissimi istanti in cui, se la vita fosse un film, si potrebbero far partire i titoli di coda e mandare tutti a casa, perché il caos in cui hai vagato per anni sembra avere finalmente trovato il proprio compimento perfetto e tutto ciò che ti è sempre sembrato di intravedere dietro alla nebbia di troppi pensieri confusi ti si para davanti in modo lampante, “impossibile da fraintendere o da sminuire”.
Il fatto che nella vita non ci siano titoli di coda e, il più delle volte, un attimo dopo le carte finiscano con lo scombinarsi nuovamente non mi sembra poi così importante in questa sede. “Vincere o perdere è solo un dettaglio assolutamente insignificante”, diceva il protagonista di un altro mio romanzo. -
essere o non essere
In queste ultime settimane ci sono stati diversi pensieri, alcuni importanti e altri meno, che mi sono sfuggiti fra le dita e non ho avuto tempo di sviscerare. Fra quelli meno rilevanti, resta la sensazione di dover spiegare la decisione di pubblicare “Ogni sorso un ricordo” solo in formato digitale.
Il fatto è che negli ultimi anni è cambiato molto anche il mio approccio da ascoltatore\lettore e io per primo, da fruitore, mi sento sempre sempre più distante dal feticismo di chi mette il culto dell’oggetto davanti al piacere del gustarne il contenuto. Dunque, per come girano le cose oggi nel mondo reale e per quello che è il mio rapporto con questi brani, pur sapendo che per le bizzarre dinamiche del giornalismo italiano questa scelta avrebbe finito col penalizzare non poco la promozione dell’album, mi sembrava giusto lasciare il disco libero di viaggiare per il mondo e vivere la propria vita senza costringerlo ad assumere nessuna forma fisica, senza bisogno che qualcuno lo portasse a spasso indirizzandone i percorsi e senza farlo diventare in nessun modo un oggetto commerciabile. Tutto qui. -
recensione su Rockshock
“Tra le saette di un Ferlinghetti e le malie profonde alla Carmelo Bene“: con questa frase Max Sannella inquadra “Ogni sorso un ricordo” nella commovente recensione che ha scritto per Rockshock.
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ascoltando nuova musica
I ragazzi di Rock Targato Italia mi hanno chiesto di scrivere una serie di mini presentazioni dei 21 artisti che, dal 19 al 21 settembre, si esibiranno al Legend di Milano per le finali della manifestazione.
I primi articoli sono già stati pubblicati su www.rocktargatoitalia.eu nella sezione dedicata al concorso e gli altri usciranno via via nelle prossime settimane. Personalmente mi sto divertendo molto a fare questa cosa e sto scoprendo alcune realtà davvero interessanti. Ci sono tante idee e tanto entusiasmo, fuori dai giri dei grandi media e delle webzine alla moda. -
“il rituale di sempre”
“Il rituale di sempre” è il brano più straniante e inquieto di “Ogni sorso un ricordo”. Parla di attimi di passaggio e di rimpianti minori, ma soprattutto di momenti di smarrimento a cui aggrapparsi come l’ultimo relitto galleggiante che ti permetta di non affogare nei meandri di te stesso. A volte buio e luce si confondono. A volte lasciarsi trasportare dagli eventi diventa una necessità fisica che ti permette di salvarti dagli istanti in cui i pensieri sembrano sfuggirti di mano.
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ricordando Piero Ciampi
Venerdì sono stato ad assistere alla serata tributo a Piero Ciampi organizzata allo Spazio Ligera.
Non è un segreto che Ciampi sia un artista che io amo in modo particolare, tanto da avere qualche volta inserito delle interpretazioni di suoi testi anche all’interno dei miei spettacoli, e ciò che mi ha sempre affascinato in lui, prima dell’aura bohémien che forse ha portato molti a riscoprirlo negli ultimi anni, è la sua enorme purezza: la sua capacità di disintegrare ogni confine fra vita e poesia mettendo a nudo senza alcun pudore i propri errori, le proprie fragilità e le proprie malinconie.
Reinterpretare Ciampi significa calarsi in un mondo tanto affascinante quanto delicato, dunque mi sento di fare i complimenti a Pier dei Guignol e a Salvo Ruolo per come hanno saputo fare proprie le sue canzoni e far rivivere qualche frammento della sua anima. -
Roberto Vecchioni al Teatro della Luna
Con Roberto Vecchioni e le sue canzoni ho da sempre un rapporto speciale. Martedì ho visto il suo nuovo spettacolo al Teatro della Luna e sono rimasto incantato dal modo in cui in questo tour -come nel suo ultimo libro- ha deciso di mettersi completamente a nudo, scegliendo le sue canzoni più personali ma soprattutto interpretandole come se il pubblico non esistesse e fosse tutta solo una questione fra lui, i suoi affetti e i suoi ricordi.
Mi piace molto, questa interpretazione del ruolo dell’artista. Credo che pochissimi possano permettersi di portarla avanti in modo così profondo e toccante. -
“Ogni sorso un ricordo” su MyDreams
E’ uscita la prima recensione di “Ogni sorso un ricordo”: la firma Rosa Di Girolamo sul portale MyDreams.it.
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Dragon Summer 2016
“Speriamo che nevichi” è stata inclusa in “Dragon Summer 2016”, la compilation realizzata da Nova Radio Città Futura contenente una selezione di brani indipendenti italiani scelti da David Drago per accompagnare l’arrivo dell’estate. Oltre al singolo mio e di Miky Marrocco, la raccolta contiene altre 11 canzoni che spaziano fra diversi generi musicali ed è ascoltabile gratis in streaming sul sito della radio.
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cali di tensione
In queste ultime settimane credo di essermi un po’ abbandonato al calo di tensione che ha seguito l’uscita dell’album: un po’ come quando raggiungi la vetta di una salita che ti ha assorbito molte energie e per un attimo, mentre provi a tirare il fiato e lanci uno sguardo al panorama, rischi di dimenticarti che il vero traguardo è ancora lontano. Per fortuna ci sono sempre i ragazzi dell’ufficio stampa che vengono a riprendermi per le orecchie quando mi prendo qualche vacanza da me stesso nel momento meno opportuno.
“Ogni sorso un ricordo” sta piano piano iniziando a compiere il suo percorso. Finora, oltre alle tante persone che hanno scaricato il disco e che credo abbiano colto le emozioni che contiene, le gratificazioni più evidenti sono arrivate dalle radio, con più di una settantina di emittenti in tutta Italia che hanno inserito “Speriamo che nevichi” nella loro programmazione e alcune trasmissioni che hanno voluto chiamarmi per fare due chiacchiere in diretta e farsi raccontare qualcosa sul brano e sulla nascita del progetto.
Devo dire che mi diverte, parlare in radio di “Speriamo che nevichi” e continuare a spiegare che, al di là dei significati che può avere per me o per i personaggi del mio romanzo, quella frase simboleggia prima di tutto l’auspicio di ritrovare una sorta di innocenza perduta e la forza di credere in qualcosa di bello e puro anche se oggettivamente impossibile o fuori tempo. -
“come George Gray”
“Come George Gray” è un brano che mi accompagna da tanto tempo e che ha già avuto diverse vite.
Racconta di un pomeriggio di un inverno lontano, una fermata del pullman e due vite che si sono appena incrociate ma stanno già per separarsi. Un rallenty cinematografico su un addio che, a distanza di tempo, si rivelerà essere il vero inizio di qualcosa destinato a segnare l’intera esistenza dei due protagonisti.
“Ma noi l’abbiamo sempre saputo che quello era solo l’inizio”. -
l’ultima notte di Ayrton Senna
“Suite 200. L’ultima notte di Ayrton Senna” di Giorgio Terruzzi è un bel libro: non è la biografia di un campione ma un vero romanzo che scava nell’animo di un uomo tormentato e sensibile tracciandone un ritratto fragilissimo, profondo e affascinante.
In questi giorni, dopo aver letto il libro, ho avuto modo di visitare anche la mostra che ha ispirato e che si sta tenendo all’autodromo di Monza: una raccolta di ricordi molto curata, incentrata sulle fotografie di Ercole Colombo, che mi ha lasciato una grande malinconia. Sarà che non è un caso se da quel 1 maggio 1994 non ho più guardato una gara di Formula 1. Forse perché sono sempre stato fatto così, forse perché quel pomeriggio ha inevitabilmente segnato molti della mia generazione, o forse semplicemente perché i motori non sono mai stati il mio mondo ma quel brasiliano dallo sguardo triste che sembrava tirare fuori qualcosa di magico proprio quando la situazione diventava impossibile per tutti non poteva non affascinarmi e lasciarmi un qualche segno. -
“ho”
“Ho” è il brano introduttivo di “Ogni sorso un ricordo”, nonché l’unico momento a voce nuda del progetto.
Mi sembrava giusto iniziare così, senza trucchi, con solo pochissime parole incerte che si ritrovano a riordinare sommariamente i cocci di una lunga deriva “fra treni persi e risposte mai date”. Una sorta di poesiola indolente, quasi arresa. Ma è solo un punto di (ri)partenza. -
40 radio
L’ufficio stampa Divinazione mi comunica che sono 40 le radio sparse in tutta Italia che, fino a oggi, hanno inserito “Speriamo che nevichi” nella loro programmazione: un risultato notevole per un brano che non nasce certo con ambizioni da hit radiofonica.
Sabato a Parma, insieme alla grande famiglia di Rock Targato Italia, c’è stato modo di brindare anche a questa notizia, ed è stata davvero una bella festa con un ambiente attento e rilassato, amici vecchi e nuovi incrociati nel backstage, una situazione tecnica assolutamente impeccabile e alcune scoperte musicali davvero interessanti sia fra gli altri ospiti che fra i gruppi in concorso.
“Ogni sorso un ricordo” ha avuto un bel battesimo dal sapore decisamente rock. -
il teatro rock a Parma
Domani (sabato 28) avrò il piacere di portare un pizzico del mio teatro rock a Parma, all’interno della lunga serata organizzata da Rock Targato Italia al WoPa Temporary Parma.
Oltre a me, sul palco si alterneranno un sacco di artisti che spazieranno fra ogni genere musicale.
Inizio spettacoli ore 18.00 -
ogni sorso un ricordo
“Ogni sorso un ricordo” è il disco che ho realizzato grazie alla collaborazione con l’eclettico Miky Marrocco: un progetto che prova a rimescolare le carte fra musica, letteratura e teatro rock.
Le parole dei brani reincarnano le suggestioni del mio romanzo “Alice”, a cui ho cercato di dare ulteriormente vita attraverso la mia voce. Le musiche sono invece composte e suonate interamente da Miky Marrocco in un equilibrio perfetto fra melodie di chitarra, aperture psichedeliche e programmazioni. -
formazione ufficiale
Ci siamo quasi! Da mercoledì (25 maggio) sarà possibile ascoltare “Ogni sorso un ricordo”, il disco che contiene i frutti della mia collaborazione con Miky Marrocco. Prima di lasciare spazio ai contenuti mi sembra però doveroso presentare le persone che si sono imbarcate con me in questa piccola follia:
* Su Miky ci sarebbero fin troppe cose da dire, per l’entusiasmo che ha investito nel progetto e per la sensibilità e la professionalità che lo contraddistinguono sempre, ma credo che il lavoro che ha fatto parli da solo: tutta la parte musicale è stata composta e suonata interamente da lui, e si è occupato anche delle registrazioni e di ogni aspetto tecnico.
* L’immagine della neve è un’altra piccola magia della persona che si è occupata delle copertine di quasi tutti i miei ultimi lavori. Non la nomino perché non ama apparire, ma resta uno degli animi più puri in cui mi sia mai imbattuto ed è un onore averla con me anche in questa avventura.
* Il progetto grafico è opera dello staff creativo del Baretto di Biassono: persone genuine che lavorano bene e con cui è sempre bello rapportarsi. Poi, visto il titolo, in qualche modo bisognava comunque passare da un bar, per cui mi sembrava giusto unire l’utile al dilettevole e sceglierne uno bello accogliente.
* La promozione sarà curata ancora una volta da Francesco Caprini e dall’ufficio stampa Divinazione Milano, e non poteva essere altrimenti vista la dedizione con cui, negli ultimi 18 mesi, si sono presi cura di me. Gli devo molto e sono contento di poter percorrere un altro pezzetto di strada insieme a loro.
* Per la distribuzione sulle piattaforme digitali ci siamo affidati a Sounday.
* Io ci ho messo le parole -figlie di frammenti di “Alice”-, la voce, diversi pezzetti di anima e l’esperienza maturata in questi anni passati a raccontare le mie storie nei contesti più disparati.
Sabato (28 maggio), per chiudere qualche latro cerchio, festeggerò l’uscita del disco con una piccola esibizione all’interno della serata organizzata da Rock Targato Italia al WoPa Temporary di Parma (inizio spettacoli ore 18.00).