Categoria: storico

  • Il Sapore Di Un Libro e Amazon

    Il sapore che ci rimane è quello dell’ultima lattina di birra bevuta e lasciata accartocciata per terra“: così si conclude la bella recensione de “L’uomo a pedali” pubblicata ieri sul blog Il Sapore Di Un Libro. Una recensione che credo fotografi bene la disillusione di fondo che alberga nell’animo del protagonista del romanzo. L’articolo completo è ovviamente sempre disponibile al link sopra la foto.
    Un più che lusinghiero commento pubblicato su Amazon dalla brava scrittrice Lucie Lareen dice invece: “Nella lettura di questo bellissimo romanzo ho riconosciuto le tematiche di alcuni grandi autori della letteratura italiana del novecento […]“. Ovviamente non posso che esserne onorato.
    A proposito di Amazon: mi è stato segnalato qualche problema con i tempi di consegna del libro cartaceo sulla piattaforma, ma gli amici di Edizioni del Faro sono già al lavoro per risolvere il disguido ed entro pochi giorni dovrebbe tornare tutto alla normalità.
    Approfitto dell’occasione per ringraziare i blogger, i lettori, le radio e i giornalisti che si sono già interessati a “L’uomo a pedali” in questi suoi primi giorni di vita. È stata una partenza davvero incoraggiante. Grazie!

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    Il Sapore Di Un Libro e Amazon
  • battesimo a pedali

    “L’uomo a pedali”, edito da Edizioni Del Faro, è da oggi disponibile ovunque sia in formato cartaceo tradizionale che in ebook (quest’ultimo al prezzo di 1 Euro circa, con le solite variazioni di qualche centesimo in più o in meno a seconda della piattaforma).
    Per restare fedele alla promessa di portare in giro il romanzo soprattutto su due ruote, ho pensato di battezzarlo in un luogo particolarmente significativo per chi ama il ciclismo: la Madonna del Ghisallo.
    Buon viaggio!

  • sulla linea di partenza

    Eccolo qui, “L’uomo a pedali” nella nuova veste targata Edizioni del Faro. Fra pochi giorni sarà acquistabile ovunque, anche se in realtà su molti siti è già ordinabile in questo momento e sulle piattaforme più importanti c’è persino l’ebook già disponibile.
    Non è un libro sul ciclismo. È un romanzo in cui l’amore del protagonista per la bicicletta diventa la metafora di tutte le passioni significanti che ognuno può vivere e del senso di smarrimento che si può provare quando qualcosa di vitale viene a mancare. O forse è solo la storia di un ragazzo che si è sempre fatto troppe domande ed è riuscito a intravedere qualche risposta solo negli istanti in cui ha provato a guardare il mondo da dietro il manubrio di una bicicletta, anche se poi la vita l’ha portato lontano anche da lì.
    Rimettere mano a questa storia dopo diversi anni mi ha dato davvero delle ottime sensazioni e mi ha fatto capire che il romanzo ha ancora molto da dare, dunque mi avvicino a questa nuova pubblicazione con tanta curiosità di scoprire dove il libro e la strada vorranno portarmi questa volta.

    sulla linea di partenza
  • gli ascolti di marzo 2021

    Ovviamente anche il mese in cui esce un mio romanzo non può che aprirsi comunque con l’abituale rubrica sul sito di Rock Targato Italia dedicata ai consigli musicali.
    Questa volta ho voluto fare un’eccezione alla regola di parlare solo di album per rendere merito al modo originalissimo con cui i 2Elementi sono riusciti a ritrarre il tempo presente nel loro nuovo singolo intitolato “Alfavil”.
    Oltre a loro, parlo dei nuovi album di Amerigo VerardiFarfaManAlteriaFrancesco Setta e Bear Of Bombay.

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    gli ascolti di marzo 2021
  • due settimane senza fine

    Un anno fa vivevamo in un mondo completamente diverso. Sembra strano, a pensarci, che sia passato solo un anno da quando, dopo due mesi di rassicurazioni ed etichette dispregiative appiccicate a chiunque sollevasse la minima preoccupazione, sono improvvisamente esplosi il panico generale e gli appelli a misure drastiche “per riabbracciarci più forti fra un paio di settimane”. Due settimane che evidentemente, dopo un anno, non sono ancora terminate né lo faranno a breve termine.
    Non voglio fare adesso un riepilogo dei fatti e delle contraddizioni che abbiamo vissuto in questo anno. Non voglio nemmeno rimarcare come in questo anno si sia arrivati a minare persino le fondamenta del concetto stesso di Stato di Diritto. Però non posso nascondere che mi fa moltissima paura il fatto che, dopo un anno, sempre più persone sembra si stiano ormai abituando, oltre che a vivere in balia di “regole” arbitrarie in mutazione quotidiana, a considerare normale il fatto di vedere ogni forma di calore umano come un pericolo anziché come un dono. Stiamo inesorabilmente capovolgendo una catena di valori e disvalori che sono sempre stati la base del nostro poterci considerare esseri umani. E temo che questa strada non sarà facilmente reversibile e non ci porterà nulla di buono. Se la “nuova normalità” di cui si parla da un anno è destinata a essere questa, allora spero di cuore di non abituarmici mai e di continuare a sentirmi completamente fuori posto di fronte a questa follia. Non abituarci è una delle poche cose che ci permette di poterci ancora definire esseri umani.

    due settimane senza fine
  • preparativi per la lunga corsa

    Avevo anticipato che il mio intento sarà quello di portare in giro “L’uomo a pedali” soprattutto su due ruote, dunque mi serviva prima di tutto la maglia giusta. Ora il primo passo è fatto e la divisa è pronta: nei prossimi mesi conto di indossarla anche all’interno di qualche bella manifestazione ciclistica e fargli fare più strada possibile. Il romanzo invece sarà disponibile ovunque, sia in formato cartaceo che in ebook, fra tre settimane.
    Ciò che uscirà non sarà una semplice ristampa del libro pubblicato dodici anni fa. Il lavoro che ho fatto in questi mesi è stato quello di cercare di ricalarmi nella storia e provare a dargli a tutti gli effetti una nuova vita, mantenendo invariata la trama e tutte le sue sfumature ma cercando di mettere tutto a fuoco in modo ancora più incisivo.
    La squadra che mi accompagnerà in questa corsa è composta dalle persone con cui negli ultimi anni mi sono sempre sentito a casa. Dunque Edizioni Del Faro si occuperà di pubblicare e distribuire il romanzo mentre gli amici di Divinazione tireranno la volata del lancio promozionale.
    Prima che tutto inizi mi sento ringraziare Falzea Editore, che non sarà in corsa con me ma la cui spinta è stata importantissima per la prima edizione del libro e che nei miei confronti si è dimostrata fino alla fine disponibilissima. Un ringraziamento infinito poi va sempre a Pino Marino, a cui anni fa ho chiesto in prestito il titolo di una splendida canzone per utilizzarlo a mia volta come titolo del romanzo.

    preparativi per la lunga corsa
  • c’era una volta il 2001

    Mi è tornata in mente un’immagine: era l’inizio del 2001 -vent’anni fa esatti, settimana più o settimana meno- ed era un concerto dei Marlene Kuntz a Milano, in quello che all’epoca si chiamava Palavobis. A un certo punto sale sul palco Skin, ospite della band in una canzone, e una parte del pubblico la accoglie con una bordata di fischi.
    Non si fischiava Skin in sé, ovviamente: si fischiava quello che rappresentava in quel momento, almeno agli occhi del pubblico più intransigente, in quel contesto e nel percorso dei Marlene. La si fischiava come simbolo di un’apertura a un concetto di “mainstream” e a tutto ciò che ne consegue. Dopotutto gli anni ’90 erano finiti ma molti di noi non se n’erano ancora accorti e a un certo tipo di integralismo “alternativo” ci si credeva davvero. Venivamo da anni in cui le parole e i simboli avevano un peso.
    Si esagerava? Forse. Quello che però mi chiedo è come sia possibile che siamo riusciti a passare da un estremo all’altro. Dall’essere troppo idealisti e barricaderi all’assuefarci timorosi a ogni scempio. Dal fischiare un personaggio di tutto rispetto come Skin al farci andare bene qualunque cosa. Dal voler mettere in discussione il mondo intero all’accettare qualsiasi pagliacciata senza porci la minima domanda. Dall’essere ammassati sotto a un palco scambiandoci bicchieri di birra con perfetti sconosciuti al guardare ogni estraneo come un pericolo. Dal contestare una band che, a ben vedere, cercava solo di ampliare un pochino il proprio pubblico al considerare normale ogni tipo di giravolta ideologica da parte di chiunque in contesti ben più importanti.
    Me lo domando davvero, come sia stato possibile tutto questo.

    c’era una volta il 2001
  • ritorna “L’uomo a pedali”

    Verso la metà di marzo uscirà per Edizioni del Faro una nuova edizione de “L’uomo a pedali”, il mio romanzo pubblicato originariamente nel 2009, che per la prima volta sarà disponibile anche in formato ebook.
    Mi sono interrogato a lungo sull’opportunità di pubblicare qualcosa in questo periodo strano, anche per il rischio concreto di vedere ogni passo promozionale trasformato in un percorso a ostacoli, ma alla fine mi sono convinto a farlo proprio per il bisogno di qualche segnale di autentica normalità. Con “L’uomo a pedali” poi era destino che prima o poi dovessi tornare a farei i conti, se non altro perché mi è sempre dispiaciuto che fosse il mio unico romanzo non disponibile in formato digitale e perché spesso, in questi ultimi anni, ho pensato che quella storia avrebbe potuto splendere ancora di più se l’avessi ripulita da qualche piccola ingenuità stilistica.
    L’idea è quella di staccarmi dagli schemi promozionali che hanno accompagnato i miei lavori precedenti e provare a portare il più possibile il libro in giro nel modo in cui il protagonista avrebbe voluto: su due ruote. Il che non so di preciso cosa vorrà dire, ma lo scoprirò anche io strada facendo.
    Credo sia in assoluto la cosa meno sensata che abbia mai fatto ma va bene così.

    ritorna “L’uomo a pedali”
  • scoprendo Strava

    Quando un uomo su una bicicletta incontra un altro uomo su una bicicletta, prima o poi arriva inevitabilmente la domanda: «ti trovo su Strava?». 
    Ecco. Alla fine mi sono convinto anche io a iscrivermi al famoso social per ciclisti. Dunque, da ora gli amici a pedali possono trovarmi anche lì.
    E chissà che in questo 2021 il puzzle dei miei diversi modi di girovagare non trovi il modo di ricomporsi.

    [clicca qui per visitare il mio profilo su strava]

    scoprendo Strava
  • gli ascolti di gennaio 2021

    Inauguriamo il 2021 ripartendo dalle nostre consuetudini. Sul sito di Rock Targato Italia è uscito il mio abituale articolo mensile dedicato ai consigli musicali. Questa volta parlo de I FastiNicola LottoAgnese ValleMarco Trentacose e gli Ho.Bo.
    Nel frattempo sugli spazi social della stessa Rock Targato Italia è uscita anche la seconda parte della mia chiacchierata con Francesco Caprini per raccontare la lunga storia della manifestazione.

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    gli ascolti di gennaio 2021
  • buona fortuna per il 2021!

    Finisce un altro anno, anche se nelle strade deserte non sembra proprio esserci aria di festa e, questa volta più che mai, la sensazione è che non finisca proprio nulla. D’altro canto è stato ormai ripetuto più volte da più parti che i processi innescati dai fatti della scorsa primavera sono ancora lontani dal concludersi e sono destinati a lasciare profondi cambiamenti all’interno del nostro modo di vivere.
    Io non so in che mondo vivremo alla fine del 2021: quasi sicuramente sarà diverso da quello in cui viviamo in questa fase transitoria ma temo che, a meno di un’improvvisa presa di coscienza collettiva o di qualche evento davvero clamoroso che possa darci una scossa importante, sarà lontano anche da quello in cui vivevamo un anno fa. Non ho idea nemmeno di cosa comporterà questa “nuova normalità” a cui i massimi rappresentanti delle nostre istituzioni alludono di continuo, anche se mi sembra evidente che, viste le premesse, non potrà comportare nulla di buono per noi comuni mortali. L’unica cosa che so è dobbiamo prepararci a un 2021 parecchio complicato, con l’augurio vivo che non sia un anno di passiva rassegnazione allo scorrere designato degli eventi. 
    Buona fortuna a tutti!

    buona fortuna per il 2021!
  • buon Natale 2020!

    Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe” (Mt, 21,12).

    Natale si ricorda la nascita di un uomo che aveva la forza d’animo di scacciare a calci quanti non rispettavano ciò che lui riteneva sacro. Un uomo che abbracciava anche i lebbrosi senza paura di farsi contagiare. Un uomo che ha lottato per la dignità di tutti quanti arrivando a farsi inchiodare a una croce piuttosto che rinnegare le proprie idee.
    Buon Natale a chi non se ne è dimenticato!

    buon Natale 2020!
  • la storia di Rock Targato Italia

    Premessa: io senza Francesco Caprini, che tutti conoscono soprattutto come lo storico fondatore di Rock Targato Italia, sarei perso. Credo sia impossibile contare le volte in cui mi ha sorretto e sostenuto nel corso degli anni. E oltretutto verso di lui ho sempre, come molti, un debito morale per tutta la musica che ha scoperto e lanciato ben prima che ci conoscessimo di persona e che io ho ascoltato da adolescente.
    A conclusione di questo 2020 che ha segnato anche per il mondo della musica parecchi stravolgimenti, Francesco ha pensato, invece di pubblicare la tradizionale compilation annuale, di chiedermi di aiutarlo a realizzare una serie di video chiacchierate e playlist che raccontino la storia di Rock Targato Italia dalle sue origini fino ai tempi più recenti e, di riflesso, ciò che è successo nella musica alternativa italiana dagli anni ‘80 a oggi.
    Ovviamente per me è stato un grande piacere affiancarlo in questa piccola avventura: confrontarsi con Francesco su questo suo lungo percorso è stato davvero come aprire un immenso scrigno di ricordi.
    Oggi è uscito su YouTube, grazie anche alla postproduzione di Andrea Ettore Di Giovanni, la prima parte della chiacchierata fra me e Francesco. Le altre puntate della chiacchierata, le playlist e tutto quanto il resto arriveranno via via nel corso del tempo per cui consiglio di tenere d’occhio il sito e i profili social di Rock Targato Italia. Sentire Francesco parlare di musica e del suo percorso significa davvero riscoprire, da un punto di vista privilegiato, un bel pezzo di storia della nostra cultura.

  • gli ascolti di dicembre 2020

    Poche settimane fa è uscita una raccolta di Edoardo Bennato. Riascoltare alcune sue vecchie canzoni in questi giorni è spiazzante: è incredibile come il suo mondo di fiabe libertarie, a oltre quarant’anni di distanza, suoni drammaticamente attuale. A volte mi domando quanti, fra gli attuali portabandiera della musica italiana, avranno la stessa forza di continuare a rimanere del tempo.
    Sul sito di Rock Targato Italia è appena uscito il mio articolo mensile dedicato ai consigli musicali. Questa volta parlo di Giorgio CanaliFrancesco BianconiZen CircusQualunque Gianluca De Rubentis.

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    gli ascolti di dicembre 2020
  • democrazia e potere

    Qualche giorno fa discutevo con un amico sulla presunta incapacità della nostra classe politica e giornalistica. Ebbene: io non credo assolutamente che questi signori siano degli inetti. Tutt’altro.
    Purtroppo spesso pensiamo che la democrazia segua ancora le regole che ci hanno insegnato a scuola: la classe politica è eletta dai cittadini per difendere gli interessi del popolo stesso e vigilare su tutto ciò che può metterne a rischio il benessere, inclusi i poteri finanziari. Ci dimentichiamo che negli ultimi trent’anni questa dinamica è stata completamente capovolta: oggi la classe politica (indipendentemente dal colore della casacca che ormai è solo un alibi comunicativo per far presa su diverse fasce sociali) risponde direttamente ai poteri finanziari e ha il compito di difendere gli interessi di chi muove i fili di questi stessi poteri e vigilare su tutto ciò che può metterli a rischio, in primis il popolo. E un destino ancora peggiore è toccato ai santoni dell’informazione di massa, che hanno smesso di indagare la realtà per assumere il ruolo di semplici cani da guardia dei potenti e megafono della propaganda.
    Credo sia tutta qui la chiave di volta per comprendere molte cose e, in quest’ottica, è chiaro che le attuali classi politiche e giornalistiche siano le migliori possibili per il ruolo che sono chiamate ad assolvere. Concedergli l’alibi di una presunta incapacità significa, a mio avviso, fargli un regalo enorme e finire col combattere le battaglie che ci attendono partendo da un’ottica completamente falsata.

    democrazia e potere
  • due chiacchiere con Marco Ambrosi

    “L’altro allo specchio” è qualcosa di importante per cui è bene parlarne ancora. Questa volta però ho voluto farlo andando ad ascoltare il punto di vista di colui che ha ideato il progetto, raccolto le storie dei ragazzi che hanno ispirato i racconti e fatto un lavoro enorme per rendere possibile tutto quanto: Marco Ambrosi.
    Sul sito di Rock Targato Italia è appena uscita un’intervista in cui lo stesso Marco ci racconta molte cose sull’antologia e su tutto ciò che le ruota attorno.

    [clicca qui per leggere l’intervista]

    due chiacchiere con Marco Ambrosi
  • a proposito di “L’altro allo specchio”

    Quando Marco Ambrosi mi ha inviato l’intervista che aveva fatto a un giovanissimo di origine sudamericana a cui insegna italiano chiedendomi di trasformarla nella fonte d’ispirazione per un racconto da inserire nell’antologia “L’altro allo specchio”, la sfida mi ha subito stimolato molto. In un momento storico in cui qualunque discussione sull’integrazione finisce in una banale caciara fra “salvinismo” e “boldrinisimo”, mi sembrava importante avere l’occasione di provare a riportare ogni cosa in una dimensione più umana.
    L’intervista, oltretutto, conteneva già il romanticismo e la malinconia necessari per costruire un racconto. Ciò che mi sono sentito di fare, proprio per fare emergere ancora di più quelle sfumature, è stato inserire qualche richiamo ai romanzi di Marquez. Mi piaceva pensare a quel ragazzo come l’ultimo discendente della famiglia Buendìa di “Cent’anni di solitudine” improvvisamente sradicato da una Macondo contemporanea. Ma ancora di più mi premeva sottolineare qualcosa che nelle parole del diretto interessato era già evidentissimo: il senso dolente di straniamento che si prova nel ritrovarsi privati delle proprie radici.
    Leggere tutti i racconti dell’antologia uno dopo l’altro mi ha fatto un’ottima impressione. Credo che Marco Ambrosi sia riuscito a mettere insieme un bel mosaico di storie, stili ed emozioni. E sono molto orgoglioso di esserci.

    a proposito di “L’altro allo specchio”
  • “L’altro allo specchio”

    Oggi è uscita un’importante antologia intitolata “L’altro allo specchio”. Si tratta di un progetto curato e ideato da Marco Ambrosi che ha intervistato una serie di adolescenti originari di ogni angolo del mondo che stanno cercando di integrarsi nel nostro Paese e ha poi inviato ogni intervista a uno scrittore diverso chiedendogli di prenderne libera ispirazione per un racconto.
    Fra gli autori coinvolti ci sono anche io con un racconto intitolato “Ritratti a memoria”. Il libro è pubblicato da Compagnia Editoriale Aliberti, il ricavato andrà a supportare dei corsi di italiano L2 all’interno dell’IIS L.Nobili di Reggio Emilia e a impreziosire il tutto c’è una prefazione firmata da Dacia Maraini.
    Credo che il risultato sia un interessantissimo spaccato, lontano dai cliché, di quella che è la realtà di questi ragazzi, dei loro sogni e delle loro paure.

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    “L’altro allo specchio”
  • gli ascolti di novembre 2020

    Nonostante il mondo continui a scivolare sempre più verso la follia totale, proviamo comunque a parlare di musica. A volte mi domando: il problema è davvero che in Italia escono troppi dischi, come sento spesso dire a molti addetti del settore, oppure il fatto che non ci sono più riferimenti critici credibili che abbiano voglia di ascoltare tutto quel materiale sonoro e segnalare al pubblico ciò che davvero merita attenzione?
    Sul sito di Rock Targato Italia è appena uscito il mio articolo mensile dedicato ai consigli musicali. Questa volta poi parlo di cinque artisti che, per motivi diversi, mi stanno piuttosto a cuore: Pino MarinoMarco ParenteKokura, gli Zidima Lory Muratti.

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    gli ascolti di novembre 2020
  • 10 anni “In fondo ai suoi occhi”

    Dieci anni fa usciva “In fondo ai suoi occhi”: il mio romanzo di cui nessuno -io per primo- si ricorda mai.
    Non so che effetto potrebbe farmi rileggerlo oggi, però è stato sicuramente un tentativo di uscire dalla mia zona di comfort e provare a mettermi in gioco in modo diverso. Credo sia una storia che viaggia su due binari, affiancando il ritratto sfuggente della protagonista alla trasposizione del suo sguardo critico su molte dinamiche umane e sociali.
    È stato anche l’ultimo mio libro a godere di una distribuzione importante e di conseguenza l’ultimo che mi è capitato, a ridosso della pubblicazione, di vedere esposto in qualche grande libreria, ma questo non so se conti molto. Penso sia comunque un buon romanzo, forse un po’ spigoloso e forse penalizzato dall’essere uscito solo un anno e mezzo dopo “L’uomo a pedali” mentre, col senno di poi, sarebbe stato giusto dare maggiore respiro a entrambi i lavori. Però evidentemente doveva andare così.

    10 anni “In fondo ai suoi occhi”

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