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errori cromatici
Ammetto che mi crea un filo di disagio il fatto di vedere, a volte, “Alice” nella sezione “romanzi rosa” di qualche libreria.
Lo so che è comodo catalogare come “rosa” qualunque storia parta da un rapporto travagliato fra due persone legate da qualcosa che ha in qualche modo a che vedere con l’amore, ma so anche che chi ha letto il romanzo ha capito benissimo che, per quanto gli aspetti sentimentali della vicenda con tutta la simbologia che si portano dietro stiano molto a cuore anche a me, il rapporto fra Alice e Francesco è, sotto molti aspetti, soprattutto l’alibi per tracciare un ritratto umano molto profondo di due soggetti fuori tempo nati per errore in quest’epoca confusa in cui l’accontentarsi di stare “dalla parte giusta” evitando di farsi troppe domande sembra essere diventato il comandamento principale.
Mi è capitato spesso, negli ultimi mesi, di aprire qualche giornale e rendermi conto di quanto Alice e Francesco, con la loro totale imperfezione, le loro contraddizioni, la loro purezza, la loro assoluta coerenza e il loro non riuscire a smettere di scavare dentro a se stessi e a ciò che li circonda cercando il proprio posto nell’universo, siano in assoluta controtendenza rispetto alla piega che sta prendendo il mondo in questi anni. Ed è anche per questo che sono orgoglioso di avere raccontato la loro storia.
Lasciamo dunque perdere il rosa, per favore: al massimo pensiamo a un’infinita serie di chiaroscuri. -
“non essere cattivo”
Mi fa piacere che sarà un film come “Non essere cattivo” a rappresentare l’Italia agli Oscar.
Credo non sia facile raccontare una storia così cruda in modo tanto trasparente, senza trucchetti strappalacrime né falsi moralismi, evitando di cercare per forza i buoni, gli alibi o i cattivi ma limitandosi a fotografare uno spaccato difficilissimo di due vite turbolente di periferia raccontandole per ciò che sono, con una sincerità e una lucidità che, tanto nei momenti di smarrimento più estremo quanto in quelli di tenerezza, sospendono ogni giudizio per lasciare ogni riflessione allo sguardo dello spettatore. -
storie vecchie
Un po’ di anni fa, quando ero molto più giovane e un pochino più illuso, mi ritrovai, per troppo spirito d’avventura, a gestire per un breve periodo una piccola etichetta discografica che si chiamava Ilrenonsidiverte.
Esattamente 10 anni fa uscivano “Bailamme generale” dei Gea e “Musica per robot” dei Dilaila, le prime due produzioni di quest’etichetta a cui seguirono, circa un anno e mezzo dopo, “Lucida” di Giuliano Dottori e “Lo sguardo al cielo” degli Anonimo FTP, poi l’avventura volse alla sua naturale conclusione.
E’ da qualche giorno che il mio spirito autoreferenziale mi suggerisce di scrivere due righe su questo decennale ma, più ci penso, più mi rendo conto di avere davvero poco da dire a riguardo: credo siano stati i due anni della mia vita in cui ho corso di più, dormito meno e capito meno di ciò che mi accadeva attorno. Però è stata senza dubbio un’esperienza che mi è servita a capire moltissime cose sul mondo in generale e, tornando a riascoltare le nostre produzioni, penso che, nonostante una valanga di nostre ingenuità, abbiamo fatto alcune cose davvero buone.
Mi ricordo anche che fu in quell’autunno del 2005, proprio tornando dal Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza dove avevamo presentato quei primi due dischi dando spettacolo con coroncine di cartone e svariate casse di vino, che ho concepito, per colpa -tanto per cambiare- di una forte nevicata arrivata in anticipo e di un camion ribaltato sulla A14, un raccontino intitolato “Tutto passa invano”. Anche se all’epoca non immaginavo che solamente due anni dopo, proprio nel tentativo di rimettermi in discussione dopo la chiusura di quel capitolo della mia vita, quel racconto avrebbe dato titolo al mio primo libro. -
a nudo
Dovrei riordinare le idee: tre serate consecutive piene di musica e incontri come quelle trascorse alle finali di Rock Targato Italia finiscono col lasciarti abbastanza stordito. Però ne è assolutamente valsa la pena.
Sono tanti i motivi per cui tenevo particolarmente a questa mia esibizione ospite delle finali del concorso, ma fra questi c’è sicuramente il fatto che si tratta di un contesto importante che, in un modo o nell’altro, fa parte anche della mia storia personale fin da quando, intorno a metà anni ’90, compravo le compilation della manifestazione scoprendo sempre un sacco di musica nuova. Forse anche per questo, sul piano emotivo, ho sentito molto l’evento e, per reazione, ne è uscita un’esibizione catartica dall’approccio decisamente sfrontato. Ne avevo davvero bisogno.
Anche al di là della mia partecipazione però sono state tre serate davvero piacevoli, con una bella atmosfera e diverse novità interessanti fra i gruppi in concorso. Mi sento di citare soprattutto i Gavrilo Princip, che mi hanno colpito molto con una scrittura rock incisiva con le giuste dosi di intelligenza e ironia, ma anche il fascino pop di Medì, la follia electro-punk dei Blue Parrot Fishes e la sensibilità introspettiva dei Sendorma, giovanissimi ma in prospettiva davvero promettenti. Ma voglio ricordare anche gli Sfigher, sempre coinvolgenti, e la personalità dei Phantorama, tanto per fare qualche altro che credo valga la pena tenere d’occhio. -
domani a Milano
Finali di Rock Targato Italia al LegendClub Milano. Stasera si parte. E domani (martedì 29) tocca anche a me, ospite con un piccolo estratto dello spettacolo dedicato ad “Alice”.
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belle domande senza risposta
Cercando su Youtube video delle passate edizioni delle finali di Rock Targato Italia si finisce con l’imbattersi in esibizioni storiche di Ligabue, di Eugenio Finardi, dei Timoria, dei Litfiba, dei Diaframma e di mille altri, tutti passati su quel palco come ospiti del concorso. E’ chiaro che dagli anni ’90 a oggi sono cambiate fin troppe cose ma ciò non toglie che, pensando che quest’anno al loro posto ci sarò io, qualcuno potrà domandarsi: “ma che c’entra Roberto Bonfanti con tutta questa schiera di grandi nomi?”
Non so se esista una risposta a questa domanda, però è davvero un grandissimo onore esserci e poter lasciare la mia piccola impronta in una storia lunga ormai trent’anni, anche perché credo di essere il primo non musicista a esibirsi come ospite all’interno della manifestazione, per cui non posso che ringraziare in anticipo Francesco Caprini e Franco Sainini di Divinazione Milano per questa magnifica opportunità.
Le finali di quest’anno si terranno al Legend Club di Milano dal 28 al 30 settembre. Ogni sera ci saranno 6 gruppi in concorso più un ospite. Io sarò lì come giurato tutte le sere e martedì 29 sarò ospite sul palco portando in scena qualche scheggia del mio spettacolo dedicato ad “Alice”. Sarà un’esibizione breve ma credo piuttosto intensa.
Tutti i dettagli si possono trovare sul sito della manifestazione: http://bit.ly/1VaOWK5ù -
l’estate sta finendo
Salutando la fine dell’estate, mi è tornata in mente questa mia lettura che risale all’inverno di tre anni fa. Contiene un pizzico di ironia e una buona dose di disincanto.
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Giovanni Lindo Ferretti e i suoi cavalli
Non è un segreto che io nutra da sempre un’autentica venerazione nei confronti di Giovanni Lindo Ferretti. Sabato a Reggio Emilia ho assistito anche a “Saga”, la sua opera equestre (o, come lui ama definirlo, “teatro barbarico”), e ne sono rimasto ammaliato. E’ uno spettacolo davvero suggestivo e assolutamente fuori da ogni tempo: un po’ teatro, un po’ concerto, un po’ rievocazione storica e un po’ altro ancora. Qualcosa dal sapore antico in cui Ferretti, partendo dai cavalli e dalla sua voce, è riuscito a condensare diversi linguaggi e tanti piani di lettura finendo col raccontare, in modo tremendamente evocativo, un piccolo spaccato di storia di un mondo in via d’estinzione, le sue radici più profonde ma anche, in filigrana, moltissimo del suo sguardo sull’umanità attuale.
Complimenti di cuore a lui e alla sua Fondazione Giovanni Lindo Ferretti per come hanno saputo creare un piccolo universo davvero unico e affascinante, ma soprattutto per come sembrano voler resistere eroicamente all’inesorabile avanzare della “modernità”. -
dopo la festa
Alla fine, complice il fine settimana, il pdf del romanzo è rimasto in download gratuito molto più delle 24 ore previste e sono tante le persone che l’hanno scaricato. Spero che molti di voi avranno tempo e modo di leggerlo ed affezionarsi ai miei “due piccoli stupidi”.
Quanti non hanno fatto in tempo a scaricarlo gratis possono sempre reperirlo, sia in ebook che in formato fisico tradizionale, sul sito di Edizioni del Faro oppure su Amazon o su qualunque altro negozio on line, inclusi Google Play, Ibs e tutti quanti gli altri, o possono chiedere di ordinarlo al proprio libraio di fiducia. -
sei mesi di “Alice”
“Alice” compie oggi sei mesi di vita.
Per celebrare questa piccola ricorrenza, invece di avventurarmi in noiose riflessioni, ho pensato di regalarlo. A questo link, solo per le prossime 24 ore o poco più, potete #scaricare #gratis il pdf con il romanzo completo: http://bit.ly/1DDHzCw
Colgo l’occasione anche per ringraziare le persone che mi hanno aiutato a prendermi cura di “Alice” in questi suoi primi sei mesi di vita e che continueranno a farlo anche in futuro: in primis l’ufficio stampa Divinazione ed Edizioni del Faro. -
finali di Rock Targato Italia 2015
Un piccolo aggiornamento: dal 28 al 30 settembre a Milano si terranno, al Legend Club, le finalissime nazionali di Rock Targato Italia. Io sarò lì tutte e tre le sere come giurato, ma soprattutto martedì 29 avrò il piacere di essere ospite sul palco e far rivivere un pezzetto di “Alice” con il mio reading. Seguiranno tutti i dettagli…
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poi viene settembre…
L’estate dello scorso anno ricordo di averla passata completamente assorto in una delle ultime stesure di “Alice”, rapito dall’ansia di quegli ultimi ritocchi che mi sembravano non portare mai al risultato che volevo. C’era sempre una sensazione che mi sembrava non essere a fuoco come avrebbe dovuto. C’era sempre qualcosa di troppo o qualcos’altro che mancava. Poi, con l’avvicinarsi dei primi freddi, anche gli ultimi tasselli hanno trovato il proprio posto.
Quest’anno invece sono riuscito a passare delle ferie estremamente tranquille, lontano dalla scrittura e dai pensieri. Ho anche rivisto posti che non vedevo da quando ero bambino e, dopo una serie di mesi intensi sia fisicamente che emotivamente, era davvero necessario, staccare per un po’ la spina da tutto quanto e dedicarmi solo a me stesso.
Ora conto di riprendere piano piano in mano tutte le cose lasciate in sospeso, anche perché so che il percorso di “Alice” ancora non si è concluso e il desiderio di continuare a far vivere quella storia non è ancora sazio. Ma senza fretta. Con i giusti tempi. Tanto si sa che le cose più belle succedono sempre in inverno. -
Emanuel Carnevali e “il primo dio”
“…poiché l’amore è una cosa così delicata, che far l’amore o pensare di farlo son quasi la stessa cosa.” (E.Carnevali)
Ci sono libri di cui senti parlare per una vita intera e che, per un motivo o per l’altro, restano per anni intrappolati nella lista ideale delle cose che ti riprometti prima o poi di leggere. Quest’estate da quella lista ho finalmente ripescato “Il primo dio” di Emanuel Carnevali: un romanzo soffertissimo e asciutto, proprio come me l’aspettavo, impregnato della stessa America di John Fante e Bukowski ma soprattutto dell’anima del poeta che emerge in modo potentissimo da ogni singola pagina. Un animo controverso, molto “maledetto”, spesso in balia di se stesso, vicino sotto molti aspetti a Dino Campana o a Piero Ciampi. -
ogni sorso di whisky…
“Ogni sorso di whisky è un ricordo. […] Chi dice di bere per dimenticare, semplicemente non sa bere. O non ha ricordi che valgano una goccia di whisky.” (da “Alice”)
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recensione su Ritratti Di Note
Anche in piena estate qualcuno si lascia affascinare da “Alice”. E’ il caso del web-magazine Ritratti di note, che ha pubblicato oggi una recensione a firma di Raffaella Sbrescia che definisce il romanzo come “un doppio autoritratto in cui il quotidiano vivere porterà a rispondere anche ai quesiti più scomodi.”
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Treviso (non) è una pura coincidenza
Domenica sono stato a Treviso per il concerto d’addio degli Estra, ed è dall’istante in cui ho rimesso piede a casa che cerco, senza riuscirci, di scrivere due parole a riguardo. Sarà che con gli addii, come certi personaggi dei miei romanzi, ho sempre avuto un rapporto complesso. Sarà che lascia una certa malinconia vedere una storia musicale così importante chiudersi pur dimostrando di avere ancora molto da dare. Sarà che non è mai facile fare i conti con la scelta di amarsi per l’ultima volta nel modo più sfrontato per poi separarsi definitivamente e lasciare che la vita prosegua portando ognuno lungo la propria strada. O sarà che sto già cadendo nel retorico smielato e non so se mi va.
Dunque rinuncio all’idea di scrivere qualcosa di razionale e mi limito a ringraziare Giulio Casale e il resto della band per quello che mi hanno dato con le loro canzoni in tutti questi anni, per la purezza e l’onestà con cui hanno saputo incarnare in modo magnificamente poetico e incisivo il senso di smarrimento di tanti ragazzi “nati in mezzo al niente”, per le tante volte in cui mi sono rifugiato nello stridore delle loro chitarre e nella forza delle loro parole, per le notti in cui da ventenne mi è capitato di inseguire Giulio dopo qualche concerto per scambiare due battute e rompergli i coglioni con le mie poesiole di quegli anni, per come anche in quest’ultimo concerto hanno saputo farmi tornare diciassettenne per un paio d’ore, per i tanti ricordi che mi legano al loro mondo, e anche per quell’ultimo momento di commozione condiviso con tanta gente mentre domenica salutavano il loro pubblico per l’ultima volta.
Buona vita a voi, “nordest cowboys”! -
il nuovo progetto di Fabrizio Coppola
Il nuovo progetto di Fabrizio Coppola, “Miracoli a Milano”, è una cosa bella: si tratta di un blog in cui Fabrizio raccoglie dei suoi micro racconti che rappresentano una serie di polaroid umane riprese girando per la città e dedicando, con il suo sguardo estremamente sensibile, qualche istante di attenzione alle persone che si incrociano per caso. Consiglio di dargli un’occhiata: https://miracolimilano.wordpress.com/
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Rock Targato Italia 2015
Rock Targato Italia è un marchio che a me personalmente evoca molti ricordi. Nei mesi scorsi ho avuto anche la fortuna di essere ospite di alcune loro serate e respirare l’entusiasmo e la passione che ancora oggi, dopo tantissime edizioni, l’organizzazione mette nelle cose che fa. Ecco perché mi fa davvero piacere poter dare, con questo brevissimo video in cui racconto agli aspiranti musicisti perchè può essere interessante partecipare, il mio piccolo contributo alla nuova edizione della manifestazione che ha da poco aperto le iscrizioni.
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“una storia del mare”
“Una storia del mare” di Dimartino è una canzone che in questi giorni mi affascina. Ha il sapore della malinconia dolce che spesso, nei momenti di calma apparente, accompagna il ricordo di certi amori precari e impossibili.
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liste estive
Con un ritardo ben oltre il tempo massimo scopro che due anni fa, in occasione della partenza del Giro d’Italia, la notissima rivista Panorama aveva pubblicato un articolo in cui segnalava cinque romanzi influenzati, in qualche modo, dal fascino del ciclismo e che, accanto a mostri sacri come Vasco Pratolini e Gianni Brera, aveva inserito il mio “L’uomo a pedali”.
Ovviamente la cosa non può che farmi sentire onorato.clicca qui per leggere l’articolo di panorama
Inoltre il blog letterario Prime Impressioni ha recentemente pubblicato un post in cui consiglia ai propri lettori dieci libri da leggere durante le vacanze per un’estate fuori dagli schemi. Fra questi ha inserito anche “Alice”, che descrive come un romanzo “che racchiude tutti i pensieri, le sensazioni e le incertezze del mondo dei trentenni di oggi”.